Firenze, Maggio Musicale Fiorentino
Sinfonica 2020/2021 – Streaming
Giovedì 11 febbraio 2021, ore 20
Franz Schubert
Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore D. 125
Largo. Allegro vivace/Andante/Menuetto: allegro vivace. Trio/Presto vivace
Franz Joseph Haydn
Sinfonia in re maggiore Hob:I:96, Il miracolo
Adagio. Allegro/Andante/Minuetto. Trio/Finale: vivace assai
Franz Liszt
Les Préludes S 97
Andante maestoso, Allegro tempestoso, Allegretto pastorale, Allegro marziale animato, Vivace, Andante maestoso
Zubin Mehta, direttore
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Il concerto sinfonico dell’11 febbraio 2021 vede ancora alla guida dell’Orchestra del Teatro del Maggio il suo Direttore onorario a vita, Zubin Mehta. La presenza frequente del Maestro al Maggio non rende questo concerto meno speciale: ogni programma diretto da Zubin Mehta ha sempre un rilievo interpretativo di spessore, che oggi ascoltiamo in un programma diviso tra il classicismo più puro e il romanticismo più azzardato. Nonostante la differenza generazionale, la freschezza che abbiamo potuto apprezzare nel concerto del 1 febbraio in un giovane direttore quale Lahav Shani (non per caso successore a Zubin Mehta nella direzione stabile della Israel Philarmonic Orchestra) non viene a mancare in quest’interpretazione del Maestro di origini indiane. L’esperienza di quasi mezzo secolo alla direzione delle più importanti orchestre del mondo sembra aver nulla tolto alla spontaneità di Zubin Mehta che, anche in questo concerto fiorentino, travolge orchestrali e pubblico virtuale sin dalle prime note. Quest’incredibile energia giovanile si sprigiona già nella prima parte del programma, con la Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore D. 125 di Franz Schubert e la Sinfonia in re maggiore Hob:I:96 di Joseph Haydn, entrambe esemplari composizioni del classicismo viennese. Nella Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore uno Schubert fresco di studi, ancora adolescente, si confronta per la seconda volta in ambito sinfonico, voglioso di dimostrare la conoscenza dello stile classico appreso a Vienna. A differenza di altre sue composizioni contemporanee meno imponenti, come i Lieder, nella Sinfonia n.2 trattiene educatamente la sua inventiva a favore di un magistrale stile classicheggiante. Ne risulta un lavoro apparentemente convenzionale ma nel quale si intravede già la geniale sensibilità e inventiva orchestrale che sublimerà nei suoi lavori più maturi. La Sinfonia in re maggiore Hob:I:96 viene invece scritta da un Haydn ormai acclamato e conosciuto. Composta a Londra un quarto di secolo prima, prevede lo stesso vasto organico di quella di Schubert, novità non indifferente poiché all’epoca solo poche orchestre disponevano di una sezione di fiati così ampia. La conosciamo anche come Sinfonia The Miracle (Il Miracolo) non per motivi musicali, ma semplicemente perché alla fine di una sua esecuzione, parte del pubblico, spostatosi dalla platea per andare a complimentarsi con il compositore, si salvò dalla caduta di un grande lampadario. L’esecuzione stabile, controllata nei tempi e rispettosa nella prassi esecutiva, comunica la maturità e l’equilibrio di un direttore come Zubin Mehta. Lo speciale rapporto che negli anni ha instaurato con l’Orchestra del Maggio si esprime con una direzione caratterizzata da una particolare naturalezza. Nella seconda parte del concerto l’orchestra cambia veste, l’organico si arricchisce ulteriormente, il direttore rinnova il suo gesto e l’orchestra muta di conseguenza, esprimendosi in tutta la sua maestosità sonora. Non c’è sostituzione alla magia della musica dal vivo, soprattutto per concerti di questo calibro e per composizioni come il Poema Sinfonico Les Préludes S 97 di Franz Liszt.
L’intensità, la drammaticità, la vibrazione emotiva percepibili in Teatro sono impossibili da replicare, neanche con l’ausilio delle migliori tecnologie. La continua lotta dell’uomo contro le difficoltà della vita si legge tra le note di questo Poema Sinfonico, tumultuoso e ricco di contrasti come l’esistenza umana raccontata nell’ode del poeta Alphonse de Lamartine, alla quale Liszt si ispira.
Il dolce motivo dell’amore, intonato dai corni e dalle viole, si interseca tra momenti di forte impatto e istanti di distensione, culminando in una marcia finale trionfante e gloriosa. L’Orchestra del Maggio si rivela ancora una volta all’altezza di questo repertorio e della bacchetta di un grande della musica come Zubin Mehta. Complimenti allo staff tecnico che ha effettuato la ripresa, capace di esaltare la qualità dell’esecuzione.
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