Trento, Auditorium Santa Chiara, 24.11.2021, 20.30
Renaud Capuçon
ARVO PÄRT: FRATRES
JOHANN SEBASTIAN BACH: CONCERTO PER VIOLINO IN LA MINORE BWV 1041
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY: SINFONIA N. 4 IN LA MAGGIORE, OP. 90 “ITALIANA”
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Renaud Capuçon è ospite e protagonista indiscusso della serata all’Auditorium S.Chiara di Trento di mercoledì 24 novembre 2021. In veste di violinista solista e direttore dell’Orchestra Haydn, Capuçon interpreta nella sua totalità un programma che spazia dal barocco al contemporaneo. L’inizio del concerto è dedicato a Johann Sebastian Bach (1723-1750), con uno dei suoi brani violinistici più apprezzati: il Concerto per violino in la minore BWV 1041. Scritto da Bach attorno al 1720 quando si trovava a Köten, è uno dei tre concerti per violino e orchestra che è giunto fino a noi. A Köten, il compositore svolgeva il ruolo di maestro di corte per il principe Leopold e collaborava con un ottimo violinista, Joseph Spiess; non a caso l’impianto dei tre movimenti del concerto è decisamente virtuosistico. Dall’energico Allegro con un tema dolce ma incisivo, passando per un semplice e sereno Andante si arriva ad un Allegro assai dove si susseguono invenzioni melodiche sempre più complesse. Nell’ultimo movimento Bach impiega anche la speciale tecnica violinistica detta bariolage, che consiste nell’esecuzione di una sola nota prevedendo la vibrazione di due corde per ottenere un effetto timbrico singolare.
Con un suono voluminoso e un colpo d’arco deciso, la lettura di Capuçon guarda alla contemporaneità, mettendo in secondo piano la prassi esecutiva tipica dell’epoca. Sebbene il timbro dato dalla scrittura orchestrale e dalla presenza del clavicembalo siano inconfondibili, con la sua interpretazione ci si immerge in un atmosfera affascinante, lontana però dallo stile barocco.

Renaud Capuçon, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Il secondo brano, che vede sempre Capuçon nella doppia veste di solista e direttore, porta l’ascoltatore a fare un salto in avanti di tre secoli con un tutt’altro linguaggio espressivo: Fratres di Arvo Pärt. Pärt è tra i compositori viventi più apprezzati e più eseguiti, la sua tecnica compositiva parte dal collage e dalla dodecafonia fino ad approdare alla creazione del cosiddetto tintinnabuli. Dopo un periodo di silenzio, alla fine degli anni ’70, Pärt matura questo nuovo stile ispirato alla massima semplificazione, costruendo la struttura dei suoi brani interamente su triadi e scale tonali. Il Fratres eseguito dall’Orchestra Haydn e da Renaud Capuçon è la versione per violino, orchestra d’archi e percussioni, l’ultima delle sei versioni originali che il compositore estone ha scritto per differenti organici tra il 1977 e il 1992. L’immediatezza di questo stile compositivo rendono di piacevole ascolto anche questa musica minimalista. La compattezza di suono che l’orchestra e il violino creano lasciano trasparire tutta l’emotività contenuta nel brano. Gli armonici scritti per il violino, protagonisti dell’ultima parte della composizione, sono di grande effetto, risultato dato dalla maestria di Capuçon e dal suono unico del suo strumento, un Guarnieri del Gesù “Panette” (1737) che era appartenuto ad Isaac Stern.

Renaud Capuçon, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Per l’ultimo brano, la Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana”, op. 90 di Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847), Renaud Capuçon abbandona il violino e afferra la bacchetta per dedicarsi alla direzione. Già dalla sua prima esecuzione, nel maggio del 1833 alla Filarmonica di Londra, questa sinfonia riscosse successo e dall’ora rimane uno dei più apprezzati ed eseguiti lavori sinfonici del compositore. Abbozzata durante il suo soggiorno in Italia tra il 1830 e il 1831, la Sinfonia “Italiana” è un esempio di convivenza felice tra classicismo e romanticismo. L’equilibrio dei colori e dei caratteri vivaci rendono questo lavoro orecchiabile al primo ascolto. Per il primo movimento, Allegro vivace, Mendelssohn si ispira all’atmosfera respirata durante una processione funebre alla quale partecipò a Napoli, il secondo movimento, Andante con moto, ha dei toni nostalgici e il terzo movimento, Con modo moderato, è un trio dal carattere pastorale. Nell’ultimo movimento, Salterello. Presto, tutti gli strumenti danno prova di grande virtuosismo in una scrittura fitta e vivace ispirata agli stili danzanti popolari come il saltarello e la tarantella.
Renaud Capuçon spinge l’orchestra con grinta ad un esecuzione velocissima, quasi al limite dell’eseguibile. Tutti gli elementi dell’Orchestra Haydn, dai flauti ai contrabbassi, rispondono energicamente all’entusiasmo del direttore per un finale di grande effetto.

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