Venezia Teatro la Fenice, Venerdì 2 aprile 2021
in streaming canale Teatro La Fenice
https://www.youtube.com/watch?v=Nckjda8S1vY&t=677s
PROGRAMMA
Wolfgang Amadeus Mozart
«Ave verum corpus» kv 618
Requiem in re minore kv 626
versione completata da Franz Xaver Süßmeyer, Joseph Eybler e Franz Beyer
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore Claus Peter Flor
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
soprano Ruth Iniesta
mezzosoprano Cecilia Molinari
tenore Anicio Zorzi Giustiniani
basso Alex Esposito
riprese video a cura di Zeta Group
audio Teatro La Fenice
Lo streaming ci accompagna anche per la Pasqua 2021 con la diretta su YouTube del concerto programmato dal Teatro La Fenice di Venezia per il Venerdì santo. Le porte non si spalancano, il teatro non pullula di energia, il pubblico non accoglie gli orchestrali con un applauso, la scena non si apre ma inizia la diretta video: la visione del famoso soffitto azzurro, i palchi dorati e scintillanti che contornano la platea invasa dall’Orchestra e dal Coro del Teatro La Fenice introducono all’ascolto. Il podio, insolitamente situato sotto il palco reale, ospita per l’evento il direttore tedesco Claus Peter Flor. Direttore dalla decennale esperienza, Flor si è affermato in tutta Europa e da qualche anno, anche a seguito della nomina a direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, frequenta spesso il panorama musicale italiano.
Il programma, sebbene tra i più eseguiti nel periodo pasquale, è sempre di grande effetto: il Requiem in re minore kv 626 di Wolfgang Amadeus Mozart. Chi di noi non ha visto almeno una volta il film di Milòs Forman Amadeus del 1984, dove vediamo ritratto Mozart come un folle e Salieri ricolmo di invidia e gelosia? Ebbene, la realtà era ben diversa. Salieri era un compositore molto apprezzato e non subiva certamente in maniera così forte l’altalenante successo di Mozart. Inoltre, la leggenda che ritrae Salieri come colui che contribuirà al deperimento di Mozart è completamente infondata. Il primo ad alimentarla fu Alexander Pushkin che, già nel 1830, racconta questa vicenda nell’opera teatrale Mozart e Salieri. Alla trama di questo’ultima si ispireranno nei secoli successivi anche il drammaturgo Peter Shaffer, il compositore Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov ed appunto il regista Milòs Forman, portando così questa fantasiosa versione dei fatti fino ai giorni nostri.
Quel che è certo, è invece che il committente del Requiem fosse effettivamente sconosciuto e che, anche in virtù del fatto che stesse iniziando a perdere le proprie forze, Mozart si convinse di scrivere la messa per il proprio funerale.
La versione che ascoltiamo in quest’occasione è quella completata dagli allievi Franz Xaver Süßmeyer, Joseph Eybler e Franz Beyer, incaricati di ultimare l’opera dalla vedova Costanze che, per nostra fortuna, riuscì ad impossessarsi degli appunti di Mozart prima che cadessero in mani sbagliate. Il contributo maggiore fu dato da Franz Xaver Süßmeyer, allievo devoto di Wolfgang, il quale riordinò con perizia gli appunti del maestro e completò l’opera il più fedelmente possibile agli stessi.
La scrittura di Franz era molto simile a quella del maestro e per questo motivo, per oltre un secolo, si credette che il Requiem fosse stato interamente composto da Mozart; solo nei primi anni dell’800, grazie a studiosi come Weber, venne fatta luce sulla sua autenticità.
A precedere questo capolavoro, l’Orchestra ed il Coro del Teatro La Fenice eseguono il mottetto in re maggiore Ave Verum Corpus K 618, composto anch’esso da Mozart poco prima della sua morte. Il tono pacato e quieto di questo brano prepara l’ascoltatore al Requiem, opera di tutt’altra intensità. La scelta di tempi dimessi rende l’ascolto inizialmente poco coinvolgente, come se l’orchestra e il coro dovessero ancora entrare nel vivo dell’interpretazione; ciò è comprensibile, non è facile trovare subito la concentrazione senza l’adrenalina che solo il pubblico dal vivo riesce a trasmettere. Dopo l’incertezza iniziale, nel Tuba Mirum le quattro voci soliste si sostengono a vicenda e si amalgamano bene con l’orchestra, rendendo l’ascolto interessante e scorrevole. La scelta dei solisti si rivela vincente: il colore corposo del basso Alex Esposito, il tono morbido della soprano Ruth Iniesta, la voce agile del tenore Anicio Zorzi Giustiniani e quella intensa ma duttile della mezzosoprano Cecilia Molinari si sposano perfettamente tra loro per l’esecuzione di questo repertorio. La bacchetta di Flor guida i musicisti con vitalità, risvegliando il fascino e il misticismo nascosti tra le note di questo capolavoro.
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