Musica

Il Rossini del Lago di Garda. Arie d’opera a Palazzo Bettoni di Bogliaco (Lago di Garda-Bs)

Sulle ali del canto al Solstizio d’estate, 20 giugno 2019 Bogliaco Palazzo Bettoni
Silvia Dalla Benetta, soprano – Chiara Tirotta, mezzosoprano – Michele D’Elia, pianoforte

Gioachino Rossini (1792-1868)
Zelmira, Perché mi guardi e piangi… (duetto)
Gioacchino ROSSINI (1792-1868)
Otello, La canzone del Salice
Silvia Dalla Benetta, soprano
Gioacchino ROSSINI (1792-1868)
Quai Voci, quai note (aria da camera per Adelaide Malanotte)
Chiara Tirotta, mezzosoprano
Gioacchino ROSSINI (1792-1868)
Semiramide, Bel raggio lusinghier
Silvia Dalla Benetta, soprano
Gioacchino ROSSINI (1792-1868)
Tancredi, O patria… Di tanti palpiti
Già la morte s’appressa, io già la sento.
(finale del Tancredi versione Ferrara 1813)
Chiara Tirotta, mezzosoprano
Vincenzo BELLINI (1801-1835)
Norma, Casta Diva…
Silvia Dalla Benetta, soprano
Gioacchino ROSSINI (1792-1868)
La Pietra del Paragone, Se l’itale contrade… Se per voi le care io torno”
Chiara Tirotta, mezzosoprano
Vincenzo BELLINI (1801-1835)
Norma, Mira, o Norma… Sì fino all’ore estreme (duetto)

Un filo logico lega il programma del concerto con il Lago di Garda in quanto luogo dove alcune di queste composizione presero vita. Si tratta dell’opera Tancredi che Gioachino Rossini scrisse nel 1813 a Venezia per il mezzosoprano protagonista dell’opera Adelaide Malanotte destinataria del il finale tragico introdotto nella ripresa dell’opera fatta a Ferrara nello stesso anno della composizione espressamente dedicato al mezzosoprano. Tale parte venne recuperata agli inizi degli anni’70 presso l’archivio della famiglia Lechi di Brescia già proprietaria della residenza di Isola del Garda rifugio del rapporto d’amore tra il conte Luigi Lechi e l’artista. Cantante d’eccellenza nei ruoli rossiniani tra gli anni 1801e 1820 i suoi titoli di punta del repertorio rossiniano furono Ciro di Babilonia, Pietra di paragone, Aureliano in Palmira. Quando nel 1817 Luigi Lechi comprò Isola del Garda, la Malanotte andò a vivere con lui, e dal 1821 dimorando in permanenza sull’isola. In quegli anni l’isola fu centro delle arti e vi soggiorno anche Giuditta Pasta nel 1819 cantante che ha dominato le scene del belcanto nelle opere di Bellini e Donizetti con Norma e Anna Bolena. Poco prima della morte del conte bresciano il manoscritto del finale tragico di portato a Parigi e Rossini diede la seguente deliziosa autenticazione: Dichiaro (e non senza rossore) essere questo mio autografo del 1813!!!!. A Venezia fu vergato, che tempi!!!! Aujourdhui c’est autre choce. G. Rossini (Paris, 22 Nov. 1867).

E questo recupero di storia di un luogo attraverso la musica è stato l’elemento ispiratore che ha legato tutte le parti del programma, dalla Canzone del Salice (da Otello di G. Rossini) omaggio ad una pianta d’ornamento di tanti parchi del lago alla canzone espressamente dedicata da Rossini alla Malanotte, ad arie per soprano e mezzosoprano delle opere che ha visto l’artista protagonista; non ultimo un omaggio agli illustri ospiti passati in questi specchi d’acqua Giuditta Pasta con la sua Norma. Protagoniste indiscusse del concerto promosso dall‘Associazione Culturainmusica Limes di Limone (Bs) presso il monumentale palazzo Bettoni a Bogliaco sul Garda sono state il soprano Silvia Dalla Benetta, consolidata voce drammatica internazionale, e il giovane mezzosoprano Chiara Tirotta, accompagnate al pianoforte dall’esperto Michele D’Elia,  affermato preparatore di importati voci internazionali e collaboratore all’Accademia teatrale della Scala di Milano. Voce esperta quella di Silvia Dalla Benetta che ha saputo sostenere con eleganza e professionalità le parti a lei affidate, capace di astrarle dal contesto dell’opera e trattarle come ballate, come la Canzone del Salice dall’Otello di Gioachino Rossini (dedica al tema di questo anno dei concerti della Associazione Limes), la Semiramide di Bel Raggio lusinghier, ardua con le sue puntature e scrittura di agilità, grande prova vocale e interpretativa. A Giuditta Pasta che fu ospite di questi stessi luogo, Silvia Dalla Benetta le dedica una Casta Diva, notturna e romantica e salottiera offerta al pubblico che ha riempito oltre misura lo spazio concerto, nell’affaccio diretto sul lago. Al mezzosoprano Chiara Tirotta, appena uscita dai corsi dell’Accademia scaligera, l’arduo compito di dare voce alla dedicataria del concerto, alla musa rossiniana Adelaide Malanotte, sorpendendo tutti, specie nelle parti dal Tancredi, con la sua voce morbida giustamente brunita, capace di esaltare le agilità che Rossini dissemina nelle arie in programma risolvendo la scrittura di “Di tanti palpiti” in scorrevolezza e leggerezza. Finale di emozione affidato al duetto “Mira o Norma” che ha fatto esplodere il pubblico in acclamazione e ripetute chiamate degli artisti. Successo personale per il Maestro Michele d’Elia, che nonostante la fatica del viaggio, ha saputo prontamente gestire gli artisti nelle loro personali interpretazioni. La Barcarolle di Offenbach dai Racconti di Hoffmann, affidata alle due protagoniste, ha concluso la serata, omaggio ai geni musicali del Lago di Garda.

Federica Fanizza

Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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