XXXI Festival internazionale di musica
IL SETTEMBRE DELL’ACCADEMIA
7 settembre – 3 ottobre 2022
Teatro Filarmonico di Verona
Mercoledì 7 settembre, ore 20.30
RUNDFUNK SINFONIEORCHESTER BERLIN
Vladimir Jurowski direttore
Vilde Frang violino
Béla Bartók Concerto per violino e orchestra n.1
Gustav Mahler Sinfonia n.5 in do diesis minore
Nella serata di mercoledì 7 settembre ha avuto inizio la 31° edizione del Settembre dell’Accademia, festival internazionale di musica molto sentito e partecipato dalla cittadinanza.
Primo di 8 concerti che vedono alternarsi sul palco orchestre e interpreti di rilievo internazionale come Academy of St Martin in the Fields, Mikhail Pletnev, Jordi Savall per citarne alcuni. L’orchestra sinfonica tedesca Rundfunk Sinfonieorchester Berlin, diretta del M° Vladimir Jurowski, si è cimentata in un programma denso e ricco. Il primo brano in programma è stato il Preludio del primo atto di Tristan und Isolde di Wagner. Bella esecuzione, curata nei minimi dettagli di suono, con fiati perfettamente intonati.
A seguire il Concerto per violino e orchestra n°1 (BB 48a, SZ 36) di Béla Bartòk, interpretato dalla violinista norvegese Vilde Frang. Già nota al pubblico veronese, offre un’esecuzione decisa e con un buon volume sonoro. Il primo tempo, l’Andante Sostenuto, scorre fluido e il dialogo con l’orchestra risulta ottimo. Il secondo tempo, l’Allegro giocoso, decisamente più virtuosistico, alterna tratti in tipico stile bartokiano a tratti più dolci eseguiti con l’arpa. La velocità non tradisce la tecnica impeccabile della Frang che porta a termine il brano in maniera eccelsa. Come bis è stato proposto un brano per violino solo di stampo novecentesco perfettamente in armonia con il programma della serata. Vilde Frang ha suonato un Guarnieri del Gesu’ “Rode” del 1734 generosamente prestato da un mecenate europeo.
Conclude la serata la maestosa sinfonia n°5 in do diesis minore di Gustav Mahler. Sinfonia composta nel periodo viennese e che segna un punto di svolta con i precedenti lavori: per la prima volta Mahler abbandona l’impiego della voce umana in favore di una composizione puramente strumentale. I 5 tempi della sinfonia sono stati divisi in 3 parti, intervallati da brevi momenti di silenzio. Nota curiosa: durante le pause il direttore, forse provato dalla calura e dall’intensità dell’esecuzione, forse per concedersi un momento di meditazione, ha approfittato del podio per sedersi rivolto verso la sua orchestra.
Il primo movimento, con il suo incedere quasi funereo, lascia trasparire l’angoscia provata da Mahler per aver sfiorato la morte. Fu infatti colpito da una grave emorragia interna qualche anno prima di averlo composto. La fanfara della tromba, impeccabile, dà inizio al primo movimento, la Marcia Funebre. Ben ritmata, mai affrettata. Segue quello che viene considerato il primo vero movimento della Sinfonia, una sorta di Allegro in forma sonata che il direttore ha guidato senza sbavature.
Il terzo movimento, lo Scherzo, è uno dei più lunghi di Mahler e vede alternarsi momenti solistici dei fiati, il corno in particolare, e fugati degli archi, tecnicamente impeccabili. Il corno, strumento quasi solista dello scherzo, ha saputo interpretarlo in modo efficace velato tuttavia da una minima sbavatura. L’Adagietto del quarto movimento, affidato ai soli archi su un accompagnamento discreto dell’arpa, è sottile e raffinato. Il quinto ed ultimo movimento, vivace e tempestoso, guida l’ascoltatore in un crescendo fino agli accordi finali che lasciano quasi a bocca aperta.
Un brano impegnativo e di durata non trascurabile (circa 80 minuti di musica) che un gesto direttoriale preciso, dal gusto sobrio, ha saputo rendere scorrevole.
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