Musica

Bologna. Al Teatro Comunale l’Andrea Chénier di Umberto Giordano segna il debutto nella lirica di Oksana Lyniv, direttore musicale.

Bologna, Teatro Comunale, 22 ottobre 2022
Andrea Chenier
Dramma di ambiente storico in quattro quadri
Musica: Umberto Giordano
Libretto: Luigi Illica
Prima rappresentazione: 28 Marzo 1896, Milano (Teatro alla Scala)
DIRETTRICE Oksana Lyniv
REGIA Pier Francesco Maestrini
Orchestra e Coro Teatro Comunale di Bologna
CAST
ANDREA CHÉNIER Luciano Ganci
CARLO GÉRARD Stefano Meo
MADDALENA DI COIGNY Maria Pia Piscitelli
LA MULATTA BERSI Cristina Melis
LA CONTESSA DI COIGNY Federica Giansanti
MADELON Manuela Custer
ROUCHER Vittorio Vitelli
PIETRO FLEVILLE Stefano Marchisio
FOUQUIER TINVILLE Nicolò Ceriani
MATHIEU DETTO POPULUS Alessio Verna
UN INCREDIBILE Bruno Lazzaretti
L’ABATE, POETA Orlando Polidoro
SCHMIDT e MAESTRO DI CASA Luca Gallo
DUMAS Luciano Leoni
FILANDRO FIORINELLI, MUSICO Antonio Ostuni
CON
Allievi Scuola di Teatro di Bologna Galante Garrone
Allievi Scuola Di Danza Arabesque Bologna
SCENE E VIDEO Nicolás Boni
COSTUMI Stefania Scaraggi
LUCI Daniele Naldi
COREOGRAFIE Silvia Giordano
ASSISTENTE ALLA REGIA Silvia Giordano
MAESTRO DEL CORO Gea Garatti Ansini

TCBOAndrea ChénierScena Atto Primo@Andrea Ranzi

Oksana Lyniv, poco più di quarant’anni, è la prima donna ad assumere la direzione musicale
di un teatro d’Opera italiano. Accade a Bologna, dove la stagione 2022 del Teatro Comunale
propone – oltre a questa – non poche piacevoli novità. Il cartellone, ricco e vario, vanta infatti numerosi titoli, gran parte dei quali proposti in allestimenti alla prima rappresentazione assoluta. Tra questi il più noto dei lavori lirici del foggiano Umberto Giordano, nonché espressione esemplare di quel verismo operistico di fine secolo: l’Andrea Chénier. Opera dalla popolarità altalenante e dal controverso giudizio critico, si avvale di passaggi incantevoli e melodie travolgenti che catturano l’ascoltatore e lo trasportano in una vicenda tanto appassionata quanto spigliata e di facile ascolto.
Alla neo-direttrice del Comunale spetta dunque il non semplice compito di concertare e
condurre un lavoro musicale che – nonostante l’apparenza – può risultare complesso e
delicato. Apprezzabili, da un lato, delle scelte agogiche coerenti con lo svolgersi della
vicenda e una generale fluidità dell’Opera, mai appesantita da eccessivi artifizi ritmici. Anche la performance musicale dell’Orchestra del Teatro Comunale è nel complesso
soddisfacente: il suono è bello e coeso, l’insieme funziona anche nei punti più critici e
l’escursione dinamica è più che generosa. Difficile non notare, d’altro canto, un’oggettiva
disproporzione tra l’intensità sonora dei due grandi protagonisti di ogni opera lirica: il palco e la buca. Non sono pochi – infatti – i passaggi in cui le voci dei cantanti sono quasi
interamente sovrastate dal volume dell’orchestra, sia in momenti di forte intensità e
generosa orchestrazione, in cui la capacità vocale di alcuni permette comunque di emergere se il registro lo permette, sia nei tratti più intimi e delicati, per i quali pare non esserci soluzione.

