Bolzano, Teatro Comunale, 9 settembre, ore 20.30
Mahler Academy Orchestra
PHILIPP VON STEINAECKER, Direttore
Originalklang-Project
Strumenti originali Centro Culturale Euregio Dobbiaco
Prima mondiale
Gustav Mahler
Sinfonia n. 9 in Re maggiore
Può la prassi esecutiva con la sua tecnica strumentale e l’evoluzione costruttiva degli strumenti influenzare tanto il suono e la percezione di una determinata composizione?
Questo è quello che si è chiesta la Mahler Academy Orchestra e, con il progetto Originalklang-Project, quello che ha cercato di fare, riproponendo la nona sinfonia di Mahler con la sua sonorità originale dei primi del Novecento. Il progetto, voluto dalla Fondazione Ferruccio Busoni–Gustav Mahler e della Fondazione Euregio Centro Culturale Gustav Mahler Dobbiaco-Dolomiti, ha visto partecipi, oltre agli allievi dalla Academy, un gruppo di orchestrali provenienti dalle migliori formazioni musicali europee.
Per la ricerca del suono originario, oltre alla prassi esecutiva romantica, approfondita grazie alla collaborazione con il prof. Clive Brown, è stato necessario il reperimento degli strumenti originali.
Proprio in merito agli strumenti utilizzati, la Fondazione Centro Culturale Euregio Dobbiaco ha, nel corsi degli ultimi anni, raccolto strumenti ad hoc per Originalklang-Project, acquisendo tramite aste e acquisti, gli strumenti dell’Orchestra della Wiener Hofoper del 1910, avendo recuperato negli il dettagliato inventario degli strumenti che lo stesso Mahler fece acquistare al tempo per l’esecuzione delle sue composizioni.
La domanda, che tutti noi ora ci poniamo, è: sono riusciti in questo loro intento?
Già dalle prime note il pubblico ha potuto accorgersi e capire di essere pronto ad ascoltare la nona sinfonia in un modo diverso dal solito: i fiati sono molto più penetranti, mettendo in grande risalto i loro interventi; gli ottoni, con la loro asprezza, si fanno sentire molto più ma ci riportano indietro nel tempo; gli archi, con un attacco decisamente più morbido, risultano meno aggressivi ma con un suono corposo che ti avvolge in maniera progressiva. Anche alla vista possiamo notare qualcosa di diverso perché gli strumentisti, con i loro archetti, hanno movenze alle quali non siamo abituati.
Il direttore Philipp von Steinaecker dà una lettura vivace alla composizione, con momenti di grande lirismo, senza esagerare nella mielosità romantica di molti suoi colleghi.
Il numeroso pubblico presente in sala ha apprezzato molto l’impegno di questo progetto, premiando l’orchestra ed il suo direttore da lunghi applausi al termine della sinfonia.
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