Milano | Auditorium Fondazione Cariplo | 25 ottobre 2023, ore 20 | Festival Mahler | Orchestra Sinfonica di Milano
G. Mahler | Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione”
in cinque tempi per soprano e contralto soli, coro misto ed orchestra
Valentina Farcas soprano
Bettina Ranch mezzosoprano
Coro Sinfonico di Milano | Massimo Fiocchi Malaspina maestro del coro 
Orchestra Sinfonica di Milano
Andrey Boreyko direttore

I compleanni, soprattutto quelli importanti, si festeggiano con gli amici. Per questo, l’Orchestra Sinfonica di Milano, al giro di boa dei primi trent’anni della sua attività, chiama a raccolta le grandi orchestre nazionali per tre settimane dedicate interamente al repertorio di Gustav Mahler. Quattordici gli appuntamenti che compongono il Festival Mahler, dieci le istituzioni sinfoniche invitate, dalla Filarmonica della Scala all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai alla Filarmonica Arturo Toscanini. Ad aprire le danze, i padroni di casa con la seconda Sinfonia del compositore boemo, sotto la direzione di Andrey Boreyko, direttore residente della compagine. Non una scelta casuale; infatti, la Resurrezione fu la pagina con cui la Fondazione milanese (diretta in quell’occasione da Riccardo Chailly) inaugurò la sua nuova casa, l’Auditorium di Milano nell’ottobre del 1999.

foto Angelica Concari

Epica e intima, emotivamente tormentata e rapsodicamente trascendente, la Resurrezione di Mahler rimane una delle sfide più ardue del repertorio orchestrale. L’attacco vigoroso degli archi della Sinfonica dà vita a un inizio dinamico e atletico, prima che i legni introducano il tema con una pacata luminosità che lo fa brillare come un minerale nella roccia. La sua forma è quella di una marcia funebre, ma l’elegante emissione in sordina sembra contenere scintille dell’ottimismo che, alla fine della sinfonia, divamperà dalle profondità del dolore. Si avverte, altresì, da subito l’impatto dell’orchestra al completo (con tanto di titanico scontro di piatti), ma rimane spazio per l’assolo struggente del violino o la suggestiva meditazione dell’oboe, pur nella consapevolezza dei movimenti sotterranei che avrebbero potuto soverchiarli in qualsiasi momento.  Il direttore osa, nel trattenere il più possibile volume e tempo, in modo da far percepire ogni sfumatura del viaggio creativo di Mahler. Nell’Andante Moderato, “momento beato nella vita dell’eroe, ricordo luttuoso della giovinezza e dell’innocenza perduta”, l’esecuzione è cristallina come un lago di montagna, anche in questo caso non sempre placido, con momenti di agitazione che ci rivelano quanto è nascosto in profondità.  Composto di tre sezioni, in alcuni momenti passa dalla contemplazione quasi pastorale all’eleganza di una danza. Con l’ingresso delle arpe, poi, l’atmosfera diventa lunare. Lo Scherzo è uno dei movimenti più difficili da gestire in termini di suono, e qui l’approccio intellettualmente rigoroso di Boreyko dà i suoi frutti. La musica oscilla tra il grottesco e l’apocalittico; si percepisce tutta la gravitas dell’incipit dei timpani, prima che i legni e gli archi introducano melodie  più giocose. Poi, dal nulla, l’orchestra esplode come uragano. Non c’è, però, la sensazione del caos, piuttosto la manifestazione di una potenza elementare, emozionante in tutti i suoi dettagli.

foto Angelica Concari

Poi… ancora calma che porta con sé una grande aspettativa, più che appagata dall’incantevole ingresso del mezzosoprano Bettina Ranch con la sua “Luce primordiale”. Nel dolore trattenuto della sua voce si può percepire ogni elemento dell’angoscia dell’uomo che esprime il desiderio di raggiungere la vita eterna. A questo punto siamo trascinati nel movimento finale, insieme al coro e agli ottoni fuori scena. Mentre gli archi vorticano con la furia di un tornado e gli ottoni aggiungono fuoco, accentuato dal fragore delle percussioni, si ha tutta la sensazione di essere – come diceva Mahler stesso – sollevati sulle ali di un angelo. Il soprano Valentina Farcas tratteggia con eleganza vocale la luce che irrompe nelle tenebre, prima che il coro al completo e poi l’orchestra, accompagnati dalle campane, ci travolgano nella visione dell’eternità di Mahler. Dopo qualche istante di comprensibile smarrimento, la platea emozionata si scatena in applausi più che meritati per tutti.
Altrettanto intensa, l’introduzione di Marina Mahler, nipote del compositore, che dedica queste note intrise di vita, morte e speranza ai bambini e alle vittime di tutte le guerre.

foto Angelica Concari
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Nato a Trento nel 1989, ha compiuto gli studi musicali e si è diplomato in direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, sotto la guida di Daniele Agiman. Ha seguito corsi di perfezionamento e masterclass presso la Riccardo Muti Italian Opera Academy, l'Accademia Chigiana di Siena e l’Accademia del Rossini Opera Festival, intitolata al Maestro Alberto Zedda. Ha diretto numerose orchestre esibendosi in Italia, Austria, Germania, Spagna, Georgia, Croazia, Lituania, Lettonia, Belgio e Repubblica Ceca. Una sua edizione de Le Carnival des Animaux di Camille Saint-Seans è inserita nel percorso didattico "C'é musica per tutti", libro di testo e DVD delle Edizioni Scolastiche Mondadori, Pearson Italia. Fondatore e Direttore Artistico dell’Associazione culturale Ad Maiora e direttore principale dell’orchestra I Filarmonici di Trento é, inoltre, autore e conduttore di trasmissioni radiofoniche di approfondimento culturale, corrispondente per la rivista di informazione culturale ArtesNews e collabora da diversi anni con TEDxTrento e con il centro EURAC Research di Bolzano. Dal 2020 è assistente musicale alla direzione artistica della Società Filarmonica di Trento.

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