TCBO_Andrea Chénier@Andrea Ranzi

Nel ruolo del titolo, Luciano Ganci si dimostra un eccellente Chénier, affermandosi vero protagonista della vicenda e della scena, ed ottenendo senza dubbio la più calorosa acclamazione da parte del pubblico. Ben calato nel personaggio, mette in campo notevoli capacità tecniche ed un’imponente struttura vocale, di timbro sonoro e luminoso, ed agile nel muoversi con agio anche nei registri più acuti. Tra le arie più celebri, eseguite tutte egregiamente, si distingue forse Un dì all’azzurro spazio, in cui Ganci conquista il teatro con una combinazione trionfante di tecnica e capacità interpretativa. Al suo fianco c’è la Maddalena di Mariapia Piscitelli, altro personaggio riuscitissimo ed ampiamente apprezzato dai presenti. La sua lettura musicale è piacevole ed elegante, e si accompagna ad un’importante padronanza dello strumento vocale e ad un timbro raffinato e curato. Nel terzo atto, con La mamma morta, supera anch’essa – eccellentemente – la prova dell’aria celebre.         

TCBO Andrea Chénier ©Andrea Ranzi
Andrea Chénier Luciano Ganci
Maddalena di Coigny Mariapia Piscitelli

Controverso rivale del Poeta, il rivoluzionario Gérard è interpretato dal baritono Stefano
Meo. La performance è complessivamente meritevole, sia per l’aspetto prettamente
musicale, caratterizzato da una certa spontaneità nel canto, sia per la resa del personaggio.
Anche il resto del cast, che conta numerose parti oltre ai menzionati protagonisti, vede
impegnati artisti di livello, che contribuiscono al risultato complessivo con performance
curate ed interessanti. Federica Giansanti, per cominciare, è una riuscita Contessa,
disinvolta in scena e dalla vocalità che sa di belcanto. Bruno Lazzaretti e Cristina Melis
sono rispettivamente nei panni di “Un Incredibile” e di Bersi, e danno vita a due personaggi
efficaci e di buona interpretazione musicale. Il ruolo di Roucher spetta a Vittorio Vitelli, che si fa notare per capacità tecniche e per l’abilità di cogliere l’indole del personaggio, così
come fa assai bene anche Alessio Verna, Mathieu. Apprezzabili i contributi di Manuela
Custer (Madelon), Nicolò Ceriani (l’accusatore Fouquier Tinville), Stefano Marchisio
(Fléville), Orlando Polidoro
(l’Abate), Luca Gallo (Schmidt ed il Maestro di casa) e
Luciano Leoni
(Dumas).

Dramma di ambiente storico”, l’Andrea Chénier non si presta certo a traslazioni nel tempo e nei luoghi, sia per il forte legame della trama e dei personaggi con la rivoluzione, che non può che essere in Francia alla fine del Settecento, sia per una sorta di dovere nei confronti dei veri avvenimenti storici ai quali il libretto si ispira. Pier Francesco Maestrini propone un allestimento registico piacevole e funzionale alla vicenda, senza eccessi e senza particolari sorprese, ma attento ai dettagli. Ad eccezione di una gigantesca cornice che racchiude simbolicamente il colorato mondo aristocratico nel primo atto, non emergono molti elementi simbolici o allegorici, quanto piuttosto una serie di scene particolarmente realistiche e ben fuse con lo stile verista della musica. Meritevole di menzione il lavoro di Nicolas Boni alle scene, caratterizzato da un fondale digitale molto ben fatto, proporzionato nella luminosità e nelle dimensioni e che rende a tratti quasi difficile distinguere la fine degli elementi fisici presenti sul palco e l’inizio di quanto invece proiettato. Notevoli anche i costumi di Stefania Scaraggi, molto curati e ben collocati nel periodo storico dei fatti. Completano la squadra Daniele Naldi, alle luci, e Silvia Giordano per la coreografia.

Nicola Fiorello

Di professione ingegnere, è appassionato di musica colta e - in particolare - d'Opera. Ha frequentato corsi preaccademici e del vecchio ordinamento presso il conservatorio di Trento e Riva del Garda, dove si è avvicinato allo studio del pianoforte e della composizione. Ha seguito corsi e masterclass di perfezionamento pianistico, composizione, direzione d'orchestra e di coro, vocalità e musica elettronica, presso conservatori e scuole private. Si è inoltre esibito in concerti e concorsi, ed ha partecipato come relatore a conferenze e lezioni-concerto.

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