Cendrillon
Opérette de salon in tre atti
Musica di Pauline Viardot
Elaborazione musicale e orchestrazione Paola Magnanini
dell’Accademia AMO del Teatro Coccia
Direttore Michelangelo Rossi
Regia Teresa Gargano
Costumi e scene Danilo Coppola
Luci Ivan Pastrovicchio
Elementi dell’Orchestra del Luglio Musicale Trapanese
Personaggi e intepreti
Le Baron de Pictordu Pasquale Greco
Marie, detta Cendrillon Francesca Martini
Armelinde Simona Di Capua
Maguelonne Ilaria Alida Quilico
La Fée Raffaella Di Caprio
Le Prince Charmant Gianluca Moro
Le Comte Barigoule Dario Sebastiano Pometti
Coproduzione Fondazione Teatro Coccia
con Ente Luglio Musicale Trapanese
Video di Enrico Omodeo Salè
“VARIAZIONI CALENDARIO STAGIONE 2019/2020
A SEGUITO DEL Dpcm del 9 marzo 2020, SI AVVISA LA SPETTABILE CLIENTELA CHE IL TEATRO COCCIA RESTERÀ CHIUSO FINO A NUOVA COMUNICAZIONE. RINGRAZIAMO TUTTO IL PUBBLICO PER LA COLLABORAZIONE. E per esservi vicino anche a distanza vi invitiamo a guardare la nostra programmazione online.”
Misure stringenti che hanno decretato lo stato di quarantena generalizzato per persone e attività produttive non essenziali: #iorestoacasa è diventato un invito perentorio oltre che uno stato d’essere. In questa situazione generalizzata di blocco delle attività teatrali comunque non ci si è persi d’animo. Sono stati gli enti teatrali minori i più pronti a nuove strategie di comunicazione e ad entrare nel mondo del web con dirette streaming o istituendo appositi canali Youtube di visione delle produzioni in corso di stagione. Una stagione parallela per non allentare il contatto con il proprio pubblico, in questo caso remoto.
Il teatro Coccia di Novara in questo modo, ha condiviso le produzioni della stagione d’opera 2019-20 fin qui prodotte rimandando a data da destinarsi ciò che rimaneva della programmazione generale fatta di prosa, concerti e teatro per ragazzi. Cosi scorrendo i titoli pubblicati incrociamo le produzioni passate sul palcoscenico come Traviata e la Vedova allegra e Nabucco del passato 2018 con l’Ernani di Giuseppe Verdi, titolo di inaugurazione della stagione in corso assieme a quelle che si posso considerare prodotti di laboratorio, la Donna di Veleni di Marco Podda, regia di Alberto Jona, opera in un atto appositamente commissionata, programmata nello scorso febbraio, e la Cendrillon di Pauline Viardot, progetto dell’ AMO l’Accademia dei mestieri dell’opera, istituita all’interno della Fondazione del teatro nel 2019 e allestita nel dicembre scorso. Operetta da camera, questa, composta nel 1904 dalla cantante e compositrice Pauline Viardot per un cast di sette persone con orchestrazione pianistica, in tre atti con dialoghi, basati sulla storia di Cenerentola, sul libretto dello scrittore russo Ivan Turgeniev. Personaggio interessante quello di Michelle Ferdinande Pauline García, passata alla storia come Pauline Viardot (Parigi, 18 luglio 1821 – Parigi, 18 maggio 1910), mezzosoprano, pianista e compositrice francese, di origini spagnole figlia del cantante Manuel Garcia padre, sorella della Maria Malibran e del più famoso Manuel figlio, didatta e storico del canto. Pauline, ammirata da Berlioz, visse tanto a lungo da poter dire di aver conosciuto Lorenzo Da Ponte e ,dopo il suo ritiro dalle scene nel 1863, si stabilì a Baden-Baden dedicandosi all’insegnamento del canto e alla composizione di liriche per voce e pianoforte e di diverse operette da rappresentarsi in situazione private. E’ il caso di questa Cendrillon, opérette de Salon, o, un Opéra-Comique in miniatura, nonostante l’articolazione in tre atti, meglio tre quadri, rielaborazione della fiaba Cenerentola di Perrault.
L’allestimento proposto da Novara è il risultato di una collaborazione con l’Estate Trapanese, che già nel 2015 l’aveva allestita in forma originaria per pianoforte, proponendo la versione orchestrata da Paola Magnanini come risultato del complesso delle attività di formazione dell’Accademia dei mestieri articolata nei corsi di drammaturgia, regia, direzione d’orchestra canto lirico, acconciatura e trucco teatrale. Il risultato complessivo è un gustoso spettacolo in formato tascabile a cui non manca nulla, con il complesso degli artisti che si sono ben disimpegnati nei vari ruoli, con degnissime scene a fondale e regia snella che strizzavano l’occhio alla Cenerentola di Ponnelle, senza perdere originalità di un libretto che segue la versione originale della fiaba con annessa scarpetta.
Dal 2018, guida il teatro Coccia Corinne Baroni, originaria di Trento, approdata dopo una esperienza di amministrazione teatrale a Spoleto, Bologna e Genova e attività di promozione e divulgazione musicale.
Come è stato l’approccio a questa nuova esperienza di città capoluogo ma defilata nel panorama culturale nazionale?
