Musica

A Trento il direttore Kent Nagano per un nuovo progetto in collaborazione con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Trento, Auditorium Centro Santa Chiara, 20 febbraio, ore 20.30
Stagione Sinfonica 2021/2022
della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento
Direzione Artistica di Giorgio Battistelli
Concerto straordinario: Kent Nagano
SOFIJA GUBAJDULINA: SIEBEN WORTE PER VIOLONCELLO, BAYAN E ARCHI
Michele Marco Rossi violoncello
Samuele Tellari bajan
JOSEPH HAYDN: SINFONIA IN FA DIESIS MINORE HOB.:I:45 “DEGLI ADDII”
ALEX NANTE: O NATA LUX
Prima assoluta. Commissione della fondazione Haydn
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO 

Nel nome di Joseph Haydn: due concerti in esclusiva nazionale diretti da Kent Nagano (sabato 19 febbraio a Bolzano e domenica 20 febbraio a Trento) con un titolo che definiva la sintesi del programma “Suoni, luci e parole del tempo passato e presente: da Haydn a Sofjia Gubajdulina”. Tra gli appuntamenti di maggior spicco della Stagione Sinfonica di cui è Direttore Artistico Giorgio Battistelli, hanno avuto al centro una nuova composizione appositamente commissionata al giovane compositore argentino Alex Nante: la sua O Nata Lux, collegata all’esecuzione di Sieben Worte, per violoncello, bayan e archi, di Sofija Gubajdulina (solisti Michele Marco Rossi al violoncello e Samuele Telari al bayan) e della Sinfonia n. 45 in fa diesis minore, Hob:I “Degli Addii” di Joseph Haydn. Certo un salto cronologico di due secoli si stende tra il compositore austriaco e l’esperienza del giovane autore argentino, in mezzo la consolidata esperienza della compositrice russa di appena mezzo secolo fa.  Il direttore di origine giapponese Kent Nagano ha dato il via ad un ampio ciclo triennale pensato da Giorgio Battistelli che facesse da ponte tra l’opera di Haydn e la contemporaneità: un “Progetto Nagano” che offrirà momenti di riflessione su autori e opere del tempo passato e presente, in un abbraccio ideale tra musiche diverse ma idealmente comunicanti tra loro. Presenza di respito internazionale quella Nagano che è considerato uno dei migliori direttori d’orchestra in attività sia nel repertorio operistico che in quello concertistico e soprattutto musicista aperto al confrontro tra tradizione e innovazione. Dalla stagione 2015/16 è direttore musicale generale e direttore principale dell’Opera di Stato di Amburgo e direttore musicale generale dell’Orchestra Filarmonica di Stato di Amburgo. Gia il programma presentato si svolge sotto il nume di questo compositore maestro del Classicismo sinfonico se si considera che l’essenza della composizione della compositrice Gubajdulina si richiama proprio alla composizione sacra di Joseph Haydn Le sette ultime parole di Cristo sulla croce, che la russa declina per violoncello, bayan ( simile alla fisarmonica) e archi. Ne risulta una composizione (1982) con le parti affidate ai solisti estremamente rarefatte, con sonorità frammentate e assoli come schegge di accordi che esasperano i limiti esecutivi degli strumenti stessi tra improvvisazione e ricerca acustica, con gran lavoronell’estrarre i suoni esasperati da parte di Michele Marco Rossi al violoncello e di Samuele Tellari al bajan. Di contro, gli archi che sostengono una scrittura armonica ma di aspetto antico come se volesse tener presente l’origine fondativa della composizione stessa.

© FONDAZIONE HAYDN STIFTUNG

Il raccordo tra passato e presente è stato poi esemplificato da una delle più conosciute sinfonie di Haydn, la n. 45 “Degli Addii” del 1772 composta per il principe Nikolaus Esterházy, come messaggio dei malumori dei suoi orchestrali nei confronti del mecenate per gli eccessi di impegni. E ancora il “nume Haydn” compare nella composizione “O Nata Lux” è una composizione per orchestra d’archi composta nel 2021, ideata grazie a una richiesta di Kent Nagano che fosse scritto un epilogo musicale per un concerto con l’Orchestra Haydn, nella maniera di un finale luminoso dopo Sieben Worte di Gubajdulina e la sinfonia “Degli Addii” di Haydn. Il brano del compositore argentino liberamente ispirata all’inno cristiano, parte di un suo ciclo dedicata alla luce e come tale struttata in ampie melodie che richiamato la tradizione musicale della terra natia del compositore. Concerto che ha raccolto il pieno favore dei presenti, perlopiù giovani, che hanno accolto con calorosi applausi il giovane compositore argentino e riconosciuto l’autorità e il prestigio di Nagano; peccato che la grande sala dell’Auditorium presentasse ampi settori vuoti.

 

 

 

 

Federica Fanizza

Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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