Doveva essere un esperimento di breve durata da fine novembre fino al 15 gennaio 2021. Poi, di provvedimento in provvedimento causa pandemia, si è prolungata la chiusura dei teatri e degli spettacoli dal vivo in presenza e quello che doveva essere un ripiego di breve durata è diventata una costante nel mondo teatrale. Chi ha potuto, dalle fondazioni liriche sinfoniche agli spazi teatrali dei circuiti della provincia italiana, ha trasferito le proprie produzione via digitale, un modo per non far perdere lavoro chi di questa arte lavora. Nasce così Retroscena.org,  progetto nato dal cordinamento di AriaTeatro in collaborazione con Radio Dolomiti, Teatro E, Teatro delle Garberie e con il sostegno di Fondazione Caritro, Comune di Trento e Comune di Pergine, Rovereto e Lavis che hanno deciso di recuperare alcuni spettacoli che dovevano tenersi dal vivo nei teatri di Pergine, di Meano e di Villazzano, sobborghi di Trento, gestiti e spostarli sulle frequenze radiofoniche di Radio Dolomiti e on demand sulla rete. Sono passati sul web spettacoli dalle compagnie di nuova proposta, riprese dai vari teatri dei comuni trentini che hanno aderito al progetto spettacoli già programmati prima del nuovo stop al pubblico. L’accesso alla piattaforma avviene con l’acqusizione, gratuita, di un codice di accesso. Chiediamo a Denis Fontanari, responsabile di AriaTeatro, la disponibilità ad una breve intervista su cosa ha significato lo streaming per l’ambito del teatro di sua competenza.

Denis Fontanari

Streming come necessità ? Doveva essere una situazione transitoria inziata a fine novembre e destinata a perdurare in questa pandemia che a sconvolto vite private e mondi culturali. Come avete reagito a questo continuo procrastinare di una eventuale riapertura al pubblico delle sale teatrali?
Non avere una data certa di apertura è certamente una fonte di stress e al contempo un elemento che riduce la qualità del lavoro. Si continua a provare, ma spostando periodi, cambiando priorità. Tutto ciò dà la continua sensazione di frammentarietà, di incompiutezza. D’altra parte siamo anche consci che sia una fortuna il poter continuare a lavorare per creare gli spettacoli che potranno essere messi in scena alla riapertura. Quale sia stata l’idea guida nelle scelte di programmazione? Ultimamente si sono viste coproduzione e collaborazione di più compagnie ed enti teatrali, come TEATRO Giudizi Universali_Quadro 4: IL BACIO DELLA STURA con il sostegno del MiBact.
La programmazione di Retroscena è un misto di proposte di ariaTeatro, Teatro E, dei Comuni aderenti e di altre compagnie che sono state via via coinvolte. L’idea era quella di dare spazio a tutti nel limite della possibilità e di un minimo di linea artistica da seguire. Per quanto riguarda le proposte prodotte o organizzate da ariaTeatro si è cercato di proporre quanto è stato realizzato negli ultimi tempi e di invitare altri artisti nell’ottica della diversificazione dei generi, portando online non solo la prosa, ma anche il teatro per ragazzi, la musica, la danza, il documentario ed altri eventi di approfondimento.


Avete un riscontro del pubblico in remoto?
I risultati sono decisamente interessanti. In questi mesi possiamo contare circa 20.000 spettatori. Credo sia interessante anche il fatto che sulla piattaforma, a parte gli eventi che rimangono per 48 ore, ci siano anche contenuti, come le puntate radio, i podcast e alcuni concerti sempre disponibili.
Nel mondo del teatro musicale lo streaming è stata una parziale risposta al blocco dello spettacolo dal vivo, un modo per far lavorare artisti con contratti in essere, mettere in scena allestimenti già in atto e fermi in attesa di momenti migliori che si rimandavano sempre più avanti nel corso dei mesi. Il teatro di prosa come quello praticato in sede locale come si è riorganizzato?
La priorità è stata certamente quella di far lavorare gli artisti che avevamo scritturato per gli spettacoli da produrre e ciò è stato fatto fino in fondo, rispettando tutti i contratti in essere. A questo abbiamo aggiunto la possibilità di ospitare tutte quelle altre compagnie che avevano la necessità di andare online per concludere le proprie progettualità e questo allarga la platea dei lavoratori dello spettacolo coinvolti.
Qual è stato il ruolo del coordinamento pubblico in questo ambito e su quali finanziamenti la piattaforma ha potuto fare affidamento?
La piattaforma è nata attraverso una interlocuzione tra ariaTeatro e i Comuni di Trento, Pergine Valsugana, Rovereto e Lavis, che hanno finanziato la parte tecnico/informatica di mantenimento della piattaforma. Per quanto riguarda la creazione dei contenuti, il tutto è stato possibile grazie alla disponibilità degli enti finanziatori di vari progetti e produzioni (Caritro, Provincia, Regione, Comuni) di poter concludere online le attività finanziate. Inoltre ariaTeatro per la creazione di una buona parte degli spettacoli ha ottenuti dei fondi attraverso un bando apposito emesso dalla Fondazione Caritro per lo sviluppo digitale in ambito culturale.
Il teatro in Trentino nell’ambito dell’offerta su streaming ha dato l’idea di essersi siamo mosso in ordine sparso. E’ reale tale percezione da chi la vive come spettatore?
Diciamo che la nostra rete non è esaustiva, ma raccoglie buona parte delle piccole e medie realtà culturali del territorio. D’altra parte anche Centro Santa Chiara e Coordinamento Teatrale Trentino hanno voluto essere vicini agli spettatori non attraverso la creazione di una piattaforma, ma usando i propri siti internet. Credo che l’attività di tutti abbia avuto una complementarietà che è stata utile in termini generali.


Come si ripresenterà la scena teatrale trentina al momento della normalizzazione della vita teatrale, nel momento in cui tutto possa riprendere? Su quali certezze potrà ripartire?
Noi siamo pronti a ripartire, così come molte realtà. Quello che ci aspetta nei prossimi 2/3 anni è difficilmente pronosticabile. La sfida sarà quella di riportare gli spettatori in sicurezza nei luoghi di spettacolo, ma soprattutto ritrovare il senso di comunità e di socialità che lo spettacolo dal vivo può offrire. Sappiamo che dovremo spendere ancora più energie di prima, ma credo anche che questa sia l’occasione per capire cosa reputiamo veramente necessario, utile, forte nel nostro fare teatro.
Lo streaming verrà conservato o sarà una esperienza destinata a essere messa in un cassetto?
Penso che in una fase iniziale ci possa essere una compresenza delle due attività- Poi bisognerà capire come utilizzare una piattaforma come retroscena.org per essere di supporto all’attività di spettacolo dal vivo. Un’idea potrebbe essere quella di utilizzarla per contenuti di approfondimento, video e audio, anziché per spettacoli veri e propri, che andranno invece fruiti, finalmente, in presenza.

Grazie a Denis Fontanari

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Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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