10 FEBBRAIO 2021, ORE 19
Rete Lirica delle Marche
online su OPERAVISION.EU
Tempo ritrovato
Video-poema musicale
Scritto e diretto da Cecilia Ligorio e Benedetto Sicca
da un’idea di Cecilia Ligorio e Luciano Messi
video designer Giovanni Culmone
sound designer Renato Grieco
light designer Ludovico Gobbi
drammaturgia musicale Chiara Mallozzi
assistente ai video Margherita Simionati
con
Francesca di Sauro (mezzosoprano)
Simone Tangolo (attore)
pianoforte Cesarina Compagnoni e Claudia Foresi
Quintetto d’archi dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana
Alessandro Cervo e Simone Grizi violini
Francesco Vernero viola
Alessandro Culiani violoncello
Luca Collazzoni contrabbasso
Sestetto dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini
Elena Giri flauto
Lavinia Tassinari e Paride Battistoni violini
Noris Borgogelli viola
Luca Bacelli violoncello
Daniele Gemignani contrabbasso
direttore di scena Irene Lepore
direttore tecnico del Teatro della Fortuna Ivan Biagioli
macchinisti Francesco Lozzi, Luca Mugnai (Coop. Opera), Stefano Ortolano
elettricista Pietro Pettinari
scenografo realizzatore e attrezzista Laura Paci
responsabile costumi Elisabetta Seu
sarta di scena Anna Albano
responsabile trucco e acconciature Sara Croci
FRLM,MakingOff,TempoRitrovato©MargheritaSimionati
Ultima a presentarsi alla ribalta dello streaming, la Rete lirica delle Marche, diretta del sovrintendente dello Sferisterio Luciano Messi si è momentaneamente riorganizzata cercando di riprendere il filo delle attività interrotte lo scorso marzo. Era il 5 marzo 2020 quando il sipario è calato sull’ultima produzione in attesa di debuttare di lì a pochi giorni, il 7 marzo, L’Italiana in Algeri di Rossini per la regia della stessa Cecilia Ligorio. Lo fa in maniera originale, non con uno spettacolo progettato per il palcoscenico teatrale, registrato in teatro e trasmesso in streaming su un proprio canale web, oltre che visibile sulla piattaforma Operavision.eu, ma con una azione scenica realizzata apposta per il video, e che non avrà la possibilità di una spendibilità immediata al momento della riapertura dei teatri. Non è prevista, come dichiara la stessa regista, una sua realizzazione scenica, almeno nell’immediato. “Tempo ritrovato” è un’idea di Cecilia Ligorio e Luciano Messi, scritto e diretto da Cecilia Ligorio e Benedetto Sicca, che unisce la pluralità dei linguaggi della poesia, del cinema e della musica riuniti in un cortometraggio. In questa modalità la regista Cecilia Ligorio ritorna alle origini fondative della sua professione di regista teatrale d’innovazione, abituata a confrontarsi con la commistione tra le arti visuali, musicali e testuale; lascia infatti da parte la monumentalità di scelte registiche che l’hanno fatta emergere di forza nell’ambito del mondo delle regie liriche, (per tutte la Semiramide di Rossini, realizzata per la Fenice di Venezia nel 2018 e il Fernand Cortez di Spontini nel 2019 , spettacolo inaugurale al Maggio Musicale Fiorentino della stagione 2019-2020) e si rivolge al teatro nella sua accezione di funzione civile. Le riprese sono state girate a dicembre al Teatro della Fortuna di Fano e poi nelle città di Ascoli Piceno e Fermo, con brevi squarci di queste città storiche, nel rispetto delle regole anti-Covid, da un’idea di Luciano Messi e della stessa Ligorio e con Giovanni Culmone (video designer), Renato Grieco (sound designer), Ludovico Gobbi (light designer); la drammaturgia musicale è di Chiara Mallozzi, interpreti il mezzosoprano Francesca Di Sauro e l’attore Simone Tangolo. Le parti strumentali sono affidate a Claudia Foresi e Cesarina Compagnoni al pianoforte insieme agli ensemble cameristici della FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana e dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, elementi attivi della realizzazione dei brani musicali che fungono da sottofondo sonoro alla narrazione e all’accompagnamento delle arie previste. La trama è abbastanza semplice, come l’ambientazione fatta da una casa in penombra, TV accesa, pesce rosso sul tavolo. Siamo nel 2020, Simone, il protagonista, resta a casa e in pigiama, circondato da icone della quotidianità, trascorre i giorni del lockdown guardando film e ascoltando musica. I ricordi e le immagini suscitate in lui dalle note di Ennio Morricone, (C’era una volta in America, Tema di Deborah) fanno emergere di prepotenza una icona femminile fatta di sensualità e di seduzione che conduce i sogni del protagonista tra arie della Carmen di Georges Bizet, Gioachino Rossini (L’Italiana d’Algeri), Georg Friedrich Händel, delle Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, (aria di Cherubino), condotte dalla voce suadente del mezzosoprano Francesca Di Sauro e composizioni di Leonard Cohen, e ricostruiscono un teatro immaginario che fa anche trasparire il lavoro in corso al momento della quarantena, quel L’Italiana in Algeri lasciata in sospeso. Una metafora individuale e collettiva di ciò che ciascuno di noi elabora in attesa di tornare in teatro, ancestrale rifugio di ogni catarsi e di ogni tempo ritrovato. E’solo un sogno, Simone si risveglia, la danza lascia il posto ad un desiderio nuovo fatta da una melodia sottile e pervasiva: Hallelujah di Cohen.
Attraverso la musica cerca un nuovo senso di sé, del silenzio che lo circonda, di ciò che non c’è più, ma anche di ciò che può e deve ancora arrivare, un canto di gioia, la casa, il tempo ritrovato, un gesto di cura per sé e per gli altri. E la città come la visione del mare restituiscono la realtà alla vita quotidiana, e l’uscita dallo stato dell’immaginazione. Il pesce rosso nella sua boccia di vetro protagonista muto, osserva la vita deformata attraverso gli effetti di distorsione della boccia di vetro e dell’acqua. Del resto la scelta di produrre non una realizzazione per palcoscenico ma direttamente un prodotto filmico fa sì che ci siano molteplicità di punti di ripresa, successioni di ambienti e suggestioni di luci, il tutto ricreato per dare maggior essenza al significato di un sogno e di un tempo sospeso, forse solo immaginato, al di fuori della realtà: la visione del pesce rosso.