Recensioni

Il Barbiere di Venezia, per il carnevale il Barbiere di Siviglia torna sul palco del teatro La Fenice

Venezia Stagione Lirica 2023-2024, 9 febbraio 2023, ore 19.00
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Melodramma buffo in due atti
Libretto di Cesare Sterbini
Musica di Gioachino Rossini

Conte di Almaviva Nico Darmanin
Bartolo Omar Montanari
Rosina Marina Comparato
Figaro Alessandro Luongo
Don Basilio Francesco Milanese
Fiorello William Corrò
Berta Giovanna Donadini

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore Renato Palumbo
maestro del Coro Alfonso Caiani
regia Bepi Morassi
scene e costumi Lauro Crisman
luci Andrea Benetello

Venerdì 9 febbraio 2024 il sipario del teatro La Fenice si apre per la sesta volta della stagione sul Barbiere di Siviglia, nello storico e beneamato allestimento di Bepi Morassi, con scene e costumi di Lauro Crisman. Un appuntamento che dal 2003 solca ripetutamente la scena veneziana (con battesimo al Teatro Malibran e dal 2008 per più volte nel cartellone feniceo), rinnovando in ciascuna ripresa il trionfo dell’umorismo dell’opera buffa per antonomasia. Mette quasi in soggezione scrivere su questo soggetto, soprattutto dopo gli innumerevoli commenti rispetto alle consolidate scelte di regia in una storia così longeva, e dirlo non sembra “inutile precauzione”. Non si può però fare a meno di sottolineare nuovamente la vitalità della drammaturgia, che fonde azioni, parole e musica per creare l’istrionica comicità che sempre incontra il divertimento del pubblico. 

Nell’ammaliante spazio contornato da grandi e scuri tendaggi,  prende vita un “affresco” di ludica comicità, per mezzo di gag ed espedienti che ricordano il varietà (come l’apparizione del barbiere da una buca sul palco, avvolto da una nuvola di fumo, la danza di Figaro e del conte con il bastone con pomello in “All’idea di quel metallo” e la vivace e colorata pioggia di stelle filanti che piovono nel finale, per di più incorniciato), ma soprattutto grazie al gioco attoriale dei personaggi, che enfatizzano i loro tratti esibendo marcata gestualità e frequenti ammiccamenti al pubblico.
E’ appunto la maestria degli interpreti a far funzionare brillantemente la scena. 

Nico Darmanin, con voce limpida, ben timbrata e cesellata nelle sfumature dinamiche, conferisce al conte d’Almaviva un’espressività sfaccettata, conciliando la padronanza tecnica con il brio delle movenze spassose. Marina Comparato tratteggia una determinata e spigliata Rosina dal timbro di mezzosoprano morbido e screziato da piacevoli sfumature scure. Spiccano il fraseggio ricco e il vorticoso virtuosismo, sempre accompagnati da notevole bravura interpretativa. L’enfatico e spavaldo Figaro del baritono Alessandro Luongo mette in scena cantabilità brillante, portentosa disinvoltura e una vitalità vulcanica. Omar Montanari disegna ancora una volta un Don Bartolo dalla notevole vivacità esecutiva, che con mirabile controllo vocale ben si destreggia nell’acclamato scioglilingua di “A un dottor della mia sorte”. Basilio è Francesco Milanese, capace di caratterizzare il ruolo dell’imbroglione, ben rappresentandone la comicità e la caricaturale autorevolezza. Disinvolta e divertente la Berta di Giovanna Donadini, esperta del ruolo. Ben riusciti anche Fiorello di William Corrò e l’ufficiale di Nicola Nalesso. 

La concertazione di Renato Palumbo appare in perfetta sintonia con la frizzantezza della scena. La bacchetta del maestro guida la mirabile Orchestra del teatro La Fenice tra sonorità briose, ricche di colori e dettagli, ma sempre leggere, nel pieno rispetto dell’equilibrio tra buca e palco. Complici della spumeggiante interpretazione anche il coro preparato da Alfonso Caiani e il maestro Roberta Ferrari al fortepiano. La rappresentazione termina tra calorosi applausi del numerosissimo pubblico, variopinto per la presenza di alcune maschere, che forse senza volerlo, enfatizzano il tema del travestimento e dell’anonimato che caratterizza la vicenda. L’entusiasmo della rappresentazione straborda dal palcoscenico, regalando agli spettatori un autentico “stordimento felice” (citando C. Gambereale).

Maria Laura De Pace

Rapita dal fascino dell'orchestra sinfonica sin dalla tenera età, si diploma in flauto traverso presso il conservatorio di Verona nel 2014, perfezionandosi successivamente con il biennio di secondo livello. Nel corso dei suoi studi prende parte a diversi concerti in formazioni cameristiche e orchestre, arricchendo la sua formazione mediante masterclass e iniziative in contesto accademico. Attualmente svolge la professione di logopedista, ma declina la sua passione per la musica in diverse esperienze, partecipando ad attività concertistiche sul territorio sia come strumentista sia come corista.

Recent Posts

Verona. Musei in Musica. dal 12 gennaio al 7 dicembre domeniche in musica con gli strumentisti della Fondazione Arena

Una scommessa vinta. La rassegna da camera di Fondazione Arena di Verona torna con un…

23 ore ago

Trento. Orchestra Haydn di Bz e Tn. L’orchestra che canta diretta da Donato Renzetti

di Martina Bortoloti von Haderburg * Bolzano, Auditorium Haydn, 10 dicembre 2024, ore 20 Silvia…

1 giorno ago

Riva del Garda (Tn). Amici della Musica. il Sogno di Brahms sul Lago di Garda

24 novembre 2024 ore 17.30 Auditorium del Conservatorio Il sogno di Johannes Brahms racconto di…

2 giorni ago

Riva del Garda-Arco (Tn). Musica per le festività 2024

Con le celebrazioni per la festa di Santa Cecilia, protettrice della musica, iniziano ufficialmente le…

2 giorni ago

Trento. Società Filarmonica . La Stagione concertistica 2025

Stagione dei Concerti 2025 Il Salotto della Buona Musica  dal 15 gennaio al 15 dicembre…

1 settimana ago

Vicenza in Lirica 2025. “Le nozze di Figaro” di Mozart opera protagonista del Concorso lirico Tullio Serafin

Svelato il titolo dell’opera della tredicesima edizione del Festival “Vicenza in Lirica” previsto per settembre…

1 settimana ago