Merano – Kursaal
Südtirol festival Merano 2022
Venerdì 16 settembre, ore 20.30
PHILHARMONIA Orchestra London
Santtu-Matias Rouvali direttore
Sayaka Shoji violino
Sergej Sergeevic Prokoviev
Concerto per violino e orchestra n. 2 in sol minore Op.63
Jean Sibelius
Sinfonia n.2 in re maggiore Op.43

ph. Damian Petroll

Dovere per una orchestra inglese rendere omaggio in terra straniera alla propria defunta regina. In questa maniera, con l’esecuzione dell’inno reale inglese, Philharmonia Orchestra London, sotto la direzione di Santtu-Matias Rouvali,  ha fatto iniziare il proprio concerto a Merano, nel salone del Kusaal in questa rassegna del 2022 una rassegna certamente ricca di appuntamenti e di pubblico. Si tratta di una orchestra di prestigio, fondata nel 1945 e che ha la sua sede principale nella Royal Festival Hall di Londra: vanta 76 ben anni di attività discografica, punto di riferimento per compositori di musica per film, annoverando circa 150 colonne sonore tra le sue produzioni, diventando una delle tre principali orchestre nazionali insieme alla Royal e alla London. A Merano, parte del tour italiano, ha presentato un programma alquanto particolare incentrato su due brani che da soli potevano costituire l’interesse di altrettanti eventi musicali: il Concerto per violino e orchestra n.2 in sol minore Op.63 di Sergej Prokoviev assieme alla Sinfonia n.2 in re maggiore di Jean Sibelius.
Primo brano in programma, la composizione di Sergej Prokoviev, iscriveva come solista al violino la giapponese Sayaka Shoji, classe 1983. Vincitrice del premio Paganini nel 1999, da allora la sua carriera internazionale ha proseguito molto linearmente con presenze nelle più importanti rassegne musicali internazionali e con costanti presenze presso le istituzioni concertistiche italiane. Ha dimostrato di possedere una tecnica impeccabile, suono pulito e caldo, mai sovrastato dall’orchestra. Del resto è la storia stesa del concerto, composto nel 1935 ed eseguito per la prima volta nello stesso anno a Madrid che fu utilizzato per Prokofiev per rientrare in Unione Sovietica, che richiede un violino solista che non si fa virtuoso ma che pretende tecnica e complicità interpretativa per recuperare, in questa composizione, temi ricorrenti della scrittura del compositore. Infatti il primo movimento, Allegro moderato, inizia con una melodia tradizionale russa introdotta dal violino solo creando una piacevole atmosfera di attesa e ripresa poi più volte dai vari gruppi di strumenti. Il secondo in dialogo con i pizzicati dell’orchestra, il terzo ricorda a tratti delle musiche del balletto Romeo e Giulietta, arricchito di nacchere e altre ornamentazioni iberiche che segnano il ritmo “ben marcato”, appunto. Una esecuzione tecnicamente fluida, ma non memorabile quella di Sayaka Shoji, con la quale si può fa ascrivere nel novero dei concertisti di buona qualità esecutoria ma non certamente interpreti.

ph. Damian Petroll

La seconda parte del programma è stata dedicata alla Sinfonia n.2 in re maggiore di Jean Sibelius, forse la sua sinfonia più famosa e più eseguita tra la sua produzione. La composizione fu iniziata durante la sua permanenza a Rapallo nel 1900 e si caratterizza per una struttura più matura e classica rispetto alla prima sinfonia. Caratteristiche le numerose idee musicali che si susseguono e che stupiscono ogni volta l’ascoltatore proiettandolo in atmosfere dal deciso sapore nordico. Tanta musica, trionfo di ottoni, preponderanza di contrabbassi e violoncelli caratterizzano sostanzialmente questa composizione che non si distacca da quel clima di grandiosità compositiva che ossessionava il tardo romanticismo sinfonico. Composizione anche lunga e a volte con nuclei ripetitivi, che inducono anche ad un appesantimento dell’ascolto, tra l’altro reduce da un precedente ascolto non facile e banale. Nulla da eccepire circa l’esecuzione proposta dalla Philarmonia di Londra fatta idee musicali che si sono susseguite armoniosamente, i momenti solistici e i momenti di insieme sono risultati ben amalgamati. Un appunto che si può fare alla direzione del finlandese Santtu – Matias Rouvali, dal 2021 direttore principale della Philarmonia Orchestra, è quella di aver accentuato le dinamiche sonore con la conseguenza eccesso di produzione di suono che caratterizza proprio siffatta sinfonia, contribuendo ad un ascolto impegnativo. Ma alla fine successo condiviso da parte del pubblico che si è meritato un bis a tema: sempre da Sibelius, la Danze Intermezzo op. 45 di Sibelius, ma altro tipo di musica

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Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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