Trento, Auditorium S. Chiara 15 dicembre 2021, ore 20.30
Riccardo Frizza, direttore
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Gioachino Rossini: OUVERTURE ZU «LA CENERENTOLA, OSSIA LA BONTÀ IN TRIONFO»
Jan Václav Voříšek: SINFONIA IN RE MAGGIORE OP. 23
Dmitrij Šostakovič : SINFONIA N. 9 IN MI BEMOLLE MAGGIORE, OP. 70
Pronta sostituzione in corso di programma nella stagione concertistica 2021 dell’orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Dall’annunciato giovane direttore ceco Marek Sedivy con un programma dedicato alla musica dell’est Europa Smetana, Dvorak e Šostakovič, l’orchestra Haydn si è presenta nelle doppie date di Bolzano e Trento del 14 e 15 dicembre con la guida di Riccardo Frizza, direttore attivo a livello internazionale principalmente nel repertorio lirico e direttore artistico del Festival Donizetti a Bergamo, una delle bacchette italiane più interessanti proprio per l’attenzione ad una rinnovata lettura del patrimonio del melodramma italiano.
Frizza si presenata al pubblico regionale con un programma che del progetto iniziale conservava la Sinfonia n. 9 di Dmitri Šostakovič, inserendo la Sinfonia dalla Cenerentola di Gioachino Rossini e la Sinfonia del boemo Jan Václav Voříšek, (1791-1825) compositore poco conosciuto, ma ai suoi tempi affermato pianista e organista a Vienna, amico di Beethoven e di Schubert, che scrisse una sola sinfonia, quella in programma. Morì giovane nel 1825 ma giusto per conoscere i grandi del suo tempo e da loro apprendere i modelli sostanziali della composizione sinfonica, ricca di riferimenti agli stili del classicismo mozartiano e del primo Beethoven orchestrale. Frizza inizia con il giusto compromesso offrendo al pubblico la Sinfonia dalla Cenerentola di Rossini, definendo quello che è il suo mondo musicale di riferimento. Interessante la Sinfonia in re magg. op. 23 di Voříšek che ci introduce alla musica di quella terra di mezzo che fu la Boemia di inizio Ottocento, cuore di un Impero, ma periferica, con la composione sinfonica che è proprio una via di transizione tra il classicismo di modello mozartiano e l’incipiente romanticismo sinfonico.
Il cuore del programma era incentrato sulla Sinfonia. n. 9 di Dmitrij Šostakovič, scritta nel 1945 ed eseguita per la prima volta nel novembre di quell’anno dall’Orchestra Sinfonica di Leningrado. Nacque come terza parte dì una trilogia intesa a celebrare le sofferenze, lo sforzo e la vittoria del popolo sovietico nella guerra contro la Germania nazista. Costituita su 5 brevi movimenti doveva manifestare la gioia per la vittoria che in realtà essa si manifesta, ma in maniera così gaia e spensierata, che l’esecuzione della Sinfonia suscitò l’ostilità della critica ufficiale sovietica. Tanti i riferimenti musicali ai giochi musicali tra Stravinskij e Prokofiev, inclinante ora all’umorismo, ora alla vera e propria buffoneria. Riccardo Frizza su mantiene su una lettura poco propensa a lasciarsi prendere la mano sui giochi musicali, ma recuperando in questa sinfonia quello che era musicalmente uno specchio dei tempi, ossia, quella modernità che la cultura ufficiale musicale sovietica aveva rifiutato e non recepito di quanto ciò che non rientrasse nei canoni del realismo socialista. L’orchestra ha dimostrato di essere a suo agio nei confronti delle scelte musicali, decretandone alla fine, nei confronti di Riccardo Frizza una vera e propria ovazione. Così come il pubblico, per la verità non numeroso, che si è mostrando soddisfatto di un cambiamento che alla fin è risultato al di sopra delle aspettative, per chi non ha pratica dei teatri d’opera mondiali, proiettando la serata in un ambito di eccellenze internazionali.
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