MERCOLEDÌ 5 GIUGNO /MITTWOCH, 5 JUNI
TRENTO • TRIENT
Cattedrale di S. Vigilio, ore 20.30
Dom, 20,30 Uhr
ANTEPRIMA BUSONI
In collaborazione con | In Zusammenarbeit mit
Omaggio a Ferruccio Busoni nel centenario della morte
Soprano|Sopran, Aurora Bertoldi
Contralto|Alt, Caterina Dalmaso
Tenore|Tenor, Anton Radchenko
Basso|Bass, Federico Evangelista
CORO FILARMONICO TRENTINO
(Direttore|Leitung, Sandro Filippi)
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
Direttore|Leitung, Ruben Jais
Programma | Programm
F. Busoni, Berceuse élégiaque. Des Mannes Wiegenlied am Sarge seiner Mutter, op. 42
Motette “Gott erbarme sich unser“ 67. Psalm, op. 55, Kind. 174a*
*prima esecuzione assoluta|Uraufführung
F. Mendelssohn-Bartholdy, Lauda Sion, op. 73
In collaborazione con | In Zusammenarbeit mit
Orchestra Haydn Orchester di Bz e Tn
C’è ancora molto da conoscere attorno alla figura di compositore e interprete pianista di Ferruccio Busoni (1866-1924), basterebbe solo il fatto che tra il 1903 e il 1912 si confrontò con la scrittura di Arnold Schoenberg, e che la Berceuse élégiaque ebbe la prima esecuzione il 21 febbraio 1911 nella Carnegie Hall di New York, con la Boston Symphony Orchestra diretta da Gustav Mahler. In sala ad applaudire c’era anche Arturo Toscanini. Fu l’ultimo concerto diretto da Mahler, che dopo il suo rientro a Vienna morì a distanza di tre mesi. e questi sono gli i riferimenti del complesso mondo musicale in cui Busoni , come pianista e come compositore si trovo pienamente immerso.
Certo mondi musicali estremi ma che definivano il complesso mondo della cultura europea di inizio secolo, tra ricerca di percorso oltre le forme della tradizione e mantenimento della perfezione armonica. E’ stato, quindi, quanto mai particolare il progetto messo in campo dal festival regionale di Musica sacra di Trento e Bolzano dedicato a due composizione di ispirazione sacra di Ferruccio Busoni, in occasione del centenario della morte, tra cui un inedito giovanile del 1880. Ospitato sotto le volte austere del Duomo di Trento, con un cambiamento improvviso di sede, con il sostegno dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, l’evento costituiva certamente il pezzo forte di tutta la rassegna, progetto impegnativo anche perché riguardava brani di rara esecuzione compresa anche la Lauda Sion di F. Mendelssohn-Bartholdy, e con la richiesta di una forte corale polifonica e di solisti a sostegno del Mottetto busoniano e della Laude di Mendelssohn.
Motivazioni differenti sottendono le due composizioni di Busoni. Nel giro di pochi mesi Ferruccio Busoni perse entrambi i genitori, che vivevano a Trieste, omaggiandone la memoria con importanti composizioni. La Fantasia nach Johann Sebastian Bach per pianoforte Alla memoria di mio padre Ferdinando Busoni (24 giugno 1834 – 12 maggio 1909) fu composta di getto a poche settimane dalla sua morte e fu definita dal compositore «uno dei miei pezzi migliori». A distanza di pochi mesi Busoni avrebbe dovuto nuovamente misurarsi con simili sentimenti in seguito alla morte della madre Anna Weiss (13 gennaio 1833 – 3 ottobre 1909), che era stata altrettanto determinante nella sua prima formazione musicale e pianistica. Ancora una volta affidò i suoi sentimenti e le sue riflessioni alla musica, componendo a Londra nel corso dello stesso mese di ottobre una partitura orchestrale cui diede il titolo di Berceuse élégiaque, op. 42, e come sottotitolo l’epitaffio Ninna-nanna dell’Uomo sulla bara di sua Madre. [Des Mannes Wiegenlied am Sarge seiner Mutter] Poesie […] In memoriam Anna Busoni, n. Weiss, m. 3. Oct. mcmix, corredandolo di quattro versi premessi alla partitura: «Dondola la culla del bimbo, / oscilla la bilancia del suo destino, / svanisce il cammino della vita, / si perde in lontananze eterne…». [«Schwingt die Wiege des Kindes, / Schwankt die Waage seines Schicksals, / Schwindet der Weg des Lebens, / Schwindet hin in die ewigen Fernen…».]
