Trento, Auditorium Santa Chiara, 10 novembre 2021, ore 20.30
Bolzano, Auditorium, 9 novembre 2021, ore 20
Brunico, Casa Michael Pacer, 11 novembre 2021, ore 20
DIRETTORE D’ORCHESTRA NIL VENDITTI
VIOLONCELLO CAMILLE THOMAS
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
Programma
GIOACHINO ROSSINI
SINFONIA DA “SEMIRAMIDE”
FAZIL SAY
NEVER GIVE UP. Concerto per violoncello e orchestra
(Never give up, Terror elegy, Song of hope)
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY
SINFONIA N. 3 IN LA MINORE, OP. 56 “SCOZZESE
(Andante con moto-Allegro un poco agitato, Vivace non troppo, Adagio, Allegro vivacissimo-Allegro maestoso assai)
Tanti sono stati i motivi di interesse per questo inizio della stagione concertistica dell’Orchestra regionale Haydn di Bolzano e Trento, con una doppia inaugurazione, che ha Trento ha visto la presenza dei vertici amministrativi della Fondazione della compagine orchestrale, con la presentazione al pubblico trentino, che ha riempito l’ampio auditorium cittadino, del nuovo direttore artistico della Fondazione, il compositore Giorgio Battistelli che ha firmato la corrente stagione 2021-2022. La nuova direzione si è già fatta notare in questa prima fase di stagione con la presenza in cartellone di nuovi volti del panorama della direzione orchestrale internazionale, dall’americano Yaniv Dinur, al polacco Michał Nesterowicz, e al ceco Marek Šedivý come, oltre al consueto repertorio sinfonico, di incursioni sul contemporaneo. Come giovani sono state le protagoniste chiamate sul palco in questo concerto inaugurale, Nil Venditti (1994), giovane e promettente direttrice d’orchestra con l’altrettanto giovane violoncellista francese Camille Thomas (1988) chiamate a dare forma al concerto per violoncello e orchestra Never give up che l’ecclettico pianista turco Fazil Say compose nel 2018, eseguito per la prima volta a Parigi, scritto appositamente per la violoncellita Camille Thomas. Il concerto è articolato in tre movimenti, composto sull’onda emotica degli agli attacchi terroristici di Parigi e Istanbul . La composizione ha avuto la sua prima esecuzione il 3 aprile 2018 a Parigi e presentato per la prima volta in Italia a Palermo nell’anno successivo, sempre con la Tomas come solista. La composizione accende i riflettori su temi di attualità: i pericoli della guerra, il terrorismo, la mancanza di comunicazione tra le persone, ma nello stesso momento è un invito a non rinunciare alla pace, alla bellezza, alla libertà, a “non mollare mai”.E del resto la violoncellista stesa, durante la pandemia della primavera 2020, non ha mollato un’istante la musica, facendo risuonare il suo strumento per tetti di Parigi al suono del Kaddish di Maurice Ravel, gesto catartico nella convinzione che la bellezza della musica salverà il mondo, alimento essenziale per l’anima. Ecco la motivazione intrinseca della composizione di Say, ossia di affidare alla musica la capacità di narrare la contemporaneità e di farsi portatrice di speranza. Una composizione tutta tonale, impostata sulle melodie del canto orientale, che evoca irresistibilmente gli orizzonti caucasici di quelle terre di mezzo, fatte di popoli erranti, come di tragedie infinite e irrisolte. Tanto sovviene di Bartok e di Kodaly e della loro ricerca di musica etnica, che emerge nella scrittura della parte del solista, mantendendo l’orchestra più sulla ricerca timbrica di un orizzonte tradizionale anche nel momento in cui, nel secondo movimento, la musica vuole restituirci gli spari, suoni di guerra, scie di sirene atti della tragedia ddi una realtà violenta che riescono a dissolversi nell’aura di festa rievocato dai ritmi di danze della tradizione balcanica. E se il pubblico ha reclamato il bis, giustamente Camille Thomas ha voluto ringraziarlo dell’affetto dimostrato, facendo risunorare le note proprio del Kaddish di Maurice Ravel.
Pezzo centrale quello di Fazil Say, incastrato tra la Sinfonia della Semiramide di Rossini e una consolatoria Sinfonia n. 3 “Scozzese” di Mendelssohn Bartholdy , con le quali Nil Venditti ha dato prova delle sue capacità direttoriali. Si è fatta notare per una gestualità molto semplice, quasi accademica, e per il modo in cui ha condotto l’orchestra su strade sicure e prudenti, volta più a evidenziare il cambi di ritmo e ad accentuare le dinamiche piuttosto che avventurarsi in una propria lettura interpretativa. Applausi finali meritati per lei per la complessa gestione del concerto per violoncello, di stima per il resto del programma.