di Martina Bortolotti von Haderburg*
Bolzano, Teatro Comunale, 19 novembre 2023 ore 17
La bohème
MUSICA DI GIACOMO PUCCINI
LIBRETTO DI LUIGI ILLICA, GIUSEPPE GIACOSA
DIREZIONE D’ORCHESTRA TIMOTHY REDMOND
REGIA MATTHIAS LOŠEK
SCENE E LIGHTING DESIGN NORBERT CHMEL
COSTUMI OLIVER MÖLTER
MAESTRO DEL CORO LUIGI AZZOLINI-ANITA DEGANO
MIMÌ ALEXANDRA GRIGORAS
MUSETTA GALINA BENEVICH
RODOLFO ALESSANDRO SCOTTO DI LUZIO
MARCELLO MATTEO LOI
SCHAUNARD GIANNI LUCA GIUGA
COLLINE MATTEO D’APOLITO
BENOÎT LORENZO ZILLER
PARPIGNOL MARCO GASPARI
ALCINDORO LORENZO ZILLER
SERGENTE DEI DOGANIERI LORENZO ZILLER
DOGANIERE FEDERICO EVANGELISTA
CORO ENSEMBLE VOCALE CONTINUUM
CORO DI VOCI BIANCHE DELLA SCUOLA DI MUSICA “A. VIVALDI”
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
Teatro pieno, applausi per tutti: certo non era l’entusiasmo tipico per una Bohème ma comunque un applauso cordiale se non altro per il fatto di sentirla in casa, questa Bohème all’insegna della tristezza preannunciata, che però toglie effetto al finale. Coerentemente con la visione del regista trasformata in un Requiem per Mimi. Pochi gli elementi scenici tra cui spicca il grande albero di natale stilizzato e illuminato da colori diversi a seconda delle scene, che ricorda una croce papale con un quarto braccio. Forse anche ad indicare lo svolgimento dell’opera suddivisa in quattro parti. L’albero/croce si trasforma poi alla morte della protagonista in una “crux ordinaria” al neon bianco, che ricorda molto quella che illumina Bolzano dall’alto la notte.
Scene e luci sono molto essenziali a cura di Norbert Chmel, mentre i costumi di Oliver Mölter ricordano i frequentatori dei centri sociali ed ex-hippy per Marcello, Colline, Schaunard e Benoit, mentre Rodolfo veste l’abito con la cravatta e spicca il Parpignol vestito da IT del famoso film dell’orrore. Mimi è vestita come una clochard molto maschile con pantaloni larghi, scarponi, capotto e sciarpona che la invecchiano notevolmente nonostante la sua giovanissima età. Musetta come da tradizione appare vestita da Soubrette in un misto tra Milva e Valeria Marini in rosso, togliendosi poi la parrucca bionda mentre canta “Quando m’en vo” davanti ad un microfono finto anni 50’ ripresa col telefonino da una influencer che non si capisce bene da dove sia sbucata. Da notare il manager del caffè Momus che prende le prenotazioni e a fine scena rimane in mutande come anche alcuni dei camerieri. Altri elementi di spicco sono un accenno di muro tra il fumetto e lo stile graffiti con la scritta rossa “THERE IS NO FUTURE” e una bimba col tutú, unico elemento che ricorda Parigi e i dipinti di Degas e che porta alla protagonista all’inizio e a Rodolfo alla fine un grosso libro rosso.
Il Coro della Scuola di Musica “A.Vivaldi” con la sicura e coinvolgente voce bianca solista e l’ Ensemble Vocale Continuum sono eccezionali da grande teatro: freschi, prorompenti con una dizione italiana eccellente (mentre alcuni dei protagonisti solisti appaiono visibilmente in difficoltà con l’Italiano eliminando a priori tutte le “I” e le “A” tra i vari difetti) preparati magistralmente dal Maestro Luigi Azzolini e dalla Maestro Anita Degano. I Cori diventano a loro volta elemento scenico, come una muraglia in forma compatta, come durante un concerto, ma riuscendo a trasmettere nonostante questo l’idea della grande folla, della confusione, della gioia e della vita nel secondo quadro. L’elemento piuù vivo di tutta la serata senz’altro! Mentre nel finale il coro viene usato come una cornice di spettatori che circondano i solisti, togliendo però molta intimità alla scena.
Ciò che toglie ulteriore intimità in generale è anche la presenza dell’orchestra sul palco, che rende anche molto difficile il contatto tra i solisti e il direttore soprattutto nei punti nei quali ci vorrebbe più passionalità italiana, più ardore, più sensualità quasi completamente assenti. Orchestra comunque luminosa, dal suono splendido, dolce, elegante e condotta con grande fluidità (forse pure troppa) dal giovane Timothy Redmond. Bellissimi ed eseguiti con grande sentimento anche gli assoli dell’Orchestra.
