Musica

Geografie sconosciute. Angela Hewitt, pianista canadese in concerto a Trento

Trento, Società Filarmonica, 22 ottobre 2021, ore 19.30
Angela Hewitt, pianoforte

François Couperin (1668-1733)
Dix-huitième Ordre
La Verneüille; La Verneüilléte; Sœur Monique; Le Turbulent; L’Attendrissante; Le Tic-Toc-Choc ou Les Maillotins; Le Gaillard-Boiteux
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)
Sonata per pianoforte n. 3 in Si bem. magg. K 281
Allegro – Andante amoroso –  Rondeau: Allegro
Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Suite Inglese n. 4 in Fa magg.BWV 809
I.Prelude II. Allemande III. Courante IV. Sarabande V. Menuet I and II VI. Giga
Passacaglia in do min. BWV 582 (arr. d’Albert)

La pianista Angela Hewitt è stata calorosamente accolta dal pubblico per il recital del 22 ottobre 2021 nell’ambito della Stagione Concertistica 2021/2022 della Società Filarmonica di Trento. Canadese di nascita, la Hewitt è conosciuta in tutto il mondo per la sua interpretazione del repertorio barocco. L’amore per la musica J. S. Bach la ha portata ad incidere l’intera opera bachiana per tastiera in ben 14 dischi distribuiti in tutto il mondo, consacrando il suo successo. Il programma scelto per il recital trentino ci fa esplorare varie sfaccettature del repertorio classico e barocco, eseguite però con la sonorità e la pienezza armonica tipiche del pianismo contemporaneo. Già dalle prime note di La Verneüille di François Couperin (1668-1733) la pianista, in un modernissimo abito in paillettes, accende l’atmosfera della sala trasportando il pubblico in un’altra epoca. I trilli che rendono inconfondibile questo repertorio, non si limitano ad essere solo abbellimenti e virtuosismi ma, nelle mani della pianista canadese, diventano parte integrante della melodia. I contrasti tra i vari brani del Dix-huitième Ordre sono accattivanti: il suono dolce e delicatamente femminile in La Verneüilléte, Sœur Monique e LAttendrissante si alterna a quello pungente e brillante in Le Turbulent, Le Tic-Toc-Choc ou Les Maillotins e Le Gaillard-Boiteux. Couperin compose questo brano nel 1722 per essere eseguito sul clavicembalo, ma il sapiente e quasi impercettibile uso del pedale di risonanza della Hewitt riesce a far apparire questo brano scritto appositamente per pianoforte. La Sonata n. 3 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791) aggiunge un carattere giocoso e scherzoso al recital. Questa Sonata, composta da un Mozart appena diciottenne, racchiude tutte le capacità del compositore. L’influenza dell’autorevole scuola francese dei due figli di J.S. Bach (Philipp Emanuel e Johann Christian) e quella di J. Haydn, si palesano nello stile galante e nella struttura a “forma sonata”, mentre nella freschezza dei temi fanciulleschi dell’Allegro e nella libertà espressiva dell’Andante amoroso si può cogliere la peculiare musicalità del genio salisburghese. Ascoltando l’ultimo movimento Rondeau: Allegro, si possono facilmente immaginare alcuni bambini che si rincorrono e giocano tra loro. Il tema principale “di gavotta”, una danza francese tipica per il suo incipit in levare, viene esposto cinque volte e intrecciato con altre melodie che accentuano la grinta della composizione. Il tono danzante dell’ultimo movimento di Mozart introduce con il giusto carattere l’ascolto della Suite Inglese n. 4 BWV 809 di Johann Sebastian Bach (1685 – 1750). In questo brano, composto da cinque danze probabilmente per un nobile inglese, Bach mescola il temperamento tipico del balletto con la sua ineguagliabile intelligenza compositiva. La scrittura polifonica viene sublimata dall’esecuzione della Hewitt che ne da una visione orchestrale e dal suono coraggioso. La stessa pienezza acustica percepita nella Suite si fa ancora più presente nell’ultimo brano, un’arrangiamento di E. d’Albert della Passacaglia in do min. BWV 582 di J.S. Bach. La facilità di esecuzione, il sorriso compiaciuto con cui la pianista canadese affronta passaggi tecnici di alta complessità, fanno sembrare questa composizione apparentemente semplice. Niente è lasciato al caso, ogni movimento, colore, respiro, è frutto di uno studio minuzioso che si fa invisibile grazie alla fluidità e naturalezza esecutiva. É proprio l’insieme di tutti questi piccoli dettagli interpretativi che confermano il grande talento di Angela Hewitt e contribuiscono a rendere la musica eseguita di grande impatto anche in una sala da concerto. Nonostante il suo repertorio si concentri principalmente sul classico e barocco, Hewitt non manca di dimostrare la sua versatilità con due richiestissimi bis: il romantico Widmung di F. Schubert nella trascrizione di F. Liszt e un suo personale arrangiamento di Best du bei mir, BWV508 di G.H. Stölzel.

 

Monica Maranelli

Pianista, docente, amante dell'Arte in tutte le sue forme

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