Un inizio di carriera costellato da numerose affermazioni in prestigiosi concorsi internazionali. Valentina Mastrangelo è stata vincitrice del ruolo di Donna Anna del Don Giovanni al Concorso AsLiCo. Nel 2014 ha debuttato nei teatri del circuito lombardo e a Bolzano, Reggio Emilia, Jesi, diretta da Josè Luis Gomez Rios per la regia di Graham Vick. Inoltre ha vinto altri prestigiosi concorsi, tra cui il I Premio del 5° Concorso Internazionale Anita Cerquetti 2015, il Premio Miglior voce italiana al Concorso internazionale di Portofino 2015, si è classificata in finale con merito al concorso internazionale Hans Gabor Belvedere 2016 a Cape Town in Sud Africa. Ha vinto al XXI concorso internazionale Spazio Musica di Orvieto il ruolo di Musetta ne La Bohéme, debuttando presso il Teatro Mancinelli di Orvieto sotto la direzione del Mo. Evgeny Khoklov e con la regia di Gabriella Ravazzi.
Ha debuttato al Teatro Regio di Torino con il ruolo di Musetta ne La Bohéme, al Nuovo Teatro d’Opera di Dubai come Susanna de Le Nozze di Figaro, presso il Teatro La Fenice di Venezia come Donna Anna in Don Giovanni, al Teatro Verdi di Trieste in Evgenij Onegin nel ruolo di Tat’jana, Bettina in Miseria e Nobiltà al Teatro Carlo Felice di Genova, ruolo vinto al 15° Concorso Lirico Internazionale Ottavio Ziino, dove ha vinto anche il Premio Speciale Teatro Real di Madrid, Pamina in Die Zauberflöte al Teatro Verdi di Salerno e allo Sferisterio di Macerata. È stata Musetta ne La Bohème al Teatro di San Carlo di Napoli, al Filarmonico di Verona e al Theater Basel, Micäela in Carmen allo Sferisterio di Macerata, Jungfrau in Das Paradies und die Peri al Teatro Massimo di Palermo, Desdemona in Otello di G. Rossini al Teatru Manoel di Malta. Ruoli anche impegnativi e diversificati per una una promettente carriera, ma anche segno di un procedere discreto a piccoli passi.
Come vedi questo tuo procedere passo dopo passo?
Direi cauto, pensando ai giusti ruoli da cantare laddove ti spinge la tecnica al massimo della comodità.
Studiare e perfezionarsi sono elementi imprescindibili di un musicista. Come procedi in queste ultime fasi quando si esce dalla formazione accademica e ci si avvia alla professione di cantante lirico?
Per un musicista è importante avere una guida sia dal punto di vista della tecnica vocale che della prassi esecutiva, per fortuna abbiamo in casa eccelsi maestri pronti ad insegnare tutto ciò. Soprattutto a non sentirci soli nelle nostre scelte stilistiche, ma supportati da una scuola di pensiero. Poi quel suggerimento diventa tuo, e non puoi fare a meno di portarlo avanti.
I tuoi studi musicali si sono indirizzati anche alla musicoterapia. In che modo l’hai praticata e con quali aspettative?
La musicoterapia mi ha dato la possibilità di approfondire il potere della musica come strumento nella relazione tra terapeuta e paziente o gruppo, per migliorare la qualità della vita. Come musicoterapeuta ho collaborato in equipe in diversi laboratori e per me è stata un’esperienza estremamente formativa.
Da Musetta a Mimì, recente debutto a Novara. Stessa opera ma personaggi completamente diversi. Con quale aspettativa hai approntato il personaggio della protagonista di Bohéme?
Dopo anni di studio del ruolo di Mimì mi sono sentita finalmente pronta a dominare la mia ansia di commuovermi troppo a discapito della tecnica, è stata una sfida personale, direi avvincente, molto sentita essendo fra i ruoli che mi hanno avvicinata al mondo della lirica sin da piccina.
Don Giovanni a Verona nel ruolo di Donna Elvira, con un allestimento in forma semiscenica ancora un tassello per prepararsi ad ulteriori esperienze?
In verità non credo sia in forma semiscenica, la regia di Aliverta è dettagliata, in costume e con un’accurata regia alle luci ma non essendoci la scenografia hanno scritto “in forma semiscenica”. Il progetto mi ha subito incuriosito essendo l’orchestra composta da strumenti antichi, quindi con accordatura a 430, volevo subito mettermi alla prova, e direi che mi affascina molto. Chissà, dopo questa esperienza potrei in futuro sognare un debutto barocco, fra le mie opere preferite vi è L’incoronazione di Poppea di Monteverdi.
Sento che le possibilità sono infinite, la vocalità è una scoperta quotidiana, e sento che potrei dare voce a molti altri caratteri.
Sono alla mia quinta produzione di Don Giovanni. Le prime due da Donna Anna e le ultime nelle vesti di Donna Elvira. Fra le due non per bellezza musicale ma per temperamento attoriale preferisco Donna Elvira. La trovo passionale, disperata, pazza con un’energia tutta foco, la adoro. Fra le varie regie mi resta nel cuore il debutto in Fenice di Donna Anna diretta da Stefano Montanari con la regia di Michieletto. Fu una grande emozione. Sicuramente anche il debutto nel ruolo di Donna Elvira al Macerata Opera Festival diretta da Lanzillotta con la regia di Livermore, con un cast strepitoso ed un abito rosso stupendo.
L’esperienza di Bruxelles progetto complesso creato dal teatro Le Monnaie creato ancora nel 2020 ma portato in scena solo nel 2023. come hai percepito questa rielaborazione di combinazione di più opere smontate e rimontate secondo un disegno narrativo che andava oltre l’aspetto musicale?
Il progetto Bastarda alla Monnaie mi ha subito incuriosita, sapevo che avrei dovuto cantare Amelia Robsart da Elisabetta al castello di Kenilworth di Donizetti per cui ero stata scritturata ma non avrei mai immaginato di far parte di uno spettacolo di gran successo com’è accaduto alla Monnaie, grazie al coraggio di chi lo ha intrapreso e reso possibile, Peter De Caluwe. Le quattro opere Donizettiane sui Tudors divise in 2 serate, dove i protagonisti si intrecciano a più livelli spaziotemporali, fra arie e duetti che si legano armonicamente pur passando da un’opera all’altra, avvincente è dir poco. Spero vivamente che questo spettacolo sia da esempio ad altri teatri, così da dare il via ad un nuovo genere operistico. Spero in futuro di partecipare ad altri eventi simili. Cast straordinario, abiti firmati Petra Reinhardt, regia di Olivier Fredji e direzione di Lanzillotta.
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