Trento, Spazio Expo Idee Benessere, 16 febbraio 2020
Chi se ne cura?
Monologo terapeutico sui corpi dolenti, il teatro e l’osteopatia
Ideazione e interpretazione: Rosamaria Maino
Testo: Paolo Pagliani, Rosamaria Maino, Wislawa Szymborska
Regia: Sara Maino
Produzione Koinè Teatro Sostenibile
Foto di Carlo Simari
“… a bocca aperta corriamo da bambini intorno alle case, soffiando fuori urla e risate, fino in fondo al cortile, e lei ci riempie di leggerezza, fino a sollevarci, a farci sventolare come foglie su un ramo o panni su un filo, fissando l’unica accezione veramente umana del verbo volare. Il movimento comincia dal diaframma… e si urla ciò che non si può dire, che nascendo si comincia a morire, e ogni respiro vale la pena perché non ha uguali.”
Si può narrare il respiro del corpo? Come raccontare l’aria, la sua composizione chimica, la sua essenza vitale per la vita dell’uomo? Non è facile dare voce in forma drammaturgica all’esperienze sensoriali rimanendo in equilibro tra definizione scientifiche e memoria personale. Si corre sempre il rischio di cadere in una lezione didascalica o di una esibizione di autobiografismo, lasciando che il tutto rimanga racchiuso nella propria esperienza intima. La caratteristica del monologo curato da Rosamaria Maino per Koinè Teatro Sostenibile, operativo nell’Appennino modenese, presentato nello spazio fiera Idee Benessere, nasce dalla condivisione con il pubblico delle esperienze sensoriali e di percezione interiore delle funzioni vitali dell’organismo. Certo, numeri piccoli per uno spazio ristretto, in un incontro di cinquanta minuti, tanto è la durata della pièce, dove la saggia voce dell’ideatrice e interprete, porta i presenti in un coinvolgimento terapeutico sull’essenza della vita fatta di respiro e di aria. Il tutto nasce anche da una riflessione autobiografica dell’autrice stessa che, partendo dalla sua esperienza di figlia di un insegnante di ginnastica, dove la corretta postura e il respiro era una regola di casa, vissuta in una famiglia attenta all’essenzialità della vita, ha condotto una vita nella libertà degli spazi aperti apprendendo la conoscenza di quanto la natura stessa metteva a disposizione sia per uso alimentare che curativo. Così scorrono nomi di erbe e di aromi per lo più sconosciute ai più, essenze profumate fatte toccare e odorare al pubblico per far sperimentare emozioni organolettiche. Si esige un pubblico partecipe nel momento che gli si richiede di affiancarla in un simpatico gioco delle parti o come complice silente nell’essere consapevole del proprio corpo, in quelle azioni che l’attrice richiede ai presenti: il semplice respiro, come il sentirsi rilassati. Perché è proprio il respiro l’atto primordiale della vita, atto di captare l’aria, essenza della vita stessa. Aria che ha una sua storia antica che la Maino sapientemente ripercorre dalle riflessione degli antichi filosofi greci. Azione drammaturgica che inizia con la stessa definizione di Monologo in una sapiente conduzione della narrazione tra saperi antichi e consapevolezza del presente, con la capacità della conduttrice, alla fine, di svestirsi dei suoi panni di attrice per indossare il camice bianco e collocarsi nel ruolo professionale della osteopata che cura i dolori del corpo nel comprovare il benessere completo di anima e corpo. Nell’ambito dell’occasionalità dell’evento ciò aveva un suo scopo ma corre il rischio di far perdere la peculiarità di questo monologo che risiede proprio nella sua forza di rievocare esperienze sensoriali ed emozionali, missione di lavoro del teatro Koinè.
https://www.youtube.com/watch?v=ngC42aXU9g8&t=1s
(Estr. da Chi se ne cura?)
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