Anche i grandi pianisti si affidano al web per documentare recital e personali percorsi di studio. In questo caso Carlo Grante, docente del conservatorio di Bolzano, lascia una sua documentazione sonora che documenta il suo personale percorso di interprete. Il progetto è nato dal collegare 24 brani per pianoforte da scoprire, per ogni giorno dell’Avvento. Ogni video è inedito e proviene da un’unica telecamera fissa, e arriva dal pianoforte a coda Bösendorfer 280 Vienna Concert presso l’Astartis Studio, a Merano, in Alto Adige. Questa celebrazione musicale comprende composizioni di Adolphe, Bach, Bernard, Busoni, Chopin, Godowsky, Rachmaninov e Scarlatti, oltre ad alcune sorprese. Alcune di queste opere sono, implicitamente o esplicitamente, “natalizie”, o almeno ispirate al Natale. Alcune di queste opere hanno lo scopo di evocare la complessità dei sentimenti e delle emozioni che circondano l’Avvento. E alcuni offrono uno sguardo alla sua celebrazione dell’imminente 150° compleanno di Rachmaninov. Certamente é il corpus delle composizioni pianistiche di Sergej Rachmaninov , qui impegnato con i Preludi op. 23. quello più interessante.
Il rischio che si incorre quando si prendono per mano i composiotri del tardo romanticismo è quello di indugiare sul facile ascolto impostato sullo slancio virtuosistico di cui è impregnata la scrittura proprio di Rachmaninov. Tante sono le reminescenze del pianismo di Chopin e di Listz che compaioni nella scrittura di Rachmaninov che credeva in un Romanticismo acritico in cui il suo esuberante senso melodico trovava un’espressione diretta senza porsi problemi riguardo alla forma o al mezzo espressivo. Le innovazioni linguistiche dei suoi contemporanei lo lasciavano indifferente (o poco disponibile) e considerava “cerebrali” musicisti come Debussy, Ravel, Skrjabin. L’influenza chopiniana è molto forte anche se i suoi Preludi sono più lunghi e strutturalmente più complessi di quelli del compositore polacco. La libertà formale, connaturata al genere del Preludio, è sfruttata appieno e in queste pagine troviamo decine di idee melodiche e formule tecniche inconsuete; le atmosfere sono in continua mutazione e accanto al sentimento nostalgico.
La lettura da parte di Grante è asciutta ed essenziale, nonchè elegante risultato delle sue letture anche didattiche di interpretazione. Come per tutte le altre registrazioni che ci presenta un pianista tecnicamente perfetto e fornito di una lettura interpretativa essenziale nel definire lo stile di ciascun compositore.
Carlo Grante (L’Aquila, 1960)
Nato in Italia, si è diplomato in pianoforte con Sergio Perticaroli al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, città in cui ha studiato composizione con Claudio Perugini, quindi in USA con Ivan Davis, laureandosi all’Università di Miami e proseguendo con Rudolf Firkusny alla Juilliard School di New York; in seguito si è trasferito a Londra, dove ha studiato intensivamente con Alice Kezeradze-Pogorelich. È prontamente considerato un importante artista solista di concerti a livello internazionale. attualmente è docente di pianoforte al concervatorio di Bolzano C. Monteverdi.
Grante può vantare un’impressionante carriera internazionale: dopo la sua formazione classica a Roma, Miami e alla Juilliard School di New York, si è esibito con le principali orchestre, tra le quali la Dresden Staatskapelle, la London Royal Philharmonic Orchestra e la Wiener Symphoniker. Al Newport Festival del 1995, Grante è diventato il primo pianista a suonare dal vivo tutti i 53 Studies on Chopin’s Etudes di Leopold Godowsky. Carlo Grante è un artista Bösendorfer.
“Sono cresciuto con un Bösendorfer. Per me un Bösendorfer è un amico, un fratello, un compagno. Mi fido di questo strumento.” Nel corso della sua carriera ha registrato più di 50 album e, oltre che per il suo lavoro pionieristico con Scarlatti, è noto per le sue interpretazioni di Mozart, Chopin, Schumann, Liszt, Busoni e Debussy.