Verona, Teatro Filarmonico, 2-3 febbraio 2024
Stagione Sinfonica Fondazione Arena di Verona-Teatro Filarmonico
1° Concerto
Programma
Anton Bruckner
Te Deum per soli, coro e orchestra in Do maggiore
Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore “Romantica”
DIRETTORE Pinchas Steinberg
SOPRANO Mariangela Sicilia
MEZZOSOPRANO Anna Maria Chiuri
TENORE Galeano Salas
BASSO Fabrizio Beggi
MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
La fondazione Arena di Verona inaugura la Stagione Sinfonica 2024 con un appuntamento monografico dedicato ad Anton Bruckner, nel bicentenario della nascita del compositore austriaco. Al Teatro Filarmonico, il due e il tre febbraio, il programma è un intenso viaggio nel tardo romanticismo, le cui meravigliose tappe sono il Te Deum in do maggiore e la Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore. Sul podio una bacchetta d’eccezione: il direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di Budapest Pinchas Steinberg. Ospite frequente delle più importanti orchestre del mondo, Steinberg vanta una carriera esemplare, e si dimostra perfettamente in forma e capace di un lavoro di grande qualità, nonostante l’età che sfiora – ormai – gli ottant’anni.
Apre la serata il sontuoso inno sacro in do maggiore, che con la sua imponente sonorità vocale ed orchestrale cattura immediatamente lo spettatore, trasportandolo poi nell’ascolto delle sue splendide cinque sezioni. Si distingue, tra i solisti, la voce elegante e precisa del tenore Galeano Salas, che sfrutta con gusto e tecnica un timbro caldo e sonoro. Intensa e curata l’interpretazione del soprano Mariangela Sicilia, anch’essa capace di valorizzare la parte con grande musicalità. Meritevole anche il contributo di Anna Maria Chiuri, mezzosoprano, così come quello del basso Fabrizio Beggi.
Pregevole la performance del Coro della fondazione, preparato dal Maestro Roberto Gabbiani: il suono è coeso e uniforme, e la maestosa intensità sonora non impedisce di realizzare comunque profonde sfumature nell’interpretazione musicale delle parti.
Segue la Sinfonia n.4 in mi bemolle maggiore, più che appropriatamente battezzata “Romantica”. La composizione, la cui durata supera spesso l’ora, incarna perfettamente l’estetica del periodo, coniugando grandiosità orchestrale ed elementi quasi di spiritualità. L’esecuzione dell’Orchestra della Fondazione Arena riesce appieno a cogliere entrambi gli aspetti, attraverso un’ampia escursione dinamica ed un suono bello, curato e compatto.
Steinberg, alla guida di un organico che – come è noto – vanta una significativa complessità numerica, ricerca la bellezza del suono e l’eleganza dell’interpretazione. Eleganza che parte, impossibile non notarlo, dal gesto con cui si rivolge ai 140 artisti sul palco. Con compostezza e sobrietà, conduce Orchestra e Coro in un percorso musicale coinvolgente e raffinato, conquistando un generosissimo apprezzamento da parte del pubblico.
Dispiace notare, nella serata di venerdì 2 febbraio, molte poltroncine vuote. Che gli appuntamenti sinfonici riscuotano meno interesse dell’Opera è ormai un dato di fatto, ma visto il coinvolgimento di un Maestro così celebre e di un organico così vasto, e vista soprattutto la qualità musicale proposta, è davvero un peccato. Chi c’era, però, si è dimostrato particolarmente soddisfatto, regalando agli artisti lunghissimi minuti di applausi, con ripetute uscite di Steinberg, acclamato con grande entusiasmo.
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