Un sabato ricco di appuntamenti quello del 30 luglio a Riva del Garda. MusicaRivaFestival 2022, che si sta avviando alla conclusione, offre ben due accattivanti concerti al pubblico rivano.
Il baritono Eung Kwang Lee, già vincitore di primo Premio e Premio Speciale al Concorso Internazionale di Canto Riccardo Zandonai di Riva del Garda nel 2008, omaggia la sua esperienza tornado sulla sponda settentrionale del lago per un concerto pomeridiano presso la Rocca, accompagnato magistralmente dall’affezionato pianista Leonardo Bartelloni. Il programma titolato “Melodie dal mondo” parte dall’esecuzione dei classici Lieder di R.Schumann, S. Rachmaninov, P. Tosti e F. Poulenc, ai quali vengono collegate canzoni popolari provenienti dal medesimo contesto culturale, raccontando così in maniera originale e completa la vecchia Europa. Un viaggio che non solo consente di assaporare le sonorità delle varie culture, ma che esalta anche l’eclettismo del baritono coreano che conclude il concerto con melodie tradizionali del suo paese natale.
La serata accoglie nel Parco dell’Inviolata la National Youth Orchestra of the Netherlands diretta da Jurien Hempel per un concerto sinfonico.
L’Orchestra Nazionale Giovanile dei Paesi Bassi NJO, fondata nel 1957, offre un palcoscenico ai giovani talenti di età compresa tra i 18 e i 26 anni dando loro opportunità di esperienze di alto livello e di lancio verso una carriera professionale.
Il concerto si apre con un fuori programma, un’interessante brano composto da Xavier van de Poll appositamente per quest’orchestra. Questo giovane compositore olandese, classe 1995, dopo essere stato anche lui membro per anni come violinista della NJO, ha scoperto la passione per la composizione e per la musica orchestrale. Il suo brano è ricco di suggestioni visive, di immagini sonore, caratterizzato da una scrittura efficace che, come rivela Xavier nell’intervista, vuole far divertire i giovani talenti della National Youth Orchestra of the Netherlands.
La serata prosegue con un solista d’eccezione, il violoncellista Victor Julien-Laferrière, vincitore del primo premio al Queen Elisabeth Competition 2017, che ha eseguito uno dei concerti più belli scritti per questo strumento: il Concerto per violoncello in si minore, op. 104 di Antonin Dvoràk (1841-1904). Questo concerto, scritto da Dvoràk tra il 1894 e il 1895 mentre era in America, rielaborato poi dopo il rientro a Praga, rappresenta una delle sue opere di maggior rilievo. Il Concerto per violoncello in si minore infatti è considerato uno dei migliori esempi di fusione tra il folklore slavo e la ricchezza compositiva legata al formalismo classico. La scrittura violoncellistica non primeggia, fondendosi con il suono dell’orchestra e discostandosi così dagli influssi del concerto romantico; il solista viene messo in risalto da un virtuosismo tecnico legato al timbro peculiare ottenuto nel registro acuto, leggermente penalizzato in quest’occasione all’aperto dalla necessaria amplificazione. Nel primo movimento, Allegro, Victor Julien-Laferrière riesce a legare il proprio suono a quello dei fiati, creando una pasta sonora coesa che esalta la tensione emotiva della composizione e anticipa l’affiatato dialogo con i fiati del secondo tempo, l’Adagio ma non troppo. La ripresa di alcuni temi dei precedenti movimenti rende l’Allegro moderato finale una conclusione coerente con il resto del concerto, richiamando a quella forma di composizione ciclica della Sinfonia “dal nuovo mondo“, scritta anch’essa dal compositore ceco a New York, nel periodo 1892-1893. Il solista esegue questo concerto con classe ed eleganza, dando prova di grande professionalità e di una musicalità passionale ma equilibrata, non ricadendo nel virtuosismo spasmodico che spesso caratterizza le esecuzioni di questo concerto.
La National Youth Orchestra of the Netherlands prosegue con la Sinfonia n. 3 in la minore, op. 44 di Sergej Rachmaninov (1873-1943). Come il Concerto per violoncello di Dvoràk, anche questo lavoro vede la sua genesi negli Stati Uniti, dove il compositore russo trovò rifugio a seguito della Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Se però l’inquietudine e il tormento espressi da Dvorak nel concerto per violoncello sono da attribuirsi ad un amore impossibile con la futura cognata Josefina Cermàkovà, il sentimento che muove la terza Sinfonia di Rachmaninov ha tutt’altra origine.
Il rapporto con il genere sinfonico è sempre stato travagliato per il compositore e pianista russo a partire dal fiasco a San Pietroburgo nel 1897 della sua Prima Sinfonia, che lo portò a contemplare l’idea di un suicidio e dell’abbandono della composizione. Nonostante il successo della Seconda Sinfonia, che gli valse comunque il Premio Glinka, espresse ancora sentimenti di angoscia verso questo repertorio prendendo però coraggio per comporre la Terza Sinfonia. Pervasa da un sentimento di grande tristezza e malinconia, questo lavoro si arricchisce di suggestioni cinematografiche e di una complessità apparentemente confusionaria che fece scaturire critiche negative dopo la sua prima esecuzione. La dolcezza di questa musica, la criticata mancanza di violenza che caratterizzava la maggior parte delle composizioni degli anni ’30, rende oggi questo lavoro apprezzato e di estrema piacevolezza. La naturalezza con cui Jurien Hempel dirige la NJO esalta i colori e le sfumature di questo brano e la grande compattezza degli elementi dell’orchestra palesa grande maturità, qualità che appartiene anche ai musicisti più giovani. Le orchestre giovanili, come appunto la NJO, da sempre sostenute ed invitate a MusicaRivaFestival, dimostrano come l’energia e l’entusiasmo delle nuove generazioni sia in grado di garantire un futuro florido della musica.