Arena di Verona, 1 settembre 2024 ore 21.30
Carmina Burana
Musiche di Carl Orff
–
Direttore Michele Spotti
Soprano Gilda Fiume
Controtenore Filippo Mineccia
Baritono Youngjun Park
Orchestra e Coro della fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coro di voci bianche A.LI.VE. (Direttore Paolo Facincani)
Coro di voci bianche A.d’A.Mus. (Direttore Elisabetta Zucca)
Non manca anche quest’anno – tra i titoli di una stagione che si avvia alla conclusione – uno degli appuntamenti extra-opera più apprezzati dell’offerta Areniana. A Verona, la serata di domenica primo settembre è animata dalla suggestione dei Carmina Burana di Carl Orff, che riscuotono notevole successo in un teatro gremito di un pubblico entusiasta.
Merito di tutti, certamente, ma in particolare del Coro della Fondazione, preparato dal Maestro Roberto Gabbiani, eccellenza del panorama musicale italiano che merita – specie per questa serata – una menzione particolare. Dell’esecuzione – perlopiù ordinata e precisa – si apprezzano soprattutto l’intensità dell’impatto sonoro e la generosa escursione dinamica, che permette ai cantanti, schierati a centinaia, di realizzare sfumature e sonorità di colore sempre diverso. Molto bene anche l’Orchestra della fondazione, precisa e uniforme nel suono, e bene la performance del giovane Michele Spotti, che mantiene un profilo abbastanza moderato ma si conferma più che a suo agio nella non semplice situazione che l’Arena sottopone a coloro che salgono sul suo podio. L’insieme funziona, sia nelle file dell’orchestra che tra questa e il coro, e le scelte interpretative sono – generalmente – abbastanza sobrie e mai sopra le righe.
Bene il terzetto di solisti, che per la parte del soprano vede sul palco Gilda Fiume, che con musicalità ed intelligenza sfrutta un meraviglioso timbro e un’emissione sonora. Straordinaria la cura nell’interpretazione: l’impressione è che l’artista abbia scavato a fondo nel significato della parte, restituendo una performance che di certo si fa notare. Filippo Mineccia, controtenore, è preciso e luminoso nel timbro, generoso nella sonorità e attento a conferire al ruolo personalità e carattere. Chiude il cast un profondissimo Youngjun Park, il cui strumento vocale invade l’Arena come raramente accade. L’intensità eccezionale non compromette però la lettura musicale, che appare appassionata e curata.
Splendido l’intervento di ben due cori di voci bianche, il coro A.LI.VE., preparato da Paolo Facincani, e il coro A.d’A.Mus. diretto da Elisabetta Zucca.
Sul palco nulla oltre il necessario: una tribuna su cui si schiera il coro e qualche faro che proietta fasci di luce in stile Aida-Poda; tutto sobrio ma funzionale, per un risultato apprezzatissimo la cui suggestione deriva – come è giusto che sia – dalla musica e non dallo show che ci ruota attorno.
Il pubblico si dimostra da subito generoso, applaudendo sostanzialmente al termine di ogni brano e acclamando con entusiasmo tutti gli artisti alla fine. Così facendo, si guadagna un apprezzato bis di O Fortuna.
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