Verona, Arena Opera Festival 2022, 3 settembre 2022, ore 20.45
Nabucco
Dramma lirico in quattro parti
Libretto di Temistocle Solera
Musica di Giuseppe Verdi
Nabucco Luca Salsi
Ismaele Riccardo Rados
Zaccaria Rafal Siwek
Abigaille Daniela Schillaci
Fenena Vasilisa Berzhanskaya
Il Gran Sacerdote di Belo Adolfo Corrado
Abdallo Carlo Bosi
Anna Elena Borin
Orchestra, Coro e Tecnici dell’Arena di Verona
Direttore Daniel Oren
Maestro del coro Ulisse Trabacchin
Regia e Costumi Arnaud Bernard
Scene Alessandro Camera
Luci Paolo Mazzon
Allestimento Fondazione Arena di Verona
Di quanto grandioso e scenografico sia l’allestimento areniano del Nabucco di Arnaud Bernard già abbiamo raccontato in un recente articolo, che si riferiva alla rappresentazione in scena il primo luglio di quest’anno. Un travolgente mix di imponenti scenari ed effetti speciali, calato nella cornice di un vittorioso risorgimento italiano, traccia un parallelismo storico che riporta lo spettatore all’epoca dello stesso Verdi. Ma il cartellone estivo veronese – si sa – non può che mettere in programma un numero limitato di produzioni, vista la complessità derivante dalle dimensioni del più grande teatro d’Opera mai concepito. Se i titoli non sono numerosissimi, lo stesso non può dirsi delle repliche di questi, che spesso superano la decina per le opere più celebri e gettonate. Ciò comporta l’inevitabile coinvolgimento di più di un artista per ogni ruolo, dando così la possibilità agli spettatori più fedeli di sentire interpretazioni diverse della stessa musica.
Questa volta, nel ruolo del titolo, Luca Salsi si dimostra capace di un’intensa interpretazione, dipingendo dapprima con successo un Nabucco eroico e tenace, e divenendo successivamente – con altrettanta efficacia – il personaggio più combattuto e sfiduciato che caratterizza la seconda parte dell’opera. Mettendo in campo un importante volume e una chiarissima dizione, regala una performance di gran qualità e si guadagna un importante apprezzamento del pubblico. Particolarmente ben riuscito il duetto alla fine del terzo atto, prima del Va, pensiero, a fianco di una formidabile e altrettanto acclamata Abigaille. Il ruolo della “figlia cattiva”, tanto bello e affascinante quanto complesso da ricoprire, spetta al soprano Daniela Schillaci, che corre in teatro all’ultimo momento per sostituire un’indisposta Maria José Siri. Dotata di un potente strumento vocale, si distingue per un timbro chiaro e di piacevole sonorità, accompagnato da tecnica e precisione. Il personaggio è inoltre reso con intensa interpretazione e con una notevole grinta, sia scenica che nel canto.
Alla guida degli ebrei, o meglio degli italiani rivoluzionari, un riuscito Zaccaria impersonato da Rafal Siwek. Anch’esso ben calato nel ruolo, si fa trascinatore della folla sul palcoscenico con personalità e con una notevole prova vocale. Riccardo Rados e Vasilisa Berzhanskaya sono invece – rispettivamente – Ismaele e Fenena. Anch’essi non deludono, grazie a delle performance precise e coinvolgenti e ad una buona capacità di calarsi nel proprio ruolo. Vocalmente mostrano entrambi tecnica e sonorità, con un particolare tocco di eleganza nel suono a caratterizzare Fenena, e un interessante volume usato con precisione a caratterizzare Ismaele. A completare con successo il cast l’Abdallo di Giacomo Leone, Elena Borin nel ruolo di Anna, e un Adolfo Corrado meritevole di menzione nei panni del Gran Sacerdote di Belo.
Sul podio nuovamente Daniel Oren, bacchetta fissa di tutte le rappresentazioni di Nabucco del 2022, fatta eccezione di un’unica data. La sua conduzione è sicura e curata, e contribuisce in gran parte ad uno spettacolo riuscitissimo e di grande effetto. Sul piano dell’interpretazione non vi sono significative differenze con l’ascolto del luglio scorso, come è comprensibile, a meno forse di qualche scelta agogica che pare – stavolta – ancora più veloce e scattante. Bello il suono dell’orchestra della fondazione Arena, curato e molto ben amalgamato, e bene il coro, forse leggermente meno coeso della volta scorsa, ma comunque molto coinvolgente per l’interpretazione e per l’imponente volume che lo caratterizza.
Nella serata di sabato 3 settembre, nonostante la minaccia del maltempo, l’Arena è gremita di spettatori coinvolti e soddisfatti, a cui non si fa mancare il bis del Va, pensiero. Grande apprezzamento durante tutta l’opera e al termine della rappresentazione, con intensi applausi ai solisti, al coro e all’orchestra. Particolarmente apprezzata anche la scenografia, che suscita non poco stupore e applausi spontanei nei magnifici cambi di scena.
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