Non è stato un concerto recital, ma un incontro dove le ragioni del canto sono state occasione per parlare di musica e arte e tra qualche aria poter conoscere il lato umano e professionale di un artista del canto.
In questa modo la cantante lirica Francesca Cucuzza, vincitrice del Premio critica al concorso Tullio Serafini promosso da Vicenza in Lirica e selezionata per la parte di Despina nel Così fan tutte allestito presso il Teatro Olimpico di Vicenza per la rassegna Vicenza in Lirica 2023 si è presentata al pubblico dell’associazione Amici della musica di Riva del Garda presso la locale sezione di Conservatorio
Poche domande intervallate da due momenti di canto da Mozart (l’aria di Despina dal Così’ fan tutte e Mi tradì quell’alma ingrata dal Don Giovanni) accompagnata al pianoforte dal M° Antonio Vicentini, v. Presidente dell’associazione organizzatrice, che hanno voluto indagare sugli inizi di una promettente carriera e le motivazioni della scelta di una professione non certo facile. Un incontro che è stato onorato dalla presenza del basso Nicola Ulivieri, nostro concittadino.
Il soprano Francesca Cucuzza nasce a Palermo nel 1995. Si avvicina alla musica all’età di otto anni, studiando pianoforte presso il conservatorio Bellini della sua città. Sotto la guida di Cinzia Forte consegue a pieni voti la Laurea presso il Conservatorio “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara. In seguito si trasferisce a Modena, dove inizia a studiare Canto presso l’Istituto musicale pareggiato “Vecchi- Tonelli” con Tiziana Tramonti.
Nel 2016 vince il concorso lirico internazionale “Città di Ferrara” e debutta il ruolo di Ines nel Trovatore, le viene assegnato anche il Premio “Daniele Barioni”, per la più giovane interprete. Si distingue in altri concorsi internazionali di canto: secondo premio al “Magda Olivero” nel 2019; la borsa di studio ed il corso di perfezionamento per il ruolo di Adalgisa nella Norma di Vincenzo Bellini al “Toti dal Monte” di Treviso; primo premio categoria “voci emergenti” al concorso lirico internazionale “Fausto Ricci”; primo premio al concorso “Gli amici di Irina”, presso il Teatro Comunale di Ferrara.
Vincitrice nel ruolo di Despina in Così fan tutte per il Concorso Tullio Serafin per Vicenza in Lirica, ruolo he viene confermato a Jesi; poi alle prese a Verona con il Parlatore eterno di Ponchielli, un intermezzo, che dura 26 minuti dove il protagonista assoluto è Lelio Cinguetta contornato da personaggi che continua a stressare per dimostrare le sue ragioni al matrimonio. Francesca è nel ruoli di Aspasia, madre della sposina non propensa al matrimonio, si tratta di un breve inserimento di canto ma con una presenza il scena per tutta la durata della farsa.
Come si inserisce il trasferimento a Modena, per caso o per la volontà di entrare del famoso istituto Vecchi?
Sono i casi della vita che mi hanno portato a Modena a iniziare lo studio del canto poi a Ferrara e nuovamente a Modena nel prestigioso Istituto Vecchi dove già il solo fatto di incrociare in quegli spazi il famoso soprano Raina Kabaivanska responsabile delle master di perfezionamento è già immergersi nella storia dell’opera e una conferma che la strada che hai scelto è quella giusta e di motivo allo studio
Cosa significa avere passione per la lirica
E’ una domanda difficile da poter spiegare: passione per la lirica non significa guardare al passato. E’ cercare in te stessa quei compositori che ti parlano direttamente e che ti portano ad emozionarti per un personaggio. Un esempio: Puccini è un compositore che adoro ma non l’ho ancora compreso pienamente nella sua scrittura vocale, così mi succede anche per Verdi. Questo significa anche studiare e tanto anche per cercare tutte le possibilità per fartelo piacere e comprenderlo, anche se non ti vibra interiormente al primo impatto. Complicato è appassionarsi a qualcosa che non ti emoziona interiormente. Solo adesso riesco a capire l’interiorità di Violetta, dopo averla studiata e approfondita.
