Musica

Asolo (Tv). 45°Incontri Asolani Festival internazionale di musica da Camera, tra giovani promesse e consolidate presenze

Con il concerto affidato al Trio Rinaldo venerdì 15 settembre 2023, si è conclusa la 45a edizione del Festival di musica da Camera Incontri Asolani, organizzato da Asolo Musica nella splendida cornice della cittadina veneta di Asolo, nella chiesa nella Chiesa di San Gottardo, che presidia uno dei più bei poggi del colle della Rocca di Asolo, con una serie di eventi attorno al pianoforte, in tutte le sue declinazioni cameristiche, occasione anche per ricordare Sergej Vasil’evič Rachmaninov, il grande pianista nato 150 anni fa in Russia e scomparso 80 anni fa negli Stati Uniti.

“E come potrebbe essere diversamente – racconta Federico Pupo, direttore artistico del Festival – nell’anno in cui si ricorda Sergej Vasil’evič Rachmaninov, il grande pianista nato 150 anni fa in Russia e scomparso 80 anni fa negli Stati Uniti?“.
Un programma, quindi, dedicato in gran parte al pianoforte, ma aperto alle esperienze cameristiche, iniziato il 1 settembre dalla violinista Kyoko Takezawa, assieme all’ensemble che comprendeva il pianista Edoardo Maria Strabbioli (docente di pianoforte al conservatorio di Veona), il violinista Gunther Sanin primo violino dell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona), la violista Anna Serova, figura  del concertismo internazionale attiva sia nell’ambito solistico che nella musica da camera, nonchè docente di musica d’assieme, e la violoncellista Sara Airoldi, anche lei prima parte nell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, con un omaggio alle composizioni cameristiche di Johannes Brahms. Pianoforte protagonista il 5 settembre, con il pianista il pianista russo Arsenii Mun nella sua prima esibizione fresco vincitore del Concorso pianistico Ferruccio Busoni di Bolzano, che ha eseguito la Fantasia Nach J.S.Bach di Busoni, Barcarolle op. 60 e 3 mazurkas op. 6 n. 1, op. 17 n. 2,4 di Chopin e per finire Gaspard de la nuit di Ravel.

Asolo, Chiesa di San Gottardo

Due sono stati gli appuntamenti dedicati al compositore russo Sergeij Rachmaninov, quello del 7 settembre, La voce e il pianoforte, dove otto interpreti tra voci e pianoforte, in collaborazione con l’Accademia d’arte Lirica di Osimo e l’Accademia internazionale di Imola hanno declinato le sue raccolte di composizioni vocali. L’arte pianistica di Rachmaninov è stata protagonsta del recital di Boris Petrushansky, con un multiforme programma che presentava anche i Quadri di un’esposizione di Modest Musorgkij, oltre a estratti dai Preludi, Studi e Sonate di Rachmaninov. Scorrendo il programma complessivo anzi si ha la sensazione di una programmazione che portasse il pubblico alla scoperta di mondi musicali paralleli tra fine Ottocento e inizio Novecento, come ben evidenziato dal programma Ballet suite dell’Ensemble Metamorphosi, gruppo nato dall’incontri del consolidato Trio Methamorphosi (Francesco e Angelo Pepicelli e il violinista Mauto Loguercio) con il flautista Andrea Oliva, il clarinetto di Alessandro Carbonare e l’arpa Fabrice Pierre che hanno presentato le Suite dai balletti Romeo e Giulietta di Sergj Prokof’ev e Petrushka di Igor Stravinskij.

La serata conclusiva è stata affidata al giovane Trio Rinaldo, giovanissima formazione da camera (viloino Leonardo Ricci, Rebecca Ciogli, violoncello, Lorenzo Rossi, pianoforte). Gruppo costituitosi tra giovani strumentisti formatisi all’Accademia del Violino W. Stauffer di Cremona e consolidatosi con i corsi di musica da Camera all’Accademia Chigiana, si sono esibiti con l’amorevole apporto del grande Maestro Bruno Giuranna, loro maestro.
Anche in questo caso il programma presentava una geografia e cronologia che racchiudeva le esperienze compositive della fine Ottocento tra il Trio per pianoforte e archi “Dumky” del boemo Antonin Dvoràk e il Quartetto in do minore per pianoforte e archi di Richard Strauss, opera giovanile del 1885 del longevo compositore germanico.
Due mondi che si confrontano, un mondo musicale, quello di Dvorak in cui le musiche slave, (in termine Dumky indica le ballate tipiche della tradizione) che si prenetranotra di loro con alternanza di ritmi con grandi cambi di tempi che vogliono restituire lo “spirito del popolo”, una composizione che richiede capacità virtuosistiche notevoli proprio per quelle caratteristiche proprie della musica slava, stati d’animo espressi con estrema semplicità di linguaggio, ora nostalgico e triste, ora ritmicamente spigliato e incalzanti. Bravi gli esecutori che non si sono fatti prendere dalla voglia di strafare ma che hanno saputo restituire il giusto spirito di queste situazioni sonore che sono popolari ma che esprimono una adesione a stili composizivi di ricerca dell’essenza dell’anima, tipica del composiore boemo. Hanno saputo ben fraseggiare tra loro e, come un gruppo da camera ben amalgato, lhanno valorizzato il dialogo continuo tra gli strumenti.


Nella composiione di Richard Strauss, un esperimento giovanile di musica da camera, pratica che Strauss stesso abbandonò per dedicarsi all’opera e alla scrittura sinfonica, qui il Trio è stato supportato dalla viola del maestro Bruno Giuranna, uno dei maggiorni interpreti nonchè parte integrante della storia dell’interpretazione di questo strumento ad arco, a volte negletto, docente e artefice delle Masterclass di musica da Camera alla Fondazione Strauffer di Cremona e all’Accademia Chigiana. Alla ragguardevole età di 91 anni ha voluto mettersi in gioco sostenendo i giovani suoi allievi perchè, per lui, insegnare e suonare musica da camera con i giovani è come restituire parte di quanto lui stesso ha appreso dai grandi musicisti che ha incontrato nella sua carriera. Ed ecco che una composione giovanile rimanda a quello scenario del tardo romanticismo che alla fine ricompatta e costruisce il senso di questa rassegna musicale che trasmette “bellezza” specie se a farla sono giovani ed entusiasti musicisti.
Al Maestro Bruno Giuranna al termine dell’esibizione,  sostenuta dall’entusiasmo del folto pubblico che riempiva la chiesa, scelta come palcoscenico di questa rassegna, sono giunti i ringraziamenti e il riconoscimento delle autorità della cittadina per la sua costante presenza alla rassegna con l’assegnazione della Presidenza onoraria di Asolo Musica.

 

Federica Fanizza

Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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