Recensioni

Riva del Garda (TN). Il Trio Barocco La Douceur et l’Esprit affascina le sale del Palazzo Martini

Domenica 4 settembre ore 17.30
Palazzo Martini – Riva del Garda
Associazione Amici della Musica

CONCERTO DEL TRIO BAROCCO
La Douceur et l’Esprit
NADJA PROUSCH flauto dolce
VERONICA EGGER violino e viola da gamba
MARIANNA BISACCHI clavicembalo

Programma
Dario Castello (1602 -1631)
Sonata seconda per flauto dolce e basso continuo

Johann Friedrich Fasch (1688 -1758)
Sonate in Re magg FaWV N:d3
per flauto dolce, violino e basso continuo
(Affettuoso – Allegro – Largo – Allegro)

Philibert Delavigne (ca. 1700 -1750)
Aus op.4 „Les Fleurs“
Die Primel (La Primula )
Die Hyazinthe (Il Giacinto)
Duetto per violino e flauto dolce

François Couperin (1668 -1733)
Les Rozeaux
per cembalo solo

Georg Philipp Telemann (1681-1767)
Sonate in mi minore
per viola da gamba e basso continuo
Cantabile – Allegro – Recitativo/Arioso – Vivace

Carl Friedrich Abel (1723 -1787)
Aus „das Drexel-Manuskript“
per viola da gamba solo
Allegro – Allegro – Tempo di Menuet – Fuga

Vanni Moretto (*1967)
Microsonata „ Flowers“ (2018)
per violino, flauto dolce e cembalo
Elm – Cerato – Chestnut Bud

Georg Philipp Telemann
(1681 – 1767)
Trio in Fa diesis TWV42:f9
per flauto dolce, violino e basso continuo
Allegro – Affettuoso – Presto

Programma barocco, ma non solo, e comunque assai vario: da autori italiani del primo ‘600 (Dario Castello) a francesi a cavallo fra ‘600 e ‘700, molto famosi (Francois Couperin) o un po’ meno ma di tutto rispetto (Philibert Delavigne), a tedeschi di epoca tardo barocca (primo ‘700), contemporanei di Bach, anche in questo caso più noti (Georg Philipp Telemann) o meno conosciuti eppure interessanti (Johann Friedrich Fasch), o leggermente posteriori, fra stile galante e periodo classico (seconda metà ‘700, Carl Friedrich Abel) – salvo un’opera recentissima (2018) di un autore contemporaneo (Vanni Moretto) espressamente dedicata a questo ensemble.
un programma con un filo conduttore almeno parziale dedicati ai fiori come il brano di Couperin per cembalo solo, o Delavigne con il duetto per violino e flauto dolce due movimenti dedicati alla primula e al giacino e l’apposita Microsonata „ Flowers“ (2018)per violino, flauto dolce e cembalo del compositore Vanni Moretti (classe 1967) con una sintesi delle essenze dei fiori di Bach.
 

Nell’ultimo caso naturalmente il linguaggio è moderno – ostinati ritmici molto marcati, armonie dissonanti – ma sfruttando le peculiarità timbriche e il gioco dialogico dei tre strumenti antichi, in maniera certo originale ma coinvolgente. Nei brani precedenti invece il modello prevalente è quello della sonata barocca (a due o tre voci) ma appartenente a momenti storici diversi (in un arco temporale abbastanza ampio) e aree geografiche differenti, con soluzioni d’organico continuamente variate: prima flauto e cembalo, poi flauto violino e cembalo, quindi flauto e violino, solo clavicembalo, oppure viola da gamba flauto e cembalo, viola da gamba sola, di nuovo il trio completo; senza contare che i flauti erano più d’uno, sempre dolci (diritti, a becco) ma soprano, contralto, basso… nel nome della poetica barocca insomma (“è del poeta il fin la meraviglia” e così del musico). Sempre diversi i colori dunque, ma spesso anche lo stile: quasi un’invenzione a due voci il duo flauto-violino (Delavigne), sontuoso di abbellimenti il brano per solo cembalo (Couperin), bachiani i brani per sola viola da gamba (Abel), cantabili o “affettuosi” o danzanti i movimenti delle sonate.

Le interpreti, quindi, hanno mostrato in primo luogo una non comune versatilità polistrumentale: violino e viola da gamba non sono proprio lo stessa cosa (au contraire), ma anche le diverse misure del flauto a becco (per quanto imparentate nella stessa famiglia). E hanno esibito inoltre un autentico virtuosismo tecnico e un’esperta competenza interpretativa, nella qualità del suono, nell’agilità dell’ornamentazione, nell’eleganza del fraseggio – non a caso si chiamano La Douceur et l’Esprit.

Felice anche l’ambientazione del concerto, sia per l’ottima acustica che per i magnifici affreschi del settecentesco palazzo Martini messo a disposizione dal Comune di Riva del Garda.

 

 

Redazione Artesnews

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