Trento, Sala Filarmonica, 2 dicembre 2021, ore 19.30

Quartetto Jerusalem
Alexander Pavlovsky violino
Sergei Bresler violino
Ori Kam viola
Kyril Zlotnikov violoncello

F. Mendelssohn
(1809-1847)
Quartetto per archi n. 4 in mi min., op. 44 n. 2 (MWV R 26)<br>
A. Webern
(1883-1945)
Langsamer Satz per quartetto d’archi, WoO 6 (1905)
A. Dvorak
(1841-1904)
Quartetto n. 12 in Fa magg. op. 96 ‘Americano’

Quartetto Jerusalem (foto AVMspettacolo)

Gradito ritorno a Trento nella stagione della Filarmonica, furono in cartellone nel 2016, del Quartetto Jerusalem. E’ stato certamente un successo di pubblico, composito per età, che ha riempito la sala storica del prestigioso sodalizio, un pubblico che non si è risparmiato in applasusi e acclamazioni con ripetute chiamate in palco e richiesta di bis, concesso con Adagio cantabile di Čajkovskij.
Il quartetto d’archi  rappresenta la composizione cameristica per eccellenza, capace di fare sintesi delle capacità dei singoli componenti dell’organico fondendoli in un assieme. Costituisce una individualità autonoma aldilà delle specifiche di ciascuno componente e si costruisce una propria personalità dato dalla pratica dell’affiatamento, dalla ricerca di un proprio repertorio e di uno stile interpretativo. L’israeliano Quartetto Jerusalem viene considerano una delle migliori formazioni cameristiche oggi in attivita al mondo, una costruzione iniziata dal 1993 attorno al medesimo organico. La stabilità di organico è sempre una garanzia di qualità nella resa del concerto nella sicurezza di intraprendere delle scelte di programma e portarle in fondo oltre alla capacità tecnica ed esecutoria, acquisita  dall’affiatamento tra i componenti, dove i musicisti non hanno bisogno di darsi attacchi o sguardi, dove ciascuno strumentista agisce nel proprio ambito come se fosse solista lui stesso consapevole di essere parte integrante di un progetto esecutivo. Se la bravura è ineccepibile, meno scontato è la definizione del suono caratterizzato da un amplificazione delle tinte più scure della gamma sonora che caratterizza il complesso. Certo la scelta del programma con il Mendelssohn del Quartetto op. 44, n. 2, lieve e non problematico, il Webern di Langsamer Satz, sorprendentemente armonico e rievocativo del clima tardo romantico, e il quartetto “Americano” di Dvorak ha voluto far cogliere un aspetto di facile ascolto e di riconoscibilità immediata all’approccio di tal genere di composizioni da camera, scelta  ricompensata, dall’entusiasmo del pubblico al termine dell’esibizione.

Quartetto Jerusalem (foto AVMspettacolo)

 

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Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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