Verona, Teatro Filarmonico, 1 aprile 2022, ore 20
La scala di seta
Farsa comica in un atto. Libretto di Giuseppe Maria Foppa
Edizione critica della Fondazione Rossini in collaborazione con Casa Ricordi, a cura di Anders Wiklund
Musica di Gioachino Rossini
Direttore Nikolas Nägele
Regia Stefania Bonfadelli
Scene Serena Rocco
Costumi Valeria Donata Bettella
Luci Fiammetta Baldiserri
Orchestra e tecnici della Fondazione Arena di Verona
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona
Personaggi e interpreti
Dormont Manuel Amati
Giulia Eleonora Bellocci
Lucilla Caterina Piva
Dorvil Matteo Roma
Blansac Carlo Lepore
Germano Emmanuel Franco
Le cinque farse scritte per il San Moisè di Venezia contribuirono senza alcun dubbio ad affermare il nome di un giovanissimo Rossini, che con prodigioso talento e grande maturità musicale non impiegò molto a collocarsi tra gli artisti di spicco del panorama italiano ed europeo. Tra questi titoli, La scala di seta, libretto di Giuseppe Maria Foppa, giunge al pubblico nel 1812, riscuotendo il dovuto successo grazie alla bellezza di una musica fresca e nuova, che va consolidando un delineato stile rossiniano. Se la sua sinfonia rimarrà tra i brani più eseguiti del compositore, lo stesso non può dirsi dell’opera nel suo complesso, che la storia non collocherà tra i titoli più fortunati. Quest’anno, la stagione operistica al teatro Filarmonico propone la farsa rossiniana come terzo appuntamento, segnandone l’assoluto debutto Veronese.
In questa interessante produzione, la regia è di Stefania Bonfadelli, che disegna una vicenda coinvolgente ed efficace attorno ad una bottega parigina del Novecento. Alti scaffali ricolmi di stoffe colorate caratterizzano le riuscite scene di Serena Rocco, che fornisce ai personaggi un ambiente bello e funzionale, valorizzato anche dalle curate luci di Fiammetta Baldiserri. I personaggi risultano nel complesso divertenti, senza però divenire mai esagerati o volgari, apparendo quindi come simpatiche interpretazioni dei diversi ruoli, e non come loro smodate caricature. Molto apprezzabili anche gli eleganti costumi dei protagonisti e delle comparse, il cui merito è di Valeria Donata Bettella.
La guida musicale è del tedesco Nikolas Nägele, che conduce l’opera cogliendone la scorrevolezza e la dinamicità, proponendo un suono ben articolato e di piacevole escursione dinamica. Alcune scelte agogiche risultano tuttavia leggermente azzardate, e non sempre l’insieme funziona perfettamente tra le sezioni dell’orchestra, o tra questa e i cantanti. Inoltre, a causa delle restrizioni in vigore, la disposizione dell’orchestra vede i musicisti schierati fuori dalla buca, e rende a tratti difficile dimensionarne il suono complessivo, a scapito del volume e della chiarezza con cui le voci dei cantanti arrivano al pubblico. In generale – comunque – la performance musicale è davvero piacevole ed elegante, e l’ottima interpretazione di Nägele trova – nell’orchestra della fondazione – un ensemble capace e di bel suono.
Il cast dell’allestimento vede Eleonora Bellocci, recentemente sullo stesso palco per Rigoletto, nei panni di Giulia, ruolo che si dimostra da subito più che adeguato alle sue caratteristiche vocali. La sua è infatti un’interpretazione di grande qualità, che mette in luce le capacità belcantistiche della giovane cantante, ed esalta una vocalità ricercata che pare trovare – in questo repertorio – il suo spazio ideale. Altrettanto adeguate le proprietà timbriche del tenore Matteo Roma, che nei panni del segreto marito Dorvil dà prova di apprezzabili capacità vocali, pur apparendo, in passaggi isolati, leggermente meno sicuro.
Emmanuel Franco è un simpaticissimo Germano, che riesce a rendere in maniera molto efficace interpretando egregiamente il carattere buffo del personaggio. La performance è ben riuscita anche sul piano musicale, nonostante alcuni momenti siano penalizzati dalla già citata disproporzione con il volume dell’orchestra.
Ottima anche la prova di Carlo Lepore che, chiamato questa volta ad interpretare Blansac, torna sulla scena veronese con un nuovo ruolo rossiniano. Oltre ad impersonare molto bene l’eccentrico personaggio, Lepore sfoggia con sicurezza un’eccellente interpretazione musicale, curata e coinvolgente, alla quale di certo non mancano profondità ed intensità sonora.
Completano il cast il Dormont di Manuel Amati e la Lucilla di Caterina Piva, entrambi egregiamente rappresentati dai giovani cantanti, sia per la capacità di cogliere i caratteri dei personaggi e di impersonarli in maniera molto simpatica, sia per le capacità vocali. Entrambe le performance, infatti, sono più che convincenti anche sul piano musicale.
Nella serata di venerdì 1 Aprile 2022 più di metà teatro è occupato, con un pubblico coinvolto che manifesta durante tutta la rappresentazione divertimento e apprezzamento. Al termine, il gradimento è confermato da lunghi e generosi applausi per il cast, il direttore e l’orchestra.