Dal punto di vista umano l’impatto è stato fantastico, uno staff affiatato che mi ha aiutata ad inserirmi velocemente nel contesto sociale della città e nelle dinamiche lavorative; al Coccia la parola d’ordine è “squadra”, ed insieme abbiamo sempre superato qualsiasi difficoltà; è stato così fin dal primo giorno, ed oggi, in questa situazione a dir poco surreale, la squadra ha dato prova di saper reagire compatta e solida più che mai.
Il Teatro di Novara si trova ad essere l’unico teatro di tradizione in Piemonte e svolge la sua funzione di teatro contenitore cittadino per tutte le attività culturali di spettacolo dal vivo destinate ad una città capoluogo di provincia. Quale attenzione bisogna porre nella programmazione del complesso delle attività?
Il fatto di essere l’unico Teatro di tradizione in Piemonte, pone il Coccia nelle condizioni di dover soddisfare le esigenze di un territorio vasto e soprattutto eterogeneo; la difficoltà maggiore è quindi quella di intercettare le aspettative di quanto più pubblico possibile senza trascurare quella che è la missione principale ovvero fare cultura, produrre contenuti, preservare la tradizione ma allo stesso tempo essere innovativi. Una sfida costante che impone un ascolto attento del territorio con un occhio sempre vigile su ciò che accade nel mondo per essere pronti a coglierne gli spunti ed “importali” prontamente sul palcoscenico del Coccia.
Alla direzione musicale e artistica Matteo Beltrami, attivo giovane direttore d’orchestra: quale collaborazione si è instaurata tra direzione teatrale e direzione musicale?
Il maestro Beltrami è stata un “regalo” della passata direzione ed il rapporto con lui è un grande valore aggiunto. Nella mia qualità di direttore artistico oltre che di direttore del Teatro, il confronto con i miei collaboratori è per me molto importante; quando tra i collaboratori ci si trova un musicista del livello di Matteo Beltrami la soddisfazione è doppia!
Il teatro veniva da un’altra esperienza di gestione al femminile. Sta emergendo in Italia una forte presenza femminile nella direzioni dei teatri di tradizione: da Como, Parma, Piacenza, Cremona, Modena, insieme a Novara. Si può parlare di una modalità gestionale al femminile per stile di relazioni?
Per me è difficile parlare di genere maschile e genere femminile quando si tratta di professionalità. Non faccio distinzione tra maschi e femmine parlando di governance, mi piace pensare che stiamo raggiungendo una sorta di naturale equilibrio anche perché in Europa siamo più donne che uomini… quindi si tratta solo di trovare finalmente la giusta proporzione.
Novara appare come un polo isolato nel contesto de Piemonte rispetto a reti consolidate come quelle polo teatrale lombardo (Pavia, Cremona, Brescia, Como, con Bergamo) o dell’Emilia Romagna. Si riesce a collaborare con altri contesti regionali?
Per la verità noi collaboriamo con tutti i contesti regionali a seconda delle necessità, ogni titolo è coprodotto con almeno un altro Teatro.
Il teatro per la sua stessa architettura ottocentesca si presenta come una struttura articolata ad un centro commerciale: sono allocati anche gli spazi gastronomici dello chef Antonino Cannavacciuolo. Mettici il cuore. Cannavacciuolo all’Opera, libretto di Vincenzo de Vivo, musica e direzione d’orchestra Valentino Corvino, è il risultato di questa coesistenza condominiale. Come si è posto il pubblico innanzi a questa nuova formula di creare situazioni di palcoscenico musicale di vita reale?
Il pubblico è la cartina al tornasole di un direttore artistico ed in questo caso mi ha parlato in questi termini: avanti così!
La creazione dell’AMO, come accademia di formazione, prelude alla ricerca di una nuova formula per riaggiornare l’opera lirica? (già nel 2016 il teatro aveva proposto l’opera La Rivale di Marco Taralli)
Di seguito i corsi attivati nel corso della stagione 2019-2020:
https://www.fondazioneteatrococcia.it/accademia-drammaturgia-2019-20-2/
https://www.fondazioneteatrococcia.it/accademia-regia-2019-20/
https://www.fondazioneteatrococcia.it/accademia-direzione-2019-20/
https://www.fondazioneteatrococcia.it/accademia-composizione-2019-20-2/
https://www.fondazioneteatrococcia.it/accademia-canto-2019-20/
https://www.fondazioneteatrococcia.it/accademia-trucco-acconciature-2019-20/
L’AMO Accademia dei Mestieri dell’Opera nasce per riaffermare l’importanza della tradizione come opportunità di crescita. Solo partendo dalla profonda conoscenza della nostra tradizione possiamo pensare all’innovazione. AMO quindi come motore d’innovazione attraverso la conoscenza e l’organizzazione sistematica di un patrimonio inestimabile che si identifica nella “bottega artigiana” del Teatro d’opera.
Tra i progetti colpiti dalla chiusura delle attività il progetto Fuori Coccia (master e seminari) incentrato sulla valorizzazione della musica sacra e profana dei Maestri di Cappella, declinata al femminile. Un progetto del direttore musicale Matteo Beltrami. Si riuscirà a recuperare questo progetto originale e unico nel suo genere?
Certamente sì, lo riprogrammiamo in estate.
Novità per la stagione 20-21? Un segnale di speranza di riprenderci da questa tempesta epocale.
Molte novità … ma lasciamo spazio alla suspense …
Grazie. E un arrivederci
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