Musica

Nel Duomo di Trento nel note sacre di F. Joseph Haydn con l’Orchestra Haydn di Bz e Tn assieme al Vescovo di Trento

TRENTO, DUOMO, MARTEDÌ 20.06.2023 ALLE 20.30
PROGRAMMA STAGIONE SINFONICA 2022/23
FONDAZIONE ORCHESTRA HAYDN
LUIGI DALLAPICCOLA: PICCOLA MUSICA NOTTURNA
JOSEPH HAYDN: LE ULTIME SETTE PAROLE DEL NOSTRO SALVATORE SULLA CROCE HOB. XX:1A
Pater, dimitte illis quia nesciunt quid faciunt
(“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”)
Hodie mecum eris in Paradiso (“Oggi sarai con me in Paradiso”)
Mulier, ecce filius tuus (“Donna, ecco tuo figlio”)
Deus meus, Deus meus, utquid dereliquisti me?
(Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”)
Sitio (“Ho sete”)
Consummatum est (“Tutto è compiuto”)
In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum
(“Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”)
DIRETTORE D’ORCHESTRA KENT NAGANO
VOCE CON LA PARTECIPAZIONE DEL VESCOVO DI TRENTO MONS. LAURO TISI
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO

“È una bella notte d’estate.
Hanno le case alte
le finestre aperte
sull’ampia piazza del vecchio paese.”
Sono i primi versi di 𝙉𝙤𝙩𝙩𝙚 𝙙’𝙚𝙨𝙩𝙖𝙩𝙚 del poeta spagnolo Antonio Machado, che Luigi Dallapiccola appone alla partitura della sua 𝙋𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙖 𝙢𝙪𝙨𝙞𝙘𝙖 𝙣𝙤𝙩𝙩𝙪𝙧𝙣𝙖.
In Dallapiccola l’oscurità si frammenta in ombre solide come le geometriche e misteriose piazze metafisiche di De Chirico. Un brivido di mistero attraversa anche Le ultime parole del nostro Salvatore sulla croce, tra i più grandi capolavori di Franz Joseph Haydn.
Anche qui, l’oscurità fa da cornice ideale: racconta il compositore che il vescovo di Cadice commissionava ogni anno un oratorio per la Quaresima, da eseguirsi nella tetra Cattedrale, i cui muri, colonne e finestre erano ricoperti di drappi neri e l’oscurità era rotta solo da una lampada centrale. In questo contesto, il vescovo pronunciava le ultime frasi di Cristo sulla croce, teneva un discorso su ognuna di esse e dopo ogni discorso si prosternava davanti all’altare, lasciando spazio alla musica. Haydn costruisce dunque una sorta di oratorio per soli archi, in cui il testo sottinteso è rappresentato dalle sette frasi attribuite a Cristo dai vangeli: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno; In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso; Donna, ecco il tuo figlio!; Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?; Ho sete; Tutto è compiuto; Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
Con questo fondamento della musica sacra il direttore giapponese Kent Nagano prosegue il suo cammino alla scopereta del repertorio sacro di Franz Joseph Haydn, all’inizio di stagione confrontandosi con l’oratorio La Creazione, ora chiudendo la stagione concertistica 22/23 della Orchestra Haydn di Bolzano e Trento con Le ultime parole del nostro Salvatore sulla croce.


Duomo di Trento stracolmo di gente, per un concerto libero e gratuito, scelto come luogo per questo evento che condiviso con Bolzano ha visto la partecipazione attiva del rispettivi vescovi, Ivo Muser per Bolzano e Lauro Tisi per Trento, come autori delle brevi riflessioni sulle sette citazioni evangeliche del Venerdì Santo sulla morte di Cristo. Composizione austera e fu proprio con quest’opera che la fama del compositore austriaco si estese in tutta Europa, ma anche immagine sonora di quanto la musica del settecento si stava evolvendo. Nagano offre una lettura austera nella composizione, indirizzando l’ascolto, con un andamento pacato e meditativo su quanto il mondo musicale di Haydn si stesse evolvendo verso nuove forme di sonorità e struttura compositiva dando spessore a modalità che vennero percepite dai suoi successori, Beethoven in primis.

Queste innovazioni sono da inserire in un momento della vita di Haydn in cui il compositore sperimenta nuove soluzioni sul rapporto parola-musica.  Musica sacra senza coro e solisti, il compositore austriaco si prodigò affinché la parola potesse essere trasfigurata in suono, per cui le dissonanze, i contrappunti rimandano all’immagine del dolore, la melodia tematica affidata ai violini è concepita come riproduzione letterale delle parole di Cristo trasferendo il contenuto teologico proprio nel suono “puro” strumentale. L’opera si conclude con un finale di effetto prorompente, trilli e dissonanze che sconvolgono e colgono di sorpresa l’ascoltatore ancora poco avvezzo all’epoca a questi urti sonori e a contrasti armonici così arditi: un movimento breve Presto e con Tutta Forza, per rappresentare il terremoto al momento stesso della morte di Gesù.

Tre sono state le frasi commentate da mons. Tisi: “Donna, ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: ecco tua madre” (Gv 19, 26-27), “Ho sete” (Gv 19,18), “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” , riflessioni che hanno avuto il fondamento nell’ attualità quotidiana e nel porsi a confronto con l’altro.
Pubblico che si è stretto attorno all’Orchestra e al direttore Kent Nagano che ha condiviso il successo dell’evento con gli stessi presenti ringraziando personalmente chi lo ha avvicinato per un semplice gesto di saluto.

Federica Fanizza

Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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