Pesaro. Vitrifrigo Arena, 11 agosto 202, ore 20.00
Eduardo e Cristina
Dramma per musica in due atti di T.S.B.
Musica di Gioachino Rossini
Edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Casa Ricordi, a cura di Andrea Malnati e Alice Tavilla
Direttore JADER BIGNAMINI
Regia, Scene, Costumi, Luci e Coreografie STEFANO PODA
Regista collaboratore PAOLO GIANI
INTERPRETI
Carlo ENEA SCALA
Cristina ANASTASIA BARTOLI
Eduardo DANIELA BARCELLONA
Giacomo GRIGORY SHKARUPA
Atlei MATTEO ROMA
CORO DEL TEATRO VENTIDIO BASSO
Maestro del Coro GIOVANNI FARINA
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI
PESARO. Una generale curiosità, diverse aspettative e qualche dubbio hanno preceduto la prima assoluta dell’opera-centone Eduardo e Cristina, ultima tra le opere del catalogo rossiniano a essere rappresentata al Rossini Opera Festival, andata in scena l’11 agosto alla Vitrifrigo Arena quale primo titolo del 44° ROF. Legittimo il dubbio sulla validità di un assemblaggio di varie componenti già utilizzate in altre opere: se è finora è stato giudicato negativamente, un motivo ci dovrà pur essere. Visto l’esito ottenuto in questa occasione, si deduce che solamente il fatto che si tratti di un centone con un solo brano originale al suo interno ha determinato di per sé lo scarso interesse ad allestire questo titolo e la preferenza per opere che dessero maggiori garanzie di successo, dove gli autoimprestiti vi siano presenti eventualmente in parte minimale. Il soggetto è comunque interessante e ha una sua forza (pur non paragonabile a quella di un Mosé in Egitto o di una Semiramide): il matrimonio segreto della principessa e un figlio tenuto nascosto alla corte, che mettono in crisi le convenzioni e contrariano il re, che per lei ha già progettato un matrimonio. La drammaturgia è efficace e il pathos non manca; anche la musica funziona, se si resiste alla tentazione di identificare la provenienza dei brani e la si ascolta invece così com’è.
Eduardo e Cristina” si è rivelato un lavoro convincente e il merito va a chi si è impegnato a valorizzarlo, a cominciare dal regista Stefano Poda (sue anche scene, costumi e coreografia. Leggi qui intervista) che ne ha dato una lettura impostata all’ambivalenza, alla possibilità di una musica di esprimere sia un particolare stato d’animo (o sentimento) sia il suo contrario, che ha fatto in modo di valorizzare senza parzialità tutti i ruoli, ciascuno dei quali ha ottenuto più di un momento di gloria. Enea Scala non solo si distingue per un’emissione costantemente all’altezza, ma conferisce l’opportuna carica drammatica al ruolo di Carlo, non facile da svolgere in modo efficace anche per le implicazioni psicologiche, è infatti un personaggio lacerato dallo status di sovrano che confligge con quello di padre. Le numerose parti rossiniane en travesti interpretate da Daniela Barcellona ne hanno fatto una specialista, la sua presenza nella compagnia di canto costituisce di per sé una garanzia e anche nella parte di Eduardo si è fatta valere, meritando il fragoroso omaggio tributatole.
Il soprano Anastasia Bartoli, al suo debutto al ROF, conferisce a Cristina una grande carica nei sentimenti di rabbia, sdegno e disperazione piuttosto che tratteggiarla come dolce, addolorata e rassegnata; impositiva e robusta la voce di Grigory Shkarupa nella parte di Giacomo, quella con la presenza minore in termini di tempo; da parte sua Matteo Roma presta ad Atlei un bel timbro tenorile, chiaro e penetrante, sorretto da un’emissione prestante.
Anche l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai costituisce di per sé una garanzia, valorizzata in questo caso dalla conduzione di Jader Bignamini; ottima la prestazione del Coro del Teatro Ventidio Basso, preparato da Giovanni Farina, i cui interventi, anche in compresenza con i solisti, si facevano ammirare per la precisione e l’ottimo coordinamento. Applausi scroscianti alla fine del primo atto, acclamazioni per Bignamini all’inizio del secondo, ovazione che faceva vibrare l’impiantito alla conclusione, con qualche voce di dissenso nei confronti della regia in sottofondo.