Trento, Società Filarmonica, 12 ottobre 2021, ore 19.30
Filippo Gorini, pianoforte
M. Uvietta, (*1963)
“au revoir”
(Prima esecuzione assoluta su commissione della Società Filarmonica di Trento)
Ia. Nuvole …Diego
II.Subito …Tullio
III. Antécédents …Renato Dionisi
IV. Notturno …Fausto Zadra
V. Hin und her …Peggy – Alex
VI. Prière …Gian Luigi Dardo
Ib. Istante …Dario
VII. Armonie …Gianmaria Mingoni
VIII. Lamento …Marco Giovanetti
IX. Dasein …Franco Donatoni
X. To be continued …Luciano Berio
XI. Flashback …Niccolò Castiglioni
XII. Noch mal wieder …Francesco Valdambrini
Ic. Arcobaleno …Nella
R. Schumann (1810-1856)
Kreisleriana, op.16
L. van Beethoven (1770-1827)
Sonata n. 8 in do min., op. 13 “Patetica”
Sonata n. 31 in La bem. magg., op.110
Prosegue in una normalità finalmente conquistata, con la sala al pieno della sua capienza, la stagione concertistica della Società Filarmonica di Trento: in programma il recital del pianista Filippo Gorini, uno tra i giovani pianisti italiani in carriera, artista in residenza a Trento per il triennio 2019-21. E in questo suo ruolo, il giovane artista (clsse 1995) si è confrontato anche con la contemporaneità musicale prodotta in sede locale. Un composizione in prima assoluta di Marco Uvietta, musicologo e compositore, docente di Storia della musica all’Università di Trento affiancava un programma di consolidato repertorio pianistico, Robert Schumann (Kreisleriana) e Ludvig van Beethoven (Patetica e Sonata n. 110).
Au revoir… di Marco Uvietta, è un ciclo di pezzi brevi. Come suggerisce il titolo, ciascun singolo brano auspica un “arrivederci” con una persona che ha avuto un ruolo importante nella formazione e nell’identità esistenziale e artistica dell’autore. Laddove compaiono solo i nomi propri, si tratta di affetti personali, mentre dei mentori musicali è esplicitato anche il cognome. Nomi conosciuti, come Fausto Zadra, pianista, altri che si inquadrano in vicende della storia della musica del territorio trentino come Francesco Valdambini, morto a Trento nel 2007, e Gian Luigi Dardo, docente al Conservatorio Riva del Garda, Trento e a Bolzano o Renato Dionisi con stretti legami professionali con Bolzano. Altre dediche sono indirizzate a nomi illustri della musica contemporanea italiana, Luciano Berio, Niccolò Castiglioni, Franco Donatoni. Il tutto costruito su frammenti musicali, momenti sonori rarefatti che rievocano simbolismi di antica maniera. Gorini ha approntato il testo musicale con curiosità quasi con timore di un approccio ad una composizone così strutturata tra sospensione e accordi accennati.
Certamente più a suo agio con il programma classico dove ha fatto trasparire la sua qualità di pianista. Gorini non cerca vie autonome rispetto al dettato del compositore, che sia Schummann nella complessa articolazione della Kreisleriana o Beethoven nella Patetica e nella Sonata op. 110. E’ attento e scrupoloso alla scrittura e non cerca facili escamotage virtuosistici per agguantare il consenso del pubblico. Anzi potrebbe risultare anche noioso per la sua lettura lineare e senza eccessi personali intepretativi. Eppure riportare tutto in una linea interpretativa semplice fa comprendere meglio i molteplici aspetti dell’essenza delle due composizioni. Il dualismo creativo e gli balzi di umore nella Kreisleriana di Schumann e il percorso emozionale della Patetica come diverse emozioni umane, passando dall’amabilità (I) al ruvido umorismo campagnolo (II) e, infine, dall’arioso dolente alla trionfo di un’audace fuga (III) che caratterizzano la Sonata n. 31, op. 110 una delle ultime composizioni del genio di Bonn. Il pubblico ha risposto con entusiasmo a quanto Gorini ha espesso con il pianoforte, concedendo come bis un assaggio dello Studio op. 10, n. 12 di Chopin.