Merano – Kursaal
südtirol festival merano 2022
martedì, 13.09.2022, ore 20:30
Academy of St. Martin in the Fields . Joshua Bell, direttore e solista
Ludwig van Beethoven: “Egmont”, ouverture op. 84
Pëtr Il’ič Čajkovskij: Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35
Ludwig van Beethoven: Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92
E’ partito in Agosto dal Sud America questo tour estivo dell’orchestra “Academy of St Martin in the Fields diretta con Joshua Bell di ci è anche direttore musicale e solista che ha fatto tappa a Verona e a Merano in rapida successione. Per chi si fosse perso l’uno dei più acclamati violinisti della sua generazione di quarantenni, ha l’occasione di ascoltarlo a ottobre tra Cremona, Bologna e Roma (23, 24 e 25 ottobre) con accompagnamento pianistico. Ospite della serata la rinomata orchestra da camera londinese Academy of St Martin in the Fields diretta dal maestro e violinista Joshua Bell con un programma che tra Ouverture Egmont op. 84 e la Sinfonia n. 7 di Ludwig Van Beethoven inseriva il Concerto per violino e orchestra op. 35 di Čajkovskij. Come primo brano in programma troviamo l’Ouverture Egmont op. 84 di Ludwig Van Beethoven che in maniera parallela alla Sinfonia n. 7 è stato eseguito da una orchestra essenzialmente in formazione da camera in grado anche di ridimensionare lo stile eroico delle composizioni Beethoveniane. Già il riferimento del tema dell’Egmont, principe ribelle olandese alla corona di Spagna, dalla tragedia di Goethe, ci fa entrare nell’ambito della tragedia teatrale per la quale questa musica fu scritta (1809). In pieno periodo delle guerre napoleoniche, con il compositore stesso che si dissocia dall’iniziale entusiasmo per l’imperatore dei Francesi, ecco che questa composizione data a Vienna nel 1810 assurge a bandiera di libertà. Come legato a quel momento storico è la Sinfonia n. 7 eseguita nel 1813 a Vienna con tutto un programma beethoveniano che inneggiava alla liberazione dalla “tirannide” napoleonica. Musica di forza, battagliera nonostante il riflessivo Allegretto, Joshua Bell come concertatore, in orchestra in funzione di spalla ha ridimensionato lo stile “inglese”, misurato e controllato, del complesso ai tempi di Neville Marriner, tante volte ascoltato a Merano, quasi snaturando la caratteristica del complesso orchestrale. Gestione vigorosa e quasi d’impeto, quella del violinista americano come se volesse attenersi alle motivazione indotte della composizione, come segno di un percorso politico dell’autore. E d’impeto e battaglia è stata l’esecuzione della Sinfonia n. 7, dove evidenzia la molteplicità di ritmi, esplica un notevole volume di suono che spesso mette in crisi la sezione degli ottoni, mentre riesce a gestire il sottile equilibrio dell’Allegretto fatto di accenti e di puntature, con la conclusione lasciata all’Allegro con brio. Con il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35, Bell si riprende il palco e recupera nella sua lettura quelle che erano le motivazione indotte dal compositore stesso alla realizzazione del concerto per violino: la ritrovata voglia di vivere e una riacquistata serenità fatta anche di malinconia e languore.
Joshua Bell sembra attenersi a queste prescrizioni liberando il campo dal facile virtuosismo anzi come se fosse semplice l’esecuzione a discapito di chi lo qualificò insuonabile, dimostrando in questo di essere interprete. L’orchestra trae giovamento da questa modalità interpretativa dove tutto rimane raccolto in una visione intima della composizione. Il successo è meritato con ovazione e applausi scroscianti per gli artefici dell’esecuzione. E bis: come fuori programma non poteva mancare, per l’orchestra inglese, un tributo alla scomparsa Regina Elisabetta II. Joshua Bell ha voluto dedicarle il tema dal film Ladies in Lavender, del compositore britannico Nigel Hess. Joshua Bell ebbe l’onore di suonare questo brano proprio per la regina alcuni anni fa e pare che la sovrana avesse particolarmente gradito questo brano. Finale affidato a Beethoven che come si scriveva con qualche sfasamento di ottoni nel finale concitato, ma prontamente rientrato. Festa della musica quindi con il grande Kursaal esaurito in ogni suo ordine che conferma la centralità del Festival di Merano con tappa dei grandi tour internazionali.
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