Fondamentale è stata la Masterclass con il soprano Barbara Frittoli, a Vicenza che mi ha indotto a capire i personaggi. Certo è importante apprendere da chi ha già percorso queste strade ed è in grado di farti partecipe delle sue esperienze.
Che effetto ti ha fatto il pubblico per la prima volta?
E’ stato bellissimo: a Modena ad un concerto-saggio con clips di musiche da film con l’orchestra dietro. Certo si ha paura di pensare che hai un pubblico davanti che ti ascolta e ti giudica, ma sono state le insegnanti stesse che rassicuravano che dal palco il pubblico non lo si vede, c’è buio in sala e basta sentire l’orchestra.
Hai fatto tanti concorsi e vinti. I concorsi sono una specie di croce e delizia degli artisti.
Materia ambigua quella dei concorsi, infatti sono croce e delizia per gli esordienti, tanto dipende anche dalla serietà e alla buona gestione degli stessi. Inizia tutto con la comunicazione della data di convocazione. Hai 10 minuti di tempo per provare con il pianista, esegui il tuo brano ed è finita qui, poi riesci a passare in semifinale, magari alla finale, spesso con l’orchestra, esegui la tua aria, la più bella in cui sei sicura, in tuo cavallo di battaglia e si aspetta l’esito. Nei concorsi impari la pazienza dell’attesa, ma alla stesso tempo condividi le tue esperienze con altri concorrenti senza rivalità in quanto non ci sono ci sono invidie tra i diversi registri vocali, magari rivedi altri colleghi cha hai incontrato in altri concorsi o in altre situazioni. Provi a vedere le prove degli altri come confronto anche su un repertorio altro che potrebbe essere adatto per la tua vocalità. Un mondo strano in cui occorre sapersi orientare. Quando vinci un concorso girano anche direttori artistici e agenti che ti possono proporre.
L’inizio di carriera è indirizzato alla ricerca del repertorio, per adesso equamente diviso tra Mozart e Rossini, ma cosa prevale e quali possono essere le scelte se in autonomia o consigliate e che ruolo giocano gli agenti musicali?
Mozart non è facile, facile da ricordare la melodia, ma complesso come vocalità. Mozart pretende uno stile particolare, difficili sono i recitativi e condurli in maniera attenta; per adesso mi sono confrontata con i ruoli di Marcellina delle Nozze di Figaro, Despina nel Così fan tutte e donna Elvira in Don Giovanni. Questo mi permette di muovermi tra
mezzosoprano di agilità o soprano due come sarebbe scritta la parte di Donna Elvira, come l’Adalgisa della Norma di Bellini. In genere si opta con una tessitura alta per Donna Anna mentre per Elvira più drammatica e di agilità. Ma è difficile sapersi orientare tra le nomenclature e capire di dare un nome a quello che sei. Certo scendo molto in basso pur avendo le agilità. E’ difficile anche per definire il repertorio più adatto: potrei fare La Favorite, ma occorre cantare quello che è più comodo e che riesca per tutta l’opera.
Sono i teatri o gli agenti che impongono il repertorio?
Siamo tantissimi a fare lo stesso repertorio magari concorri con artisti che sono in carriera da una decina di anni. Non è più la situazione in qui era il direttore artistico di un teatro che chiamava un agente per chiederli un determinato cantante. Adesso si fanno audizioni nei teatri per un certo ruolo, si fa già una scrematura; certo gli agenti possono influenzare una carriera, specie se ascoltano le tue inclinazioni e ti accompagnano anche nel rispetto della voce, come sapere anche dire di no ad alcune proposte. Ad esempio mi è stata offerto di fare Aida!
Cosa ti affascina del canto che non sia solo una professione come un’altra e i tuoi sogni?
Canto per me è vita, fin da quanto ho visto il Trovatore da ragazzina con la nonna: tutto mi ha affascinato da quella visione, i costumi, la musica, le scene. Io voglio fare quello, mi sono detta, con tutto quello che c’è attorno, dalla prova trucco al costume. Mi piace viaggiare vedere luoghi diversi. I miei sogni? I teatri in cui vorrei tanto cantare? Arena di Verona, Scala, e Met (magari).
I personaggi che vorrei portare in scena? Tosca o Butterfly.
Ma solo un sogno, per adesso.
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