Teatro

Pergine Festival. Cronache dall’ottavo giorno: dialoghi tra politica e autobiografia

Pergine,11 luglio 2023 ex rimessa delle carrozze, ore 18.00
Pergine Festival
SBUM! YES, WE CAKE,
La Piccionaia / Fratelli Dalla Via
EOLO AWARD 2023 PER L’ORIGINALITÀ DEL LINGUAGGIO SCENICO APPLICATO AD UNA TEMATICA IMPORTANTE
Di e con Marta e Diego Dalla Via
Direzione tecnica Roberto Di Fresco
Costumi e Oggetti di scena Elisabetta Granara
Un progetto Fratelli Dalla Via/La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale

Il testo, veloce, intelligente e pieno di giochi di parole dei fratelli Dalla Via ci conquista e ci travolge sin da subito, insieme ai costumi e agli oggetti di scena semplici eppure perfetti per sostenere ed arricchire la narrazione. Sbum! Yes, we cake! è uno spettacolo pensato per i cittadini di domani, ideale per i ragazzi delle medie (un errore presentarlo a bambini più piccoli che non lo comprenderebbero), ma assolutamente fruibile e delizioso anche per gli adulti. Come spiegare ai ragazzi le criticità della democrazia, la disuguaglianza sociale, la gestione delle risorse? Beh… “Immagina che dobbiamo organizzare una festa, abbiamo una grande torta e deve piacere a tutti e tutti devono averne una fetta uguale”. Ovviamente la torta non è mai abbastanza grande e la divisione perfetta delle fette è impossibile… Nella metafora diventa tutto molto chiaro e terribilmente complicato. I movimenti clauneschi degli attori e l’interpretazione di personaggi tanto improbabili quanto tristemente realistici dipinge un quadro sconfortato ahimè fin troppo conosciuto agli adulti. Finché all’ultimo ecco lo stravolgimento di ruoli, in cui la giacca del potere viene data proprio ad una ragazza delle medie che al di là della titubanza iniziale e delle difficoltà  decide che è il momento, è proprio ora, proprio qui,  il nostro esserci, il nostro continuare a credere nei valori della democrazia e dell’uguaglianza saranno l’unico modo di affrontare la complessità, perché l’importane non è la torta ma continuare a credere negli ideali che non devono perdere di significato diventando formule magiche per ipnotizzare l’ascoltatore ma sostanza per cui continuare a lottare ogni giorno.

Pergine, 11 luglio 2023 ex rimessa delle carrozze, ore 21.00
Pergin Festival
ARTURO
Laura Nardinocchi / Niccolò Matcovich
PREMIO SCENARIO INFANZIA 2020
FINALISTA IN-BOX 2021
VINCITORE DIRECTION UNDER 30 2022
VINCITORE PREMIO DELLA CRITICA FRINGEMI 2022
VINCITORE LIFE IS LIVE – UN PROGETTO DI SMART E FONDAZIONE CARIPLO
Scena Fiammetta Mandich
Suono Dario Costa
Luci Marco Guarrera
Foto Simone Galli
Organizzazione Silvia Zicaro
Assistenza e cura Anna Ida Cortese
Produzione Florian Metateatro
Con il contributo di Associazione Scenario, Teatro Due Mondi, ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – Capotrave / Kilowatt Sansepolcro), Residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t.
Con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale

Arturo è uno spettacolo nato dall’incontro di Laura e Niccolò, autori e registi che condividono un dolore: la perdita dei propri padri. Al pubblico viene chiesto di lasciare i propri messaggi, lo spettacolo cambia forma e narrazione. Domande, quante domande, senza risposta. “Avresti accettato di invecchiare?” Intimo e potente, il puzzle della memoria si ricompone. “Sarei la stessa persona oggi se tu non te ne fossi andato?”
Esorcizzare la figura paterna, idealizzarla, in questo caso, come una terapia per togliersi il peso della memoria: questa è la sostanza di questo allestimento congeniato da Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich. Potrebbe essere una narrazione di ricostruzione di una memoria ritrovata, ma qualcosa non funziona in questo progetto teatrale: non si riesce ben a comprendere quanto ci sia di reale nel testo che prende corpo in scena o piuttosto che non sia altro che una finzione narrativa. Sorge infatti un dubbio se si tratta di una storia autobiografica incentrata sui rapporti con i rispettivi padri. Ma quanto vera è la narrazione sulle frasi scritte a caso dagli spettatori su lavagne che vengono appese in una cornice a completare un puzzle che mette assieme spezzoni di vita vissuta? Una traccia che il pubblico scelto a caso in base alla consegna di bigliettini colorati deve completare. Ma quanto scritto dal pubblico è veramente interpretato o gli attori inseriscono un copione già scritto? Il tutto sembra costruito su una falsa improvvisazione per lasciare al pubblico l’illusione che sia esso il soggetto che abbia creato una parte di spettacolo.
La descrizione dei rispettivi padri prosegue con la costruzione di un castello di illusioni e che l’unica realtà siano i due ritratti disegnati a mano sulla lavagna a conclusione di questo progetto che sembra una seduta di analisi.

Redazione Artesnews

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