Veniamo ora al giovanissimo cast: Alexandra Grigoras, Mimi, una voce flebile ma dai pianissimi meravigliosi, bellissimi, stranamente più liberi dei suoi suoni a voce piena è una Mimi depressa, poco sensuale e arrendevole, quasi una badante per Rodolfo. Rodolfo, Alessandro Scotto di Luzio, dal canto suo non fa nulla per farla innamorare veramente, appare innamorato di se a causa anche dello sguardo verso i monitor che riportano i gesti del direttore molto lontani dal palco e preoccupato per l’emissione. Voce la sua di gran classe e potenza che si apprezza soprattutto nei piani dove come la collega è più libero, sciolto e naturale, mentre negli acuti e nei momenti di slancio tende ad allargare i suoni a scapito della proiezione e dello squillo, cosi tipico del canto lirico italiano. Il mancato feeling tra i due incide molto su tutta la serata e fa apparire la morte della protagonista molto meno dolorosa, addirittura la coppia è costretta a cantare alcuni momenti seduta sulle sedie uno accanto all’altro come due vecchietti fin dall’inizio del dramma.
Galina Benevich, Musetta, porta subito grande energia sul palco, ha tutto per convincere e ottima voce, deve solo stare molto attenta a non ingrossare i suoni e a curare la dizione italiana, per non sembrare vecchia prima del tempo. Perfetto il suo filato nel finale di “Quando m’en vo”, grande facilità negli acuti. Non bisogna dimenticare che il coinvolgimento nelle Opere si trasmette soprattutto col suono non con l’aspetto dei protagonisti e l’esteriorità.
L’Opera non potrà mai competere con cinema e video ma è la qualità del suono che la caratterizzano e che la rendono così potente, travolgente e universale. Se nella prima parte dell’Opera non c’è “la freschezza, la gioventù, la passione, l’allegria, l’amore” come enunciato da Puccini e riportato sul libretto di Sala per altro molto ben curato e gratuito, come faccio a provare anche i sentimenti opposti di pena, di lacrime e di morte? Passiamo a Marcello, Matteo Loi, veramente bravo con voce ben a fuoco e dizione ottima, cosa che lo rende automaticamente piu’ sciolto sul palco, solo negli acuti appare ancora un po’ indeciso. Colline, Matteo D’Apolito, appare un po’ freddo all’inizio ma si scioglie via via e risulta molto convincente e addolorato nella sua splendida aria, un altro dei capolavori di Puccini. Schaunard, Gianni Giuga, possiede pure un buon potenziale e bella presenza ma risulta un po’ acerbo vocalmente, questo ruolo può essere perfezionato ancora molto di più.
Lorenzo Ziller Benoit, Sergente dei doganieri e Alcindoro, convince da subito per la sua presenza sul palco, la simpatia innata nei panni di John Lennon e l’ottima tecnica. Parpignol, nei panni di IT di Stephen King, di Marco Gasperi che possiede voce penetrante, sicura e pure lui grande presenza sul palco e fuori dal palco. Sempre gradito infatti il contatto col pubblico che anche qui viene usato dal regista nel secondo quadro facendo passare i cantanti dalla platea. Bravissimo e puntuale anche il doganiere di Federico Evangelista, in generale comprimari di lusso. Grande cura anche nel ricevere gli ospiti nella pausa e a fine serata da parte del Teatro.
*Martina Bortolotti von Haderburg
Attualmente docente di Canto e Arte scenica al Conservatorio Statale di Musica C. Monteverdi di Bolzano, bilingue dalla nascita (Tedesco e Italiano), padre sudtirolese e madre veneta, dopo lo studio delle lingue (Inglese e Francese), si dedica anima e corpo alla musica acquisendo il Diploma Accademico di primo e secondo livello presso il Conservatorio G. Verdi di Milano in Canto Lirico ed in Musica Vocale da Camera con Daniela Uccello col massimo dei voti. Vincitrice di una borsa di studio per L’Accademia del Teatro alla Scala di Milano e per il programma Erasmus alla Hochschule für Musik di Monaco di Baviera.
Si perfeziona sotto la guida del Maestro Vito Brunetti a Bolzano e con Oskar Hillebrandt ai Tiroler Festspiele. ha al suo attivo registrazioni per il Bayerische Rundfunk, Sky Classica e Radio Rai. DVD e CD per NAXOS tra cui la Campana Sommersa di Respighi sotto la direzione del Maestro Donato Renzetti al Lirico di Cagliari. Sotto la direzione del Maestro Donato Renzetti, ha eseguito la Nona Sinfonia di Beethoven per i Pomeriggi Musicali di Milano e con Ahmed El Saedi all’Opera del Cairo. Ha inciso in prima mondiale i ruoli principali in Blindekuh e in Waldmeister di J.Strauss sotto la direzione del M° Dario Salvi con la Sophia Philharmonic per la NAXOS. Ha Debuttato all’opera di Malta nel Ruolo della protagonista dell’ Opera Edith Cavell di P. Vassallo. Prossimamente farà anche il suo debutto come Senta nell’ Olandese Volante di Wagner in Germania ed inciderà sempre per la Naxos Indigo di Johann Strauss. Collabora in Duo con Carlo Grante col quale ha all’attivo diversi Liederabende e con l’ Ensemble Verona Lirica con Günther Sanin e Roberto Corlianò.
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