di Martino Cattoi
Arco (Tn), 27 marzo 2024, 043 20.45
Corde Resonanti.
Edizione speciale per la Pasqua Musicale Arcense
Monica Maranelli e Priyanka Ravanelli
Duo Note Rosa, violino e pianoforte
Musiche di Johannes Brahms, Clara Wieck-Schumann, Amanda Maier
Mercoledì 27 marzo, Palazzo Panni ad Arco per la rassegna Corde Resonanti, inserita nella programmazione della Pasqua Musicale Arcense, con il violino di Priyanka Ravanelli e il pianoforte Monica Maranelli, giovani interpreti, giovanissime a vedersi, in una carriera avviata già in altre occasioni e formazioni ma in consolidamento nell’attuale formazione, il Duo NoteRosa. Prerogativa del duo è la scelta di musiche composte da donne: programmi già presentati e consolidati, la pubblicazione di un CD. Per l’occasione la regola è stata trasgredita, con buone motivazioni. L’intruso era Johannes Brahms, con la sua seconda sonata per questo organico, l’op. 78 in sol maggiore.
L’eccezione alla regola, vista l’occasione, ci stava benissimo, anche per tutta una serie di legami che si intrecciano fra il nome di Brahms e delle altre autrici della serata: Clara Wieck-Schumann, concertista fra i più importanti del secolo, moglie di Robert (Schumann), protagonista di una storia d’amore coronata da un felice matrimonio finito troppo presto – quello con Robert – e attrice inconsapevole e passiva di un’altra storia d’amore, infelice e durata molto a lungo, nella quale il povero Johannes si struggeva, tacendo. Le 3 Romanze op. 22, secondo brano della serata, venivano pubblicate proprio in quel 1853 che vedeva l’arrivo di Johannes Brahms dalla natia Amburgo a casa Schumann.Nello stesso anno nasceva Amanda Maier, svedese, autrice del terzo brano della serata, la sua Sonata in si minore. Formatasi in Germania, violinista, compositrice, direttrice d’orchestra. Nella sua produzione spiccano l’opera presentata, la Sonata in si minore, un quartetto con pianoforte, un quartetto d’archi. L’esecuzione del duo è stata accuratissima, equilibrata fra slancio e controllo, attenta alle caratteristiche stilistiche, per la sonorità sempre piena, l’attenzione all’architettura formale, il fraseggio naturale e scevro da affettazioni.
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