Di Annely Zeni*

Trento, Auditorium Santa Chiara, 12.10.2022 ALLE 20.30
Programma
IGOR STRAWINSKI: PULCINELLA
JOSEPH HAYDN: SINFONIA N. 94 IN SOL MAGGIORE, HOB. I: 94 “LA SORPRESA”
DIRETTORE D’ORCHESTRA OTTAVIO DANTONE
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
SOPRANO LUCIA CORTESE
TENORE ANICIO ZORZI GIUSTINIANI
BASSO MIRCO PALAZZI
Niente squilli di trombe o spari di cannone per l’apertura della stagione sinfonica siglata dall’Orchestra Haydn per il 2022-2023, la prima che può dirsi completa post-Covid. Ossia chi si aspettava un evento indirizzato al grande pubblico, secondo una ricetta composta dal solista di grido, dalla pagina sinfonica ampia e coinvolgente, ha piuttosto incontrato una sorta di senso della misura, una controllata ritrosia verso il più facile entusiasmo della infine ritrovata esperienza del concerto dal vivo. Responsabile, in primis,  la scelta del programma che esordiva con la versione originale delle musiche per il Balletto Pulcinella di Igor Strawinsky, emblematica partitura della cosiddetta svolta neoclassica nella poetica del russo. Il quale russo, dal canto suo, protestava una linea di continuità fra il canto primitivo e violento del Sacre du printemps e le azzimate melodie settecentesche ispiratrici del Pulcinella, al grido di “Voi rispettate (sottinteso il passato, la tradizione)… io amo!” Nei fatti della recezione, tuttavia, la musica di Strawinsky della modernità sembra raccogliere proprio la rinuncia al calore dell’emozione e della comunicazione in linea con le coeve esperienze espressioniste o meglio cubiste, particolarmente pensando a quelle case sghembe dei vicoli di Napoli disegnate da Picasso (e che fecero gridare allo scandalo) proprio per il Pulcinella, inscindibili dalla partitura strawinskjana. Chè appunto di musica sghemba, dalla bellezza gelida e scostante si tratta, avvolta su se stessa nelle spire di una scrittura cameristica solo apparentemente scorrevole e semplice, in realtà tecnicamente impervia con i suoi continui sobbalzi ritmici, gli intrecci “strecciati” degli interventi strumentali solistici o famigliari (archi e fiati). In una sorta di specchio storico,  alla Dorian Gray verrebbe da pensare, a completare la locandina giungeva la Sinfonia 94 di Haydn: un’oasi di buon umore illuminista, fiducioso nell’esperire la musica come divertimento colto e rasserenante, culminante in quel giocoso tema in do maggiore dell’andante con variazioni, così volutamente e sinceramente semplice e scorrevole. E dunque? Per far entrare in scena infine la nostra Orchestra Haydn, una scelta sicuramente in “campana” con i vertici artistici della compagine: il direttore artistico Giorgio Battistelli (di cui si notano le opzioni raffinate nell’arco dell’intera stagione) e soprattutto il direttore principale Ottavio Dantone, qui giustamente sul podio del concerto inaugurale.  Le origini barocche, al mondo risapute, della carriera di Dantone hanno già avuto nel recente passato dell’orchestra regionale un effetto meravigliosamente sconvolgente proprio sulla prassi esecutiva di quell’Haydn, cui l’orchestra si intitola e che dunque costituisce il piatto forte del suo repertorio: dopo anni di una, diciamolo chiaramente, insopportabilmente noiosa severa ponderosità (come se il peso sonoro equivalesse al peso storico del compositore)  finalmente una concertazione mirata  alla leggerezza, al fraseggio corto, alla vivacità del dettato dinamico, alla brillantezza dei ritmi, al sorriso lieto e perché no, fanciullesco, del Settecento. Scattante, come la musica, il plauso del pubblico che non mancava per altro di essere ugualmente convinto dalla lettura strawinskjana. L’attenzione al dettaglio, la capacità di accogliere e raccogliere gli innumerevoli interventi solistici e concertanti attraverso l’equilibrio delle dinamiche restituiva  qui intera la ricercatezza della partitura, in simbiosi con la risposta di una Haydn in ottima forma.

    Ottavio Dantone                      Giorgio Battistelli

Ringraziamo per la collaborazione Annely Zeni.
Ha conseguito il Diploma di pianoforte nel 1981 presso il Conservatorio di Trento. Ha conseguito il Diploma di Clavicembalo nel 1986 presso il Conservatorio di Brescia. Ha frequentato i corsi di perfezionamento per clavicembalisti tenuti da Emilia Fadini, Annaberta Conti, Ton Koopman, Kenneth Gilbert, Walter Kolnoeder, perfezionandosi ai corsi estivi di Clisson (Francia). In qualità di clavicembalista ha fondato l’ensemble “Anne Danican Philidor” dedito allo studio ed all’esecuzione della musica barocca. Dal 1980 al 1986 ha collaborato con la rete radiofonica e televisiva regionale della RAI, sia con registrazioni in qualità di strumentista, sia conducendo diverse serie di trasmissioni su problemi di critica musicale, monografie e ricerche musicologiche. Ha curato note di sala della Rassegna di musiche per organo e strumenti di Civezzano, per Musica-Riva, per la Società Filarmonica di Trento, per Musica in aulis, per l’Orchestra Haydn. Dal 1979 svolge attività di critico musicale per la testata l’Adige e dal 1981 ad oggi per l’Alto Adige, poi Trentino, con circa 100 articoli di informazione o recensione all’anno e un totale di più di 2000 articoli.

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