Si avviano i festival estivi  che in quest’anno tanti cadono con cadenza tonda come per il ROF di Pesaro, per il Festival della Valle d’Itria. Il Festival di Torre del Lago  Puccini è l’occasione per fare il punto sull’anniversario dei 100 anni dalla morte del compositore Giacomo Puccini. Il 12 luglio verrà infatti inaugurato la rassegna pucciniana con il dittico formato da Le Villi (Le Willis) e da Edgar, le due opere giovanili del compositore toscano.  Nell’opera Le Villi (opera che prevede in scena solo tre voci) ci sarà la presenza del tenore Vincenzo Costanzo che si conferma voce di esperienza dedicata al repertorio pucciniano

a) Che percorso di studi hai seguito?
Per quanto riguarda il canto lirico dopo essere stato nel coro delle voci bianche del Teatro San Carlo, mi sono affidato a maestri privati che mi hanno indirizzato verso il percorso tecnico-vocale più giusto per me. Ci tengo però a precisare quanto per me sia fondamentale lo studio, tanto che non passa giorno che non preveda ore dedicate all’approfondimento del canto e dell’interpretazione. Per questo ho scelto di essere affiancato da un team di professionisti, come per esempio lo spartitista o il maestro di tecnica vocale, con cui mi interfaccio per continuare a perfezionarmi, a migliorare. Parallelamente ho conseguito la laurea in ingegneria informatica alla Federico II di Napoli, ma questa è tutta un’altra storia.

Tosca by Michele Monasta MMF. 2024

b) La tua voce compare sempre di più associata al compositore toscano:
Pinkerton, e non solo, anche Cavaradossi, ma anche il debutto ne Le Villi, opera d’esordio di Puccini. Come ci si pone in questo confronto?
Ho avuto la fortuna di poter cantare le opere del genio di Puccini fin dagli esordi della mia carriera e sentirmi particolarmente a mio agio con questo repertorio fin da subito; la seconda opera che ho debuttato è stata proprio Madama Butterfly, trovandomi immediatamente “comodo” con la scrittura pucciniana, così come infatti poi è successo con altre opere e ruoli come Cavaradossi, o Roberto ne Le Villi e che sempre ho trovato adatti alla mia vocalità. Ormai sono oltre undici anni che affronto queste pagine e questo repertorio e se riesco a sostenere questa continuità credo sia proprio perché la mia “cilindrata vocale” è in linea con questa scrittura musicale; per esempio, è solo da pochi anni che mi sono affacciato al ruolo di Cavaradossi, ma ogni volta per me è un’immensa gioia cantarlo, e ogni volta imparo qualcosa in più, qualcosa di nuovo e più profondo che desidero portare al pubblico.

c) Non è scontato per un ancora giovane tenore presentarsi già in questi ruoli, tra Tosca e Madama Butterfly.
No, per nulla scontato, ma come spiegavo prima è una questione di vocalità e caratura vocale; sicuramente il mio Pinkerton di 10 anni fa non ha nulla a che vedere con quello di oggi, che è maturato, anche da un punto di vista emozionale,  e si è perfezionato; solo con la passione e l’amore verso questo grande compositore si riesce ad approfondirlo e a capirlo sempre più. Mi accorgo, infatti, che col passare del tempo il mio amore verso Puccini cresce e mai diminuisce: oggi più di quanto lo abbia amato ieri e sicuramente meno di quanto lo amerò domani, in un percorso che sembra non esaurirsi mai.

Vincenzo Costanzo- Pinkerton-Butterfly San Carlo. ph Luciano Romano

d) Tra l’altro ti sei anche confrontato di recente sul Verdi del Ballo in Maschera, un ruolo non scontato che richiede voce strutturata, di spinta ma di agilità, ma anche Cilea e  il Novecento, questo conosciuto con Respighi, Che tipo di vocalità esigono?
Quando iniziai a studiare canto il mio primo maestro Marcello Ferraresi, lui mi disse che il vero tenore italiano dalla voce mediterranea e solare deve essere capace di passare da Verdi, Cilea, Leoncavallo, Puccini e tanti altri con la stessa omogeneità vocale, mantenendo la freschezza dello squillo, dunque per rispondere a questa domanda devo nuovamente entrare in un campo tecnico: la vocalità del tenore che si esige per il repertorio sopracitato è la vocalità tipica italiana, mediterranea e solare, ma con una tecnica salda.

Vincenzo Costanzo

e) La scommessa è conservarsi in questi ruoli . Che significa Pinkerton che ha segnato la carriera fin dagli inizi?
Come raccontavo prima ho interpretato questo ruolo fin da giovanissimo, avevo solamente 21 anni. Ci si riesce a “conservare” intendo, si riesce a preservare la propria voce e anche la propria salute, cantando ciò che è giusto per il proprio strumento; ca va sans dire, il mio repertorio non include certo Figlia del Reggimento o Barbiere di Siviglia… il mio segreto sta nel cantare ciò che asseconda la mia natura, la mia vocalità, supportandola, lo dico ancora una volta, con tanto studio tecnico.

f) Hai interpretato anche con la Traviata virtuale di Cieli vibranti, la tecnologia salverà l’opera?
Ho sperimentato questo nuovo modo di fare opera grazie a Fabio Larovere che mi ha scelto per questo progetto. Lo ringrazio perché è stata un’esperienza molto bella e interessante. Poi penso che l’opera non abbia bisogno di salvarsi (sorride ndr), siamo noi che dobbiamo salvare ed innalzare le nostre anime ascoltando l’opera in qualsiasi modo e maniera che si tratti di virtuale, dal vivo, o attraverso un disco. Invito tutti ad ascoltare e ad immergersi nell’opera, questa incredibile, pazzesca e travolgente forma d’arte, perché è un’esperienza salvifica ed edificante, un innalzamento spirituale, a cui tutti dovremmo attingere.
Grazie

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Laureata in Filosofia all'Università di Bologna e curatrice degli archivi comunali di Riva del Garda, ha seguito un corso di specializzazione in critica musicale a Rovereto con Angelo Foletto, Carla Moreni, Carlo Vitali fra i docenti. Ha collaborato con testate specializzate e alla stesura di programmi di sala per il Maggio Musicale Fiorentino (Macbeth, 2013), Festival della Valle d'Itria (Giovanna d'Arco, 2013), Teatro Regio di Parma (I masnadieri, 2013), Teatro alla Scala (Lucia di Lammermoor, 2014; Masnadieri 2019), Teatri Emilia Romagna (Corsaro, 2016) e con servizi sulle riviste Amadeus e Musica. Attualmente collabora con la rivista teatrale Sipario. Svolge attività di docenza ai master estivi del Conservatorio di Trento sez. Riva del Garda per progetti interdisciplinari tra musica e letteratura. Ospite del BOH Baretti opera house di Torino per presentazioni periodiche di opere in video.

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