Musica

Merano (Bz). La musica di Karl Jenkins e il suo messaggio di pace

Merano – Kursaal
domenica, 11.09.2022 ore 20:30
Südtirol festival Merano
Sir Karl Jenkins, direttore
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Chamber Choir of Europe . Masis Aram Gözbek (Direzione corale)
Karl Jenkins
Cantate Domino
The Armed Man – A Mass for Peace
The Armed Man
Call to Prayers
Kyrie
Save Me from Bloody Men
Sanctus
Hymn Before Action
Charge!
Angry Flames
Torches
Agnus Dei
Now the Guns have Stopped
Benedictus
Better in Peace

Südtirol festival Meran

Non è la prima volta che il compositore inglese di origine gallese Karl Jenkins si presenta in regione e assieme all’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento: già nell’agosto del 2014 era stato chiamato sempre con l’orchestra regionale proprio per l’esecuzione della partitura The armed man: a mass for peace al cartello di Arco (Trento) per la rassegna Contemporanea un progetto specifico dedicato alla musica e alla pace. A Merano la riproposta collaborazione tra il compositore inglese e Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, assieme al Chamber Choir of Europa diretto da Masis Aram Gözbek, avviene nell’ambito del Südtirol festival Merano, nella prestigiosa cornice del Kursaal per sezione Vox Humana, quella parte del festival destinata alle composizioni con organico vocale. Un grande della musica contemporanea, Karl Jenkins, che ha saputo interpretare con forza e personalità generi differenti come jazz, jazz-rock, rock progressivo e New Age, autore di notevoli partiture per organici strumentali imponenti, il compositore si presenta con progetti di impronta meditativa che traggono solidi radici nella tradizione delle composizione sacre occidentali, popolare tra chi pratica questo genere di musica che rimane saldamente ancorato alla modalità dell’armonia tradizionale e tonale, scritture per organici orchestrali con l’impiego di strumenti solistici quali arpa, marimba, violoncello. Qui a Merano lui stesso direttore di un programma monografico a lui dedicato incentrato su The Armed Man – A Mass for Peace, preceduto dalla laude Cantate Domino, espressione della tradizione della polifonia a cappella. The Armed Man: a Mass for peace (composto su commissione nel 2000) è un progetto musicale complesso, che acquista particolare significato quando esistono eventi mondiali che stanno mettendo a dura prova tutte le possibili dinamiche di convivenza e di pace. Trae origine da una canzone profana del tardo medioevo “L’homme armé” della scuola borgognona. Era il motivo più popolare utilizzato per le impostazioni musicali dell’Ordinario della Messa: oltre 40 composizioni separate intitolate Missa L’homme armé sopravvivono. E’ il movimento iniziale al ritmo di marcia e fanfara, tipica delle marce di battaglia del XVI sec. che sottende un generale richiamo alla guerra.

Südtirol festival Meran

In Jenkins questo progetto musicale riesce ad amalgamare identità musicali differenti, ma anche sonorità insolite e originali; attraverso un’orchestra dall’organico integrato con numerose percussioni. Musica che riassume le tensioni di un epoca di questa fase di millennio, con inserimenti di derivazione etnica e un coro, che propone una vera e propria summa di elementi opposti, antico e modernità; Occidente e Oriente; guerra e pace. Nel libretto si alternano citazioni di poeti inglesi come Tennyson e Kipling, ma anche testi sacri della Cristianità, una lirica di Togi Sankichi sul disastro nucleare di Hiroshima, e una citazione dell’indiano Mahabharatà oltre alla chiamata alla preghiera, a cui si aggiunge la voce di un moezzin con l’Adhaan dei musulmani. Tredici brani, tredici testi, tredici riflessioni su un tema sempre attuale, mai come oggi come quello della esigenza di pace, interventi che richiedono le voci di solisti del coro. La conclusione Better is Peace è un invito a fruire della magnifica diversità culturale che il mondo può offrire. Tanti riferimenti letterari nel complesso della composizione strutturata come una messa ma con inserzioni che traggono dalla contemporaneità. E con così tanti riferimenti letterari anche la scrittura musicale non risulta del tutto originale, ritrovando traccia di tante citazioni, riconoscibili, dal mondo della musica da film, a quello dell’opera nella musica popolare che, abilmente inseriti, contribuiscono pur sempre all’interesse e alla facilità di ascolto di un progetto intenzionalmente complesso. Una diversa proposta che ha di fatto raggiunto un’altra tipologia di pubblico alla manifestazione meranese, questa volta più giovane, meno formale, più attenta a recepire il messaggio di impegno civile che la musica sa offrire.

Federica Fanizza

Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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