Parlare di Arena, oggi, significa sostanzialmente parlare d’Opera. Il merito di questa considerevole ed ormai indissolubile associazione è del tenore veronese Giovanni Zenatello, che con l’impresario teatrale Ottone Rovato ebbe – 110 anni fa – la perspicace idea di portare la lirica nell’anfiteatro simbolo della città. Da quell’Aida, che nell’agosto del 1913 servì da festeggiamento per il centenario della nascita di Verdi, solo pochi anni non hanno visto una stagione accendere l’Arena con la bellezza dell’Opera, a causa essenzialmente delle due guerre del Novecento. Oggi, la fondazione festeggia l’apertura del centesimo festival areniano e celebra la grandezza di una tradizione ormai sacra, nota in tutto il Mondo per l’unicità di un luogo che è divenuto – per citare lo slogan ufficiale – «il più italiano sulla Terra».
A segnare l’inizio della serata è l’emozionante passaggio delle Frecce Tricolori, che sorvolano la città lasciando i colori della bandiera ben impressi nel cielo. Segue una suggestiva esecuzione del Canto degli Italiani, con il coro schierato sul palco e vestito a settori di verde, bianco e rosso. Qualche goccia di pioggia costringe l’Orchestra ad abbandonare la buca, e lascia tutti in attesa per qualche minuto, prima di poter finalmente proseguire con l’inizio dell’Opera.
Il binomio Opera ed Arena si è concretizzato negli anni attraverso la rappresentazione di decine di titoli, di differenti compositori e generi, eppure conserva un incontrovertibile tendenza a rievocare in tutti lo stesso nome: Aida. In un’intervista inserita in documentario che mezzo secolo fa ripercorreva i primi 50 anni del festival, si racconta di come, negli anni Dieci e Venti, i Veronesi che avevano accesso al mondo della lirica per la prima volta così agevolmente si riferissero all’Opera in Arena proponendosi di “Andare all’Aida”, indipendentemente da quale fosse il melodramma in scena. Un accostamento così forte e durevole che non poteva che essere commemorato anche in questa occasione, con la scelta di un nuovo allestimento curato da Stefano Poda, e destinato senz’altro a far discutere.
L’Arena per una sera è Il Teatro, e porta in città un evento di enorme portata, in grado di coinvolgere un pubblico eccezionale ed internazionale, e un cast di spicco del panorama musicale del Mondo intero. Sono presenti le massime cariche politiche: sulla tribuna d’onore, a fianco al Sindaco Damiano Tommasi, siedono infatti i presidenti del Senato e della Camera, con una vasta rappresentazione del governo. In platea siede invece una folla di VIP italiani e stranieri, tra cui – a titolo di esempio – Matt Dillon, Giovanni Rana, i cantanti de Il volo, Orietta Berti, Amadeus, Lino Banfi, Antonio Albanese, Vittorio Sgarbi, Alfonso Signorini e alcuni tra i più seguiti influencer e youtuber. Il red carpet, però, è conquistato dall’ospite d’eccezione che fa il suo ingresso tra una calorosissima ovazione dell’Arena intera: Sophia Loren.
Tra i teatri d’Opera del Mondo, si sa, quello veronese può vantare la più grande capienza. Con 30.000 posti a sedere, ha dato accesso al mondo della lirica a sempre più appassionati, contribuendo negli anni all’affermarsi di un’idea di Opera che fosse davvero per tutti. Mai come per questo evento, però, l’Arena è stata aperta ad un pubblico così vasto: oltre ai presenti sulle poltroncine della platea e sulle iconiche gradinate, lo spettacolo ha coinvolto milioni di telespettatori grazie alla mondovisione curata dalla Rai. Decine di telecamere, tra cui droni e stazioni mobili trasportate da funi sopra a tutto l’anfiteatro, hanno regalato una visione che nulla ha da invidiare ai prestigiosi posti in prima fila. La conduzione di Milly Carlucci è stata scorrevole e piacevole, e si è avvalsa di ospiti quali Luca Zingaretti e Alberto Angela, che ha fatto ingresso dalla platea raccontando un affascinante riepilogo della storia dell’anfiteatro veronese. La trasmissione, che si è affermata con uno share maggiore del 13%, è stata inoltre proiettata in diversi maxi-schermi installati per l’occasione nei quartieri della città, dove centinaia di veronesi si sono riuniti in un contesto che ricorda forse le proiezioni delle partite di calcio. Questa volta, però, tutti uniti in un tifo unanime, per la musica, per la cultura e per l’immagine dell’Italia nel Mondo.
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