Verona, Teatro Filarmonico, Venerdì 8 gennaio in streaming
https://arenatv.uscreen.io/catalog
Mozart, dall’Austria alla Russia
Francesco Ivan Ciampa Direttore
Wolfgang Amadeus Mozart
Ouverture, da La Clemenza di Tito KV 621
Messa in do maggiore per soli coro e orchestra K 257
Ouverture, da Il Flauto magico KV 620
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Suite n. 4 op. 61 “Mozartiana”
ORCHESTRA E CORO DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Il primo concerto della Stagione Sinfonica della Fondazione Arena di Verona si è svolto all’interno della consueta Settimana Mozartiana che ogni anno celebra la nascita del compositore. Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791), che quest’anno coincide per il 250° anniversario della nomina dello stesso Wolfgang Amadeus Mozart proprio a Maestro di Cappella dell’Accademia Filarmonica Veronese, avvenuta il 5 gennaio 1771. L’Orchestra ed il Coro della Fondazione Arena di Verona hanno per l’occasione offerto un programma dedicato al genio austriaco, un tributo realizzato non solo dall’esecuzione di opere di sua composizione, ma proponendo anche un paragone con la Russia di fine ottocento. L’attenzione della prima parte del concerto, diretto da Francesco Ivan Ciampa, giovane italiano che si sta affermando sempre di più a livello internazionale, è stata tutta per Mozart. L’Ouverture, da La Clemenza di Tito KV 621 e l’Ouverture, da Il Flauto magico KV 620 hanno contornato la Messa in do maggiore per soli coro e orchestra KV 257. La Messa, composta da Mozart a Salisburgo, ha un carattere molto cantabile e liederistico.
Nonostante sia ispirata da temi poveri e popolari, il compositore riesce a rendere la scrittura piena di classe ed eleganza, senza distaccarsi del consueto stile galante in voga all’epoca. In quest’ultima, le quattro voci solistiche di Manuela Schenale (soprano), Tamara Zandonà (contralto), Antonino Scarbaci (tenore) e Valentino Perera (basso) si sono alternate e unite al coro in una pacata ma efficace esecuzione. L’abile bacchetta di Francesco Ivan Ciampa ha spronato invece l’orchestra ad un’esecuzione molto grintosa, con tempi spigliati nelle due Overture, dando un’impronta brillante e focosa. L’accostamento di questa prima parte con la poco eseguita Suite n. 4 op. 61 “Mozartiana” di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840 – 1893) si è rivelato interessante.
Čajkovskij, compositore russo tra i più importanti esponenti dello stile tardo romantico, non ha mai nascosto di idolatrare Mozart come un modello indiscusso. Scrisse questa Suite nel 1887 in onore a Mozart: cent’anni prima, nel 1787, il compositore austriaco scriveva infatti il Don Giovanni, opera molto amata da Čajkovskij. Per gli amanti di Mozart, l’ascolto della Suite è sicuramente stimolante poiché molti temi tratti da suoi lavori vi sono facilmente riconoscibili. Čajkovskij infatti, non stravolge totalmente la musica di Mozart ma la rielabora con un gusto più romantico e sentimentale, sperando così di rendere il passato in maniera contemporanea, senza la pretesa di migliorare le note del genio salisburghese. Ne risulta un brano dal carattere quasi melanconico, dove un timido Čajkovskij è ben attento a non far prevalere il suo caratterizzante fuoco compositivo. Malgrado la mascherina che nasconde le espressioni del viso, il direttore riesce con gesti chiari e sguardo deciso a guidare l’orchestra con determinazione verso una conclusione romantica e passionale. Con questo concerto termina la settimana dedicata a Mozart e la Stagione Sinfonica dell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona proseguirà con il prossimo concerto al 5 febbraio: Respiri e contrasti, direttore Giampaolo Pretto con musiche di Mozart e Schubert