Verona, Teatro Ristori, Mercoledì 28 febbraio 2024 ore 20:30
Orchestra “l’Arte dell’Arco”
La cetra di Asburgo – I concerti dell’Imperatore
Federico Guglielmo, violino solista
Elisa Citterio e Gianpiero Zanocco violini
Mario Paladin viola
Francesco Galligioni violoncello
Paolo Zeccheri violone
Diego Cantalupo tiorba
Roberto Loreggian clavicembalo
A.Vivaldi (1678-1741)
-Concerto in Do maggiore per violino, archi e basso RV 189
Larghetto – Allegro non molto, Larghetto, Allegro molto
-Concerto in Mi maggiore L’Amoroso per violino, archi e basso RV 271
Allegro, Cantabile, Allegro
-Concerto in si minore con violino discordato, archi e basso RV 391
Allegro non molto, Largo, Allegro
-Concerto in Fa maggiore per la Solennità di S.Lorenzo per violino, archi e basso RV 286
Largo molto e spiccato – Andante molto, Largo, Allegro non molto
-Concerto in do minore per violino, archi e basso RV 202
Allegro non molto, Largo, Allegro non molto
-Concerto in mi Il Favorito per violino, archi e basso RV 277
Allegro, Andante, Allegro
Giunge al termine mercoledì 28 febbraio la seconda edizione del Ristori Baroque Festival, con un cartellone di 7 concerti e 8 eventi collaterali in due settimane davvero dense e ricche di proposte musicali tradizionali e innovative per scoprire la musica barocca ma anche per riscoprirla in chiave “pop”. L’ultima serata del Festival ha visto protagonista Federico Guglielmo, violinista barocco tra i più noti della sua categoria, e l’ensemble “l’Arte dell’Arco” da lui fondato insieme al padre Giovanni nel 1994. L’ensemble annovera tra le sue fila alcuni dei più stimati musicisti italiani specializzatisi nell’esecuzione filologica su strumenti antichi. Nella sua pluriennale attività concertistica e discografica il complesso ha collaborato con celebri interpreti quali Christopher Hogwood (direttore ospite sin dal 1997), Gustav Leonhardt, Michala Petri, Pieter Wispelwey, Sigiswald Kuijken e Bob van Asperen, segnalandosi in particolare per la prolificità in sala di registrazione: più di 150 cd per Deutsche Harmonia Mundi, Sony Bmg, Chandos, Brilliant, Stradivarius, Asv Gaudeamus, Dynamic, Rai Trade. La compagine si dedica principalmente alla riscoperta e rivalutazione del repertorio barocco interpretato attraverso un organico variabile per dimensioni e spessore timbrico che esplora soprattutto la produzione veneziana e il melodramma del primo Settecento.
Nella serata di mercoledì l’ensemble è composto da: Elisa Citterio e Gianpiero Zanocco al violino, Mario Paladin alla viola, Francesco Galligioni al violoncello, Paolo Zeccheri al violone, Diego Cantalupo alla tiorba, Roberto Loreggian al clavicembalo.
Il programma proposto può sembrare il “solito” Vivaldi. In realtà Guglielmo propone al pubblico una serie di sei concerti per violino e archi provenienti dalla raccolta “La Cetra II” risalenti al periodo di grande amicizia e stima tra Vivaldi e Carlo VI d’Asburgo.
Correva l’anno 1727 e il prete rosso dedicò la prima raccolta “La Cetra” op.9 all’Imperatore. Solo l’anno successivo ebbe modo di incontrarlo personalmente: Carlo VI rimase davvero ammirato dal compositore veneziano tanto da attribuirgli una medaglia d’oro promettendogli anche un invito a corte a Vienna. Da parte sua Vivaldi presentò all’imperatore una copia del manoscritto de “La cetra”. Singolarmente tuttavia questa raccolta di concerti è quasi completamente differente da quella pubblicata con lo stesso titolo, come Op.9: è probabile che un ritardo di stampa abbia costretto Vivaldi a riunire alla meglio una collezione improvvisata di concerti, alcuni corrispondenti ai brani scelti per la stampa ed altri sapientemente individuati tra le sue composizioni più felici. Purtroppo la raccolta autografa non è giunta completa ai nostri tempi. E’ stato possibile eseguire questi concerti solo grazie alle loro “doppie versioni” sopravvissute in altre raccolte a stampa (Op.9, Op.11) o da fonti manoscritte. I Concerti per due violini erano tuttavia mancanti della parte del secondo strumento solista, che Guglielmo ha filologicamente ricostruito permettendone l’esecuzione in tempi moderni insieme al gruppo L’Arte dell’Arco.
I concerti della serata comprendevano brani molto interessanti ma molto diversi tra loro, come il concerto in mi maggiore “l’Amoroso”, lo stupendo “Il Favorito” e il Concerto in Si minore con violino discordato RV 391, quest’ultimo prevede infatti la scordatura di due delle quattro corde in modo da avvicinarsi il più possibile al suono della viola d’amore e della stessa cetra.
Il Concerto in Fa maggiore per la Solennità di San Lorenzo è invece uno dei più cari a Vivaldi, ed è stato eseguito magistralmente sia nei tempi solenni, sia nell’Allegro non molto. Guglielmo al violino solista ha regalato un’interpretazione virtuosistica senza nulla togliere alla ricchezza musicale ed espressiva. Notevole prova anche degli altri componenti del gruppo, sempre in sintonia e in armonia timbrica. Notevole l’attenzione alle dinamiche di tutti i componenti, ritmica e incisività di tiorba e violoncello. Nota di merito per il secondo violino solista Elisa Citterio, dal suono corposo e dalla vivacità esecutiva.
Calorosa l’accoglienza del pubblico per questo insolito concerto vivaldiano e anche per il brano fuori programma. Il bis proposto è stato invece di un altro compositore che però ebbe legami con Carlo VI: Tartini, un Adagio con ornamenti scritti dallo stesso compositore.
Si conclude quindi con ottimi riscontri di pubblico e di critica anche questa edizione del Ristori Baroque Festival, sperando in proposte sempre attuali e di grande pregio per la prossima edizione 2025.
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