Rovereto, Teatro Zandonai
Sabato 15 ottobre alle ore 20.45
Domenica 16 settembre alle ore 17.00
Don Pasquale
Opera buffa in tre atti
su libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti
Musica di Gaetano Donizetti
Personaggi e interpreti
Don Pasquale: Michele Govi
Ernesto: Edoardo Milletti
Dottor Malatesta: Gianpiero delle Grazie
Norina: Julia Muzychenko
Un Notaro: Simone Marchesini
Direttore: Roberto Gianola
Regia: Salvatore Sito
Costumi: Silvia Lumes
Trucco e acconciature: Samantha Peluso
Maestro del coro: Sabrina Modena
Orchestra Sinfonica delle Alpi – Alpen Symphonie Orchester
Allestire un’opera lirica in Trentino è una impresa non facile. Molto praticata se consideriamo i cantanti lirici in carriera che si sono formati in regione. Sono tanti: Nicola Ulivieri, Giulio Mastrototaro, Serena Gamberoni, Cecilia Molinari,la giovane bolzanina Aurora Faggioli, anche Gemma Bertagnolli e Maria Letizia Grosselli, con carriere interessanti, adesso il giovane promettente Davide Piva, aggiungiamo anche le voci attive nel bolzanino, come Mirjam Gruber, recente vincitrice della sezione Zandonai al Concorso lirico internazionale di Riva del Garda, Martina Bortolotti von Haderburg. Ma assai poco allestita in maniera organica e senza una vera stagione. La sezione Opera 20-21 per la direzione artistica di Matthias Lošek già direttore del Festival di Bregenz, creata dalla Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, ha proposto uno spazio dedicato alle composizioni della contemporaneità creando disorientamento in quel pubblico disponibile all’ascolto. Episodi sporadici di allestimenti lirici non ne sono mancati, come il progetto della Associazione Aurona di Trento che riesce ad procedere con allestimenti lirici integrali in formato tascabile e il nuovo progetto Operama che dovrebbe operare dal prossimo inverno Rovereto. Per qualche anno, in estate, era attivo Trentino Opera Festival di Alessandro Arigoni che allestiva per palazzi dei congressi, saloni d’albergo, allestimenti lirici al limite della praticabilità. Interessante per questo è la testimonianza del soprano Anna Pirozzi, proiettata con una carriera internazionale, che iniziò proprio la sua professione di cantante in questa situazione, debuttando a Riva del Garda, in Rocca, nel ruolo di Abigaille del Nabucco, ormai suo cavallo di battaglia, nel 2009. Cosi lei ricorda queste trasferte per le valli del Trentino “io le chiamavo spedizioni punitive ma comunque mi è servito a farmi le ossa. Si partiva in un pullman tutti assieme, orchestra, coro e solisti e si giravano tutti i piccolissimi teatri della provincia del Trentino. Una sera cantavo Abigaille e l’altra Tosca per pochissimi euro se ce li dava! Pubblico c’era e come! Sempre pieno e entusiasta. Altri tempi…Mi sono divertita diciamo”
Su questa possibilità di intercettare pubblico si sono mossi da qualche anno Klaus e Barbara Broz con il Progetto Opera, attivato dall‘Associazione Euritmus di Rovereto, per dimostrare che esiste un pubblico appassionato di opera lirica, che si può coinvolgerlo con i titoli di repertorio allestiti dignitosamente, e cercando lavorare con elementi e artisti di ambito territoriale.
Dal 2021 con la produzione del Don Giovanni con la regia di Nicola Ulivieri, hanno intrapreso una collaborazione con il Teatro Coccia di Novara, collaborazione non causale in quanto teatro diretto dalla trentina Corinne Baroni. L’allestimento del Don Pasquale, titolo proposto a Rovereto, proveniva direttamente da Novara prodotto per la scorsa stagione estiva dal progetto AMO (Arte Mestieri dell’Opera). L’Orchestra delle Alpi ha fornito supporto musicale creando un interessante scambio di esperienze musicali con la comune direzione di Roberto Gianola e allestimento di Salvatore Sito.
Ma al Teatro Zandonai era presente un cast, appositamente selezionato da Progetto Opera, che ha avuto nell’esperienza di Michele Govi, presente Novara, quale Don Pasquale protagonista il suo punto di forza, essendo per lui un ruolo ampiamente praticato in teatri italiani tra Pisa e Trieste e stranieri, Ginevra e Metz. La locandina era completata da Edoardo Milletti, Ernesto, Gianpiero Delle Grazie, qual dottor Malatesta, Julia Muzychenko, Norina, prossima cantare Violetta in Traviata al Teatro comunale di Bologna diretta da Riccardo Frizza, Simone Marchesini, un notaro, tutti giovani di comprovata esperienza internazionale.
E’ stato uno spettacolo intrigante da vedere e molto bello da ascoltare. Semplice per l’allestimento fisso con alcuni elementi di arredo essenziali per la storia, e a suo modo elegantemente gestito su colori chiari, che facevano risaltare i costumi di scena tradizionali per la scelta del regista di ispirarsi allo stile da Commedia dell’arte che sottende alla fine la trama dell’opera: un vecchio benestante che vuole maritarsi con una giovane, già fidanzata segreta del giovane nipote che fa scaturire tutto un raggiro per concludersi con il classico e vissero felici e contenti. Riconoscibile infatti la veste declinata elegante da servo della commedia dell’arte, la palandrana nera di Don Pasquale, la veste sgargiante di Norina /Sofronia, l’abito da quasi Pierrot di Ernesto. Ai figuranti, servi di scena, in maschera bianca e abito bianco e nero, erano affidati alcuni intervalli per cambio scena con azioni mimate di spostamento dii oggetti in scena e interazione parziale con i personaggi principali.
Risultato vocale praticamente perfetto, visto l’esperienza di artisti in ruoli consolidati a livello internazionale. Belle le voci esperte, giovanili, giustamente esuberanti come quella di Edoardo Milletti, Ernesto, come sorprendente la Norina/Sofronia del giovane soprano Julia Muzychenko, ricca di coloratura, e di sfumature capace di restituire la comicità e l’ironia espressa nella partitura. A dirigere il coro è stata chiama Sabrina Modena della Scuola musicale Alto Garda SMAG di Riva del Garda che ha fornito la struttura del coro stesso integrato con la chiamata di volontari. Su tutti il diettore Roberto Gianola, già presente nella produzione di Novara e prossimo a dirigere il titolo al Teatro Verdi di Trieste che ha saputo ben gestire l’orchestra delle Alpi, ben preparata dall’esperienza di Klaus Broz, responsabile di tutta la parte musicale.
Progetto ben riuscito, e di successo, manifestato dal pubblico presente in teatro: peccato che non fosse pieno. E’ ancora lungo il percorso affinchè l’opera in Trentino diventi una pratica culturale consolidata.
Si ringrazia per le foto Paola Merighi@Armonicà
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