Vicenza, teatro Olimpico, 10 settembre 2022, ore 20.30
(Rappresentazioni 8 e 10 settembre 2022)
Vicenza in lirica 2022
Wolfgang Amadeus Mozart
Il dissoluto punito, ossia il Don Giovanni
Dramma giocoso in due atti, K 527
Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Prima esecuzione: 29 ottobre 1787, Praga
Regia Marina Bianchi
Assistente alla regia Anna Perrotta
Scene e costumi Leila Fteita
Sarta Kyda Pozza
Maestro alle luci Cecilia Tacconi
Trucco Rosanna Carollo
Parrucco GB Parrucchieri
Orchestra dei Colli Morenici
Direttore Edmondo Mosè Savio
Coro VOC’È, Laboratorio corale classico
Maestro del Coro Alberto Spadarotto
Personaggi e interpreti
Don Giovanni Francesco Samuele Venuti
Il Commendatore Strahinja Djokic
Donna Anna Yulia Pogrebnyak
Don Ottavio Massimo Frigato
Donna Elvira Marily Santoro
Leporello Giacomo Nanni
Masetto Gianluca Andreacchi
Zerlina Sabrina Sanza
Mimi Rebecca Sisti, Luca Rossi, Giambattista Ferro, Emmanuele Ottaviani, Elia Perrotta
L’Associazione Culturale Concetto Armonico porta anche quest’anno l’Opera a Vicenza. Il festival, dal titolo “Vicenza in Lirica”, giunge nel 2022 alla sua decima edizione, e vede in cartellone – tra i numerosi eventi – una scintillante produzione del Don Giovanni. Il celeberrimo capolavoro, opera esemplare nella produzione lirica Mozartiana, rientra in quella che oggi conosciamo come Trilogia Italiana, caratterizzata dal contributo del librettista Lorenzo Da Ponte, che tra l’altro nacque a non più d’un centinaio di chilometri da Vicenza.
La trama intrigante e stuzzicante si mescola con personaggi dal marcato carattere scenico e musicale, dando vita ad uno spettacolo che raramente delude, e a volte – come in questo caso – sorprende per freschezza e capacità di catturare l’ascoltatore. Il festival, la cui direzione è di Andrea Castello, si pone indubbiamente un più che nobile obiettivo: investire nei giovani e nel loro talento. Il cast, infatti, vanta un’età media estremamente bassa, ed include molti ragazzi al loro debutto nel ruolo, o addirittura alle prime produzioni operistiche. Buona parte di questi è stata selezionata tramite il Concorso lirico Tullio Serafin, cui tema centrale di quest’anno sono state – per l’appunto – le parti del “Dissoluto Punito”. Nel complesso la squadra dimostra importanti capacità tecniche ed una ragguardevole dose di talento, regalando ai numerosi spettatori una serata di grande musica
e di grandi interpretazioni.
Nel ruolo del titolo, Francesco Samuele Venuti si fa protagonista del palco dando vita ad un Don Giovanni eccentrico e di carattere, perfettamente in linea con quanto atteso da questo meraviglioso personaggio. Sul piano musicale la performance è altrettanto apprezzabile, grazie ad una significativa padronanza dello strumento vocale e alla capacità di dimostrare – anche nel canto – quell’altezzosa superbia che caratterizza il soggetto. Al suo fianco un eccezionale Leporello interpretato da Marco Saccardin, che riesce a cogliere in ogni sua sfumatura sia il simpatico e vivace carattere del servo, sia quel particolare misto di gelosia e ammirazione che ne contraddistingue il rapporto con il padrone. A ciò si aggiunge una prova vocale che lo colloca – grazie a dinamica, agilità e precisione – tra le migliori voci di questo Don Giovanni. Altrettanto interessante il contributo dei soprani Yulia Pogrebnyak e Marily Santoro, nei panni – rispettivamente – di Donna Anna e Donna Elvira. Le due giovani interpreti mettono in campo due timbri di certo differenti, ma entrambi gradevoli ed efficaci nel costruire due riuscitissimi personaggi. Anna, da un lato, spicca per la teatralità e per la notevole intensità interpretativa, mentre Elvira si caratterizza per l’ampio utilizzo di escursioni dinamiche e morbide sfumature vocali. Massimo Frigato, nel ruolo di Don Ottavio, mette in campo un timbro chiaro e particolarmente adatto alla parte. Preciso nell’articolazione e disinvolto nei passaggi di registro, non si contraddistingue forse per l’intensità sonora.
Bene anche la coppia di sposini, che si compone di una Zerlina vispa e intraprendente, a cura di Sabrina Sanza, e di un Masetto dal carattere meno espansivo, ma ben calato nel ruolo, nell’interpretazione di Gianluca Andreacchi. Completa la compagnia un sicuro Strahinja Djokic nei panni del Commendatore, che con voce cupa e profonda e con intenso volume riesce egregiamente a rendere l’effetto voluto per il personaggio.
L’Orchestra dei Colli Morenici è guidata dal maestro Edmondo Mosè Savio, che sceglie per l’Opera un carattere particolarmente scorrevole e spigliato. Il suono nel complesso risulta perlopiù piacevole e di interessante escursione dinamica, anche se in più d’un momento la performance musicale pecca – ahimè – di intonazione e di insieme, specie tra gli archi. Apprezzabile il contributo del coro VOC’è, curato dal Maestro Alberto Spadarotto e schierato mai sul palco, bensì in buca, vicino all’orchestra. La cornice è il meraviglioso complesso rinascimentale del Teatro Olimpico, capolavoro del Palladio, che costituisce un ambiente unico e di grande effetto per la rappresentazione dell’Opera. Un luogo tanto incantevole e ricco d’arte da non necessitare di eccessivi allestimenti o elementi di scena. Pienamente in linea con questo principio pare essere la regia di questo Don Giovanni, a cura di una squadra tutta al femminile guidata da Marina Bianchi, con Anna Perrotta assistente alla regia e Leila Fteita ad occuparsi di scene e costumi insieme alla sarta Kyda Pozza. Tutto ciò che compare sul palco è essenziale e quasi minimalista, come se l’effetto desiderato fosse quello di non distogliere l’attenzione dal già ammirevole scenario che circonda i cantanti. Fatta eccezione per alcuni simbolici capi di un rosso acceso o di un nero cupo, tutti gli abiti sono bianchi e molto semplici nelle fattezze, e gli elementi scenici sono di una semplicità estrema. Si contano, in scena, al massimo qualche sedia ed un lenzuolo, che funge prima da letto e poi da tavolo da pranzo, mentre dei semplicissimi bastoni di legno sostituiscono le spade brandite dai personaggi. Un bilanciato gioco di essenzialità che pare – infine – funzionale alla vicenda e tutto sommato di piacevole effetto, arricchito dalle luci di Cecilia Tacconi e dal trucco e parrucco curati da Rosanna Carollo e GB parrucchieri.
Nella serata di sabato 10 settembre in teatro si contano pochissimi posti liberi, e pubblico si dimostra particolarmente coinvolto, reagendo con generosi applausi per tutti gli artisti. Tra i più acclamati la Donna Anna di Yulia Pogrebnyak, il Leporello di Marco Saccardin e il protagonista Francesco Samuele Venuti.