Rovereto, Giardino Bridi de Probizer, 03/09/2022, 17:30
A TOUMA. BALLAKÉ SISSOKO
CONCERTO
Lo spazio aperto e suggestivo del Giordino Bridi di Villa de Probizer, a Rovereto, per il concerto promosso da Oriente Occidene, rassegna di danza 2022, ha accolto i suoni della kora, l’arpa a ventuno corde dell’Africa Occidentale, paragonabile alla famiglia delle tiorbe e arciliuti occidentali, del musicista del Mali, Ballaké Sissoko. Spazio anche evocativo per la presenza un pò defilata di un Tempietto illuminista dedicato alla musica e alla filosofia, e per una suggestiva cappella scelta come scenografia del concerto. Maestro della kora, conosciuta nel mondo grazie a lui, che ne ha trasformato il suono in arte dalla conversazione universale, Sissoko nasce musicista autodidatta. Maliano, appartenente alla casta djéli, i cantastorie preposti alla trasmissione orale della gesta degli antenati, apprende gli antichi stili della sua cultura Mandinga sin dalla tenera età. Impara dal padre, Jelimady Sissoko, anche lui virtuoso di kora, e a soli tredici anni, alla sua morte, lo sostituisce nell’emblematico Instrumental Ensemble of Mali, gruppo voluto dal primo Presidente del paese dopo l’indipendenza dalla Francia. Artista capace di contaminazioni e di reinterpretazione con la musica classica occidentale come l’elaborazione della Symphonie fantastique di Berlioz con il sodale violoncellista Vincent Ségal e il clarinettista Patrick Messina e di collaborazioni con il compositore italiano Ludovico Einaudi.
Il concerto A Touma (“questo è il momento”), prende il titolo della sua ultima raccolta di brani. Un lavoro nel quale torna a esplorare una dimensione più intima attraverso otto titoli della tradizione Mandinga, la sua storia familiare e quella del Mali. In un dialogo serrato con la sua kora tesse un viaggio meditativo e sacro, espressione di una complessa cultura di quelle terre che furono antichi Regni dell’oro e del sale, vie carovaniere di collegamento tra il cuore dell’Africa equatoriale con il Mediterraneo.
Conservare la memoria delle proprie radici, la capacità di connettere le vite degli altri alla nostra: questo è il messaggio del musicista che, in un mondo frammentato e a rischio di sparizione, sa tenere insieme tutto, consegnandolo alle generazioni che verranno. E’ un modo di confrontarsi con una cultura in via di dissoluzione, quella degli stati del Sahel, travolti dal fondamentalismo islamico capace di distruggere le stesse radici islamiche di quegli stati che ne hanno conservato l’essenzialità. Emblematica proprio la vicenda dell’antica biblioteca di manoscritti islamici, salvati in extremis, di Timbuktu l’antica città del Mali, assediata dai fondamentalisti nel 2012, la cui furia iconoclasta non si è fermata neppure davanti alle moschee e santuari islamici, ai testi sacri e filosofici di una cultura araba, a dir loro non conforme, e capaci di proibire qualsiasi forma di espressione musicale. Ecco che comprendere e ascoltare queste esperienze altre ci permettono anche di salvare culture e di salvare anche noi stessi dalla globalizzazione dell’uniformità culturale e ideologica.
Esibizione suggestiva, con tanto pubblico presente, multiforme per età e interessi; peccato che un eccessiva amplificazione abbia distorto l’acustica delle dolci ed evocative sonorità della kora.
Esiste la possibilita sul web di ascoltare il complesso dei brani proposti nella registrazione fatta nlla Cappella Sainte Apolline in Belgio.
https://open.spotify.com/album/5LpRORn1abqj3Ydlk5Zwiz?si=dRaUXHidSDCOdBJwhHWclg