Opera giovanile invece il Mottetto Gott erbarme sich unser (67. Psalm) per coro misto e orchestra, parte delle circa duecento composizioni del periodo giovanile, di cui una trentina sono brani su testi sacro-liturgici. Del Mottetto Busoni approntò dapprima una versione per coro e pianoforte, al 23 dicembre 1880, a soli 15 anni, risale invece la sua successiva orchestrazione, che suscitò l’ammirazione del suo maestro Mayer/Rémy. Nel concerto di congedo di domenica 24 aprile 1881 nel Landschaftlicher Rittersaal organizzato dal comitato che aveva patrocinato e sostenuto la permanenza dei Busoni a Graz, l’esecuzione del Mottetto era abbinata a quella di altre recenti composizioni del giovane Ferruccio che nella prima parte diede anche un saggio delle sue doti pianistiche, eseguendo importanti pagine del repertorio classico e romantico. Busoni articola la sua lettura musicale del Salmo 67 in tre grandi quadri che danno rilievo scultoreo al testo biblico. Il primo pannello è quello più articolato e ingloba cinque degli otto versi del Salmo, di cui il primo «Gott erbarme sich unser und segne uns» costituisce una sorta di refrain. Il secondo pannello è costituito dal grande corale di lode «Es preisen dich, Gott, die Völker», raccordato senza soluzione di continuità al terzo e ultimo pannello, la fuga a due soggetti sul verso conclusivo «Es segne uns Gott und alle Welt», prodigio di sapienza contrappuntistica.
Sorprendente si è rivelata la Lauda Sion per soli, coro e orchestra, op. 73 di Mendelssohn, in quanto il composizione apparteneva apparteneva a una famiglia di origini giudaiche poi convertitasi al cristianesimo protestante, e aveva in catalogo composizioni sacre ispirate alla Bibbia, ma non alla liturgia cattolica.
La sequenza Lauda Sion Salvatorem composta nel 1264 da San Tommaso d’Aquino, è infatti una delle cinque sequenze ‘salvate’ dal Concilio di Trento che viene intonata nella sua versione gregoriana nell’ambito della festività del Corpus Domini. Gli fu appositamente commissionata dalla Chiesa cattolica belga per le celebrazioni del seicentesimo anniversario della festa del Corpus Domini e venne eseguito l’11 giugno 1846 nella Basilica di San Martino a Liegi. Si tratta di una complessa composizione che riassume per stile compositivo e per articolazione quanto è stato fin d’allora prodotto nell’ambito della musica sacra di ambito liturgico per la Chiesa Cattolica avendo come modello il complesso delle composizioni sacre mozartiane.
L’esecuzione sotto la direzione di Ruben Jais, attuale Sovrintendente della Fondazione Arturo Toscanini, orchestra regionale dell’Emilia Romagna ha cercato offrire una lettura essenziale nella Berceuse élégiaque di Busoni di quanto questo brano sia debitore delle sonorità tardoromantiche dalle lievità simboliste. Più massiccia la lettura dei due brani polifonici cercando il più possibile di individuare una linea comune: la ricerca dei modelli del contrappunto, dell’essenza della polifonia che costituiva in nerbo del programma. Qui è stata fondamentale il Coro filarmonico Trentino diretto da Sandro Filippi, che ha dato nerbo e consistenza al tutto, ben equilibrato con l’orchestra. Non pervenute le voci dei soli che si perdevano in una posizione poco felice tra orchestra e coro con la sola percezione del momento solistico del soprano (Aurora Bertoldi) Caro cibus della Laude.
Grande partecipazione di pubblico che ha affollato la cattedrale cittadina, sottolineata dal calore degli applausi nei confronti degli esecutori e degli organizzatori, con ripetute chiamate nei confronti del direttore d’orchestra, del coro e di tutta l’orchestra.