Parma, Teatro Regio, 20 ottobre 2024 ore 15.30
Festival Verdi 2024
La Battaglia di Legnano
Tragedia lirica in quattro atti su libretto di Salvatore Cammarano
Musica di Giuseppe Verdi
Federico Barbarossa Riccardo Fassi
Lida Marina Rebeka
Arrigo Antonio Poli
Rolando Vladimir Stoyanov
Marcovaldo Alessio Verna
Il Podestà di Como / Primo Console di Milano Emil Abdullaiev*
Secondo Console Bo Yang*
Imelda Arlene Miatto Albeldas*
Uno Scudiero di Arrigo/ Un Araldo Anzor Pilia*
*Allievi e già allievi dell’Accademia Verdiana
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna | Maestro del coro Gea Garatti Ansini
Direttore Diego Ceretta
Regia Valentina Carrasco | Scene Margherita Palli | Costumi Silvia Aymonino | Luci Marco Filibeck
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma in coproduzione con Teatro Comunale di Bologna
ph Roberto Ricci ©Festival Verdi
L’allestimento de La battaglia di Legnano al Teatro Regio di Parma, terzo titolo del Festival Verdi 2024, si distingue per la scelta di rappresentare la guerra in tutta la sua crudeltà, eliminando ogni retorica patriottica. La regia di Valentina Carrasco affronta il conflitto come una tragedia che non risparmia nessuno, ponendo l’accento sui “danni collaterali” attraverso la simbolica presenza dei cavalli, vittime innocenti del desiderio di potere degli uomini. Il palcoscenico, spoglio e desolato, disegnato da Margherita Palli, ospita sagome di cavalli a grandezza naturale, su un terreno fangoso che simboleggia i campi di battaglia. Tra questi, spicca un cavallo decapitato, che diventa il simbolo delle sofferenze inflitte dalla guerra. I costumi di Silvia Aymonino attingono a varie epoche, dal medioevo al Novecento, suggerendo un conflitto senza tempo, e le luci di Marco Filibeck creano atmosfere fredde e realistiche, rafforzando l’idea di una guerra eterna e ciclica, in cui il dolore prevale su qualsiasi epica esaltazione.
Dal punto di vista musicale, Diego Ceretta, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale di Bologna, esalta la partitura verdiana trovando un perfetto equilibrio tra il vigore delle marce patriottiche e le sfumature liriche che emergono nel terzo atto. L’opera rivela una complessità orchestrale che, nelle mani di Ceretta, diventa trasparente e dettagliata. Il giovane direttore dimostra grande sensibilità nel dare respiro alle scene corali e alle emozioni private dei personaggi, riuscendo a bilanciare l’enfasi risorgimentale con momenti di intimo lirismo. Le voci dei protagonisti, ben supportate dall’orchestra, emergono con forza e precisione, offrendo interpretazioni di alto livello.
Il cast si distingue per la qualità delle interpretazioni. Marina Rebeka, nel ruolo di Lida, offre una performance impeccabile, unendo forza drammatica e precisione tecnica. La sua voce, potente e duttile, è capace di passare con naturalezza dai toni lirici a quelli più intensi. Antonio Poli, nei panni di Arrigo, interpreta con passione e slancio un giovane eroico, mentre Vladimir Stoyanov dà vita a un Rolando profondo e umano, che affronta il tradimento con dignità. Riccardo Fassi è un imponente Federico Barbarossa, intimidatorio e autorevole, mentre Alessio Verna è convincente nel ruolo del perfido Marcovaldo. Buone anche le interpretazioni di Emil Abdullaiev, Bo Yang, Arlene Miatto Albeldas e Anzor Pilia in ruoli minori, tutti allievi o ex allievi dell’Accademia Verdiana del Regio.
Il Coro del Teatro Comunale di Bologna, preparato da Gea Garatti Ansini, emerge come una componente fondamentale della produzione. In un’opera in cui il popolo è spesso al centro della scena, il coro è protagonista, esibendosi con compattezza e vigore, capace di trasmettere sia la forza della battaglia che la mestizia della sconfitta.
La battaglia di Legnano, spesso considerata l’unica opera autenticamente risorgimentale di Verdi, assume in questa produzione un significato più ampio, grazie alla riflessione sull’inutilità di qualsiasi conflitto armato. La regia, pur rischiando di risultare statica in alcuni momenti, rimane coerente nel messaggio, e riesce a restituire al pubblico una lettura moderna e universale del dramma verdiano. In definitiva, questa produzione è accolta con successo, grazie alla coerenza registica, alla qualità delle interpretazioni e alla direzione musicale ispirata. Gli applausi finali confermano il valore di un allestimento che ha saputo valorizzare sia la musica che il messaggio drammatico di Verdi, offrendo una lettura attuale e toccante di un’opera spesso trascurata.