Recensioni

Festival Pianistico Internazionale Bartolomeo Cristofori. Avvio alla sesta edizione con il debutto di Mao Fujita.

Teatro Verdi di Padova, 14 settembre 2023, ore 20.45
VI° Festival Pianistico Internazionale Bartolomeo Cristofori, “il pianoforte del sol levante”
Mao Fujita pianoforte
Orchestra di Padova e del Veneto
Wolfram Christ direttore

R. Schumann, Concerto in La minore per pianoforte e orchestra op. 54
Y. Akutagawa, Trittico per archi
F. Mendelssohn-Bartholdy, Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 “Italiana”

Per la sesta edizione del Festival Bartolomeo Cristofori, i tasti bianchi e neri dello strumento dell’inventore-artista patavino fungono da ponte tra Oriente e Occidente. La capitale del pianoforte ospita alcuni dei maggiori pianisti giapponesi che affiancano i classici del repertorio con opere di compositori nipponici dal ’900 ad oggi. Padova, Rovigo, Conegliano, Abano e Arquà si immergono così in un “mondo fluttuante” (l’Ukiyo cui fa riferimento il titolo dell’edizione 2023) che ben si concilia con i caratteri ora impetuosi e ora soavi, tipici di quel “parlar del cuore” di cui l’amato strumento è da sempre ritenuto capace.

Come per le passate stagioni, il cartellone propone numerose esibizioni musicali, visite guidate con concerto, conferenze e seconde serate dedicate alla musica contemporanea, affiancate da vari format innovativi (Bartolo Tour, Bartolo Talk, Bartolo Lounge, BarTolomeo, CristOff); quest’edizione si distingue però per la peculiare novità dell’artista in residenza, rappresentato dal giovane solista Mao Fujita. Acclamato a livello internazionale è primo premio al Concorso Haskil, argento al Concorso Tchaikovsky 2019 e artista Sony.

FBC foto

Dopo i concerti di anteprima (6/09/23 al Palazzo Zuckermann di Padova, 8/09/2023 a Rovigo, 12/09/2023 a Conegliano e 13/09/2023 ad Abano Terme), Il connubio musicale tra Oriente e Occidente inaugura giovedì 14 settembre 2023 al Teatro Verdi, con Mao Fujita e l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Wolfram Christ. Il programma della serata dispiega perfettamente l’incontro tra la tradizione europea e quella del paese del sol levante: Fujita apre il dialogo musicale con il Concerto in La minore per pianoforte e orchestra op. 54 di Schumann, a cui l’orchestra risponde con il Trittico per archi del nipponico Akutagawa, per poi concludere con l’Italiana di Mendelssohn-Bartholdy.
Sulle note del concerto di Schumann, Fujita dimostra la propria maestria e raffinatezza: con espressività sincera, velocità, pulizia e cangianti sfumature dinamiche, travolge gli spettatori in un’intima e poetica commozione. Nel primo movimento (Allegro Affettuoso) risaltano le molteplici variegature timbriche del pianista, che affronta con appassionata intensità il dialogo con il clarinetto, per poi lanciarsi in un turbinoso sviluppo che con limpido fraseggio sfocia nella cadenza densa di colori. Nell’Intermezzo. Andantino grazioso il tema sentimentale dei violoncelli, poi ripreso da clarinetto e viole, si contrappone ai nitidi e pungenti interventi di Fujita. L’Allegro vivace spicca per la pulizia dei temibili arpeggi e salti, dove la buona tecnica del pianista va comunque ben oltre al mero virtuosismo, riuscendo a valorizzare lo slancio che anima la conclusione del concerto. Nel pieno rispetto dell’opera, l’artista giapponese offre quindi agli spettatori un’interpretazione carica di espressività, che, anche grazie alla bacchetta di Christ, resta sempre in perfetto equilibrio con l’organismo sinfonico. Il bis scelto da Fujita per salutare il pubblico, entusiasta, è una canzone scritta per il terremoto di Fukushima, dai toni lirici e intensi.

FBC foto

Successivamente, il palco vede protagonista la sezione degli archi dell’Orchestra di Padova e del Veneto, impegnata nel Trittico di Y. Akutagawa. Presentata in prima mondiale dalla New York Philarmonic nel 1953, l’opera riunisce elementi della tradizione neoclassica europea – con evidenti influenze della musica di Shostakovic – e di quella nipponica. L’esecuzione dell’Orchestra di Padova e del Veneto, governata dall’integrità musicale di Christ, è appassionata e vigorosa, facendo risaltare tanto l’energia ritmica, quanto il liricismo. Chiude la serata la Sinfonia nr 4 in La maggiore “Italiana”, op.90 di Mendelssohn-Bartholdy, in cui le variegate sfumature ritmiche e dinamiche trovano la massima espressione grazie alla lettura sincera ed eclettica di Christ. L’Allegro vivace attacca con esplosione ritmica che rende onore all’esuberante vitalità della partitura. Freschezza e gaiezza lasciano poi spazio all’incedere solenne e malinconico dell’Andante con moto. Il Con moto moderato si dipana con naturalezza ed eleganza. Nel Salterello. Presto ritorna a padroneggiare l’esuberante luminosità della pulsazione ritmica, resa con prova molto positiva di ottoni e legni (tra cui spicca il mirabile virtuosismo dei flauti) e con un intenso staccato degli archi.
La serata inaugurale incontra la piena approvazione del popoloso pubblico, che applaude al termine di ogni movimento in tutti i brani del concerto. Anche se tale interruzione del flusso musicale potrebbe essere motivo di disturbo, la scrosciante partecipazione degli ascoltatori sembra qui rappresentare un’affettuosa ammirazione per il pianista Mao Fujita, per il direttore Wolfram Christ e per l’Orchestra di Padova e del Veneto.

Programma completo del festival:
https://cristoforipianofestival.it/programma/

Maria Laura De Pace

Rapita dal fascino dell'orchestra sinfonica sin dalla tenera età, si diploma in flauto traverso presso il conservatorio di Verona nel 2014, perfezionandosi successivamente con il biennio di secondo livello. Nel corso dei suoi studi prende parte a diversi concerti in formazioni cameristiche e orchestre, arricchendo la sua formazione mediante masterclass e iniziative in contesto accademico. Attualmente svolge la professione di logopedista, ma declina la sua passione per la musica in diverse esperienze, partecipando ad attività concertistiche sul territorio sia come strumentista sia come corista.

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