Arena di Verona, 5 luglio 2024 ore 21.15
CARMEN, Opéra-comique in 4 atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Musica di Georges Bizet
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Carmen Aigul Akhmetshina
Micaela Kristina Mkhitaryan
Frasquita Daniela Cappiello
Mercédès Alessia Nadin
Don Josè Francesco Meli
Escamillo Erwin Schrott
Dancairo Jan Antem
Remendado Vincent Ordonneau
Zuniga Gabriele Sagona
Morales Fabio Previati
Regia e scene Franco Zeffirelli
Direttore Leonardo Sini
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coro di voci bianche A LI. VE. (Direttore Paolo Facincani)
Compagnia di ballo Compañia Antonio Gades
Coreografia Josè El Camborio
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici Fondazione Arena di Verona
Tra le produzioni divenute ormai simbolo dell’estate lirica Veronese, spesso e volentieri opera di Franco Zeffirelli, c’è l’unico titolo d’importazione ordinariamente in cartellone all’Arena: Carmen. Anche quest’anno, in occasione del 101° Opera Festival, l’opéra-comique di Georges Bizet è in scena nell’allestimento colossal capace di conquistare – ad ogni rappresentazione – l’attenzione del numerosissimo pubblico, attraverso il maestoso coinvolgimento di centinaia di artisti, di ballerini, di animali di scena e di colorati costumi.
Per la prima volta su questo podio un altro giovanissimo direttore, Leonardo Sini, supera la non facile prova che l’anfiteatro sottopone, con tutte le sue complessità, ai musicisti. La sua lettura risulta perlopiù scorrevole, sobria, priva di esagerazioni e ben calibrata in quanto a scelte dei tempi. Il suono che ottiene dall’Orchestra della fondazione Arena è bello, compatto e di buon insieme, seppur non sempre si coglie quel carattere incisivo ed incalzante che la partitura permetterebbe. Lo spettacolo, comunque, funziona: palco e buca procedono in sintonia, e non si evidenziano criticità.
Bene il cast, che vede impegnata – nel ruolo del titolo – Aigul Akhmetshina, al suo debutto in Arena. Questa non è la sua prima Carmen, e si sente: la prova del mezzosoprano russo vanta – nonostante la giovane età – grande maturità di interpretazione e un’indubbia sicurezza nell’affrontare i tratti sia scenici che canori del personaggio. La voce è sonora, tendenzialmente bella nel timbro, ed è usata con tecnica e gusto musicale. Anche per lei, superata la prova del palcoscenico veronese.
Francesco Meli è un Don Josè inizialmente più incerto, che trova – nel procedere della vicenda – sempre più agio nel dar vita al non semplice personaggio. A conti fatti, le qualità musicali del ruolo, tra il lirico e il drammatico, incontrano lo stile e le caratteristiche vocali del tenore Genovese. L’interpretazione è convincente, la resa vocale sonora e limpida; piaccia o non piaccia, a Meli va riconosciuta la professionalità di un cantante internazionale.
Altro debutto areniano per Micaela, interpretata – in questa produzione solamente alla prima – da Kristina Mkhitaryan, anch’essa non nuova nel ruolo. Il timbro è morbido, la lettura musicale curata e la tecnica non manca; ne risulta un personaggio credibile e coinvolgente, forse tra i meglio riusciti della compagnia. Un po’ meno entusiasmante l’Escamillo di Erwin Schrott, che per quanto a suo agio nella parte appare in generale un po’ esuberante, a tratti sovrabbondante, sia per quanto riguarda la presenza scenica, sia nella prova prettamente musicale.
Bene la Frasquita di Daniela Cappiello, così come Alessia Nadin (Mercédès), Jan Antem (Dancairo), Vincent Ordonneau (Remendado), Gabriele Sagona (Zuniga) e Fabio Previati (Morales). Prezioso, anche in questa occasione, l’intervento accurato e sempre appassionante del Coro della Fondazione Arena di Verona, preparato dal Maestro Roberto Gabbiani. Splendida performance anche per il coro di voci bianche, ALI.VE, preparato da Paolo Facincani.
Nella serata di venerdì 5 luglio non si contano molti posti liberi in un’Arena gremita di un pubblico coinvolto e soddisfatto. Successo per le coreografie della Compagnia di Ballo Antonio Gades, applausi al termine delle arie più celebri, e accoglienza positiva per tutti al termine, seppur senza eccessive ovazioni. Particolare apprezzamento pare indirizzato alla protagonista.
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