Milano, Teatro alla Scala 27 Febbraio 2021, ore 20
Vincitore della 62° edizione del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni
In diretta streaming sul sito www.teatroallascala.org e sui canali Facebook
YouTube del Teatro alla Scala
Pianoforte Emanuil Ivanov
PROGRAMMA
Ferruccio Busoni
Fantasia nach Johann Sebastian Bach BV 253
Maurice Ravel
Miroirs
Noctuelles
Oiseaux tristes
Une barque sur l’océan
Alborada del gracioso
La vallée des cloches
Aleksandr Skrjabin
Sonata per pianoforte n. 5 in fa diesis magg. op. 53
Da quando la pandemia ha costretto i Teatri italiani ad una seconda chiusura, le stagioni hanno dovuto subire parecchie rivisitazioni, ricorrendo spesso alla tecnologia e allo streaming. Anche istituzioni imponenti come il Teatro alla Scala hanno dovuto adeguarsi e “spostare” molti appuntamenti, non senza fatica, online. I parecchi casi risultati positivi all’interno del coro, del corpo di ballo e dello staff hanno infatti costretto l’annullamento o la riprogrammazione di alcuni eventi, anche se virtuali. Non è però questo il caso dell’appuntamento di sabato 27 febbraio 2021 che ha visto un unico protagonista: Emanuil Ivanov, vincitore della 62esima edizione del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni svoltasi fine estate 2019(leggi recensione). Il concorso, che si svolge a dal 1949 a Bolzano, ora con cadenza biennale, offre una prestigiosa vetrina ai pianisti più promettenti di tutto il mondo e annovera tra i vincitori grandi nomi come quello di Martha Argerich. Il recital del giovane pianista bulgaro, trasmesso in diretta streaming, ha dato la possibilità al pubblico di assaporare a distanza l’irripetibile unicità della musica live e, consentendo commenti in tempo reale, un maggior coinvolgimento e interazione tra gli ascoltatori. Ivanov, per l’occasione, ha affrontato un programma variegato, confrontandosi con brani composti tutti nei primi anni del secolo scorso ma caratterizzati da diversi linguaggi compositivi. Piacevole omaggio a Ferruccio Busoni (1866-1924) l’esecuzione iniziale della sua Fantasia su Johann Sebastian Bach BV 253. Composta nel 1909 e dedicata al padre “alla memoria di mio padre Ferdinando Busoni”, questa fantasia include sia la complessità melodica bachiana che quella delle armonie busoniane. Il passaggio da un tocco brillante ad uno più scavato rendono l’esecuzione interessante, evidenziando così la precoce maturità di Ivanov. Negli stessi anni, a Parigi, l’ormai noto compositore Maurice Ravel (1875-1937) affrontava un periodo di sviluppo ed evoluzione. L’assidua frequentazione di un gruppo di artisti estrosi, conosciuti come gli “Apaches”, e la voglia di rinnovare la propria immagine portano Ravel alla scoperta di un nuovo ed unico linguaggio musicale. É proprio in questo momento che compone Miroirs, una curiosa raccolta di 5 brani ricchi di ispirazioni extramusicali. Con la loro esecuzione il pianista esprime al meglio il suo talento. La freschezza e giocosità dei brani viene risaltata grazie ad una rara abilità tecnica: precisione di tocco e di fraseggio valorizzano i virtuosismi senza appesantirne l’effetto complessivo. Queste 5 brevi opere Noctuelles, Oiseaux tristes, Une barque sur l’océan, Alborada del gracioso, La vallée des cloches fanno respirare l’atmosfera di una Parigi caotica, fucina di tendenze artistiche all’avanguardia. La Parigi raccontataci da Ravel non è però la stessa percepita dal compositore e pianista russo Aleksandr Nikolaevič Skrjabin (1872-1915), che si trovava li negli stessi anni.
Il rumore e la frenesia cittadina opprimevano Skrjabin che, nel 1907, decise di trasferirsi nella più tranquilla Losanna. La composizione della Sonata per pianoforte n.5, op.53, con la quale si conclude il concerto, risale proprio a questo periodo di ritrovata serenità del compositore. Questa Sonata è stata la prima ad essere composta in un unico movimento e porta ancora con sé il ricordo poco felice della vita che Skrjabin si era lasciato alle spalle. Un vortice impetuoso di contrasti esagerati, accenti grotteschi e suoni sottomessi rendono questo lavoro di complessa esecuzione. Il pianismo preciso e misurato nei minimi dettagli di Ivanov fa sentire la mancanza di quel tocco di brutalità che avrebbe reso l’interpretazione più d’impatto. Nel finale non si può non notare l’assenza del fragore degli applausi, gli immancabili bis, l’entusiasmo della sala, a testimonianza del difficile periodo che tutto il mondo dell’Arte sta affrontando. Ruolo di sfondo e cornice unica hanno avuto per l’intero concerto i palchi del Teatro alla Scala che, benché vuoti, sono riusciti a trasmettere il loro fascino intramontabile nelle riprese, invogliando l’ascoltatore “casalingo” ad andare a riempirli al più